Torna l’incudine canadese nella capitale per promuovere l’ultima fatica “Pounding The Pavement” e lo fa scaricando tonnellate di metallo. Ad accompagnare i leggendari Anvil troviamo una vecchia conoscenza dell’ hard heavy teutonico,  i Trance, attivi dal lontano 1979. L’apertura e’ affidata alle prime due band locali ossia gli Underball e i Gravestone che cercheranno di scaldare gli animi dei numerosi presenti alla serata.

I primi a salire sul palco sono  gli Underball, simpatico combo dedito ad un crossover thrash/hardcore abbastanza scanzonato e caciarone. Nella loro mezzora a disposizione divertono il pubblico con le loro bordate elettriche condite da battute scherzose con chiari riferimenti al sesso, davvero simpatici. Il pezzo migliore sicuramente “Underball” dove il cantante ha esibito il suo lato b, prova superata alla grande.

Veloce cambio palco ed ecco i Gravestone, band che propone un death molto tecnico e alle volte melodico, diciamo che sono un po’ fuori contesto nella serata odierna. Le atmosfere ci trasportano nei meandri piu’ oscuri  a tratti apocalittici , nella band e’ presente anche un tastierista che crea dei tappeti sonori rendendo il sound ancora piu’ sinistro. Da rimarcare l’ottima prova dietro le pelli di David Folchitto, noto batterista romano gia’ con Stormlord e Kaledon che fa aumentare di molto il tasso tecnico della band. Esame superato in pieno, confermando l’alto livello del metal tricolore.

Accendiamo la macchina del tempo e ci catapultiamo con i Trance direttamente negli anni 80, respiriamo hard heavy classico a pieni polmoni. L’inizio non poteva essere altrimenti ” Heavy Metal Queen” direttamente dal secondo lavoro “Power Infusion”del 1983 che infiamma il pubblico, nessun pezzo dall’ultimo “The Loser Strikes Back” , la scaletta sara’ incentrata solo sui primi tre monumentali dischi.“Sensation” e “Break Out” fanno cantare pure i muri, fantastica la prova del giovanissimo vocalist Nick Holleman che sorprende tutti con i suoi acuti e cercando sempre di coinvolgre il pubblico, davvero notevole la prova di  questo ragazzino in mezzo a questi quattro old rockers. Superba anche la prova degli altri quattro musicisti ossia: Markus Berger, chitarrista e fondatore della band nonche’ riffs master ,Eddie St. James alla seconda chitarra,  Thomas Klein al basso e Jürgen Baum dietro le pelli, granitici e potenti. Lo show si chiude con il classicone “Shock Power” che fa scatenare uno sfrenato headbanging tra le prime file. Nulla da dire su questi vecchi leoni tedeschi, che confermano come il metal mantenga giovani e vitali.

Trance Setlist:

Intro: Mercurial, Heavy Metal Queen, Sensation, We Are The Revolution, Break Out, Confession, Burn the Ice, Break The Chains, Loser, Shock Power.

Trance lineup:

  • Markus Berger ”“ chitarra
  • Thomas Klein ”“ basso
  • Eddie St. James ”“ chitarra
  • Jürgen Baum ”“ batteria
  • Nick Holleman ”“ voce

Arriviamo finalmente agli headliner della serata, gli storici Anvil, ritornati sulla cresta dell’onda anche grazie al film “Anvil! The Story Of Anvil” che gli ha fatto ricevere numerosi riconoscimenti a livello internazionale, per l’occasione ci presentano la loro ultima fatica ” Pounding The Pavement “. “We are Anvil and we play true fuckin metal” e’ l’annuncio che Lips fa attraverso i pickup della sua chitarra e si parte subito a manetta con la strumentale ” March Of The Crabs “. Gli Anvil sono una band che spacca di brutto, sudore, energia, potenza…il pubblico e’ tutto li per loro, “666”, “Ooh Baby” o “Winged Assassin” pezzi che hanno fatto la storia del metal, sparati uno dietro l’altro senza cali di tensione. Lips in forma smagliante, alla faccia dei suoi 62 anni, suona, canta, salta, scherza con il pubblico, regalando sorrisi e smorfie di ogni tipo. Non da meno l’estroso bassista Chris Robertson, davvero impeccabile nel creare un muro sonoro potente e preciso. “Free As The Wind” viene dedicata all’amico Lemmy, mai pezzo fu piu’ azzeccato, per poi proseguire con “Mothra” dove il buon Lips tira fuori l’ormai famoso vibratore, seviziando la sua sei corde, davvero divertenti i siparietti tra Lips e Chris Robertson, con smorfie di ogni genere, gli Anvil sono anche questo. Nella seguente “Swing Thing” ecco arrivare puntuale il mastodontico assolo del grandissimo Rob Reiner, secondo me uno dei piu’ grandi batteristi metal in circolazione ed anche il piu’ sottovalutato, potenza e classe cristallina la fanno da padrone, Standing Ovation! Non poteva mancare nella parte finale dello show il classico dei classici “Metal On Metal” cantato da tutto il Jailbreak a squarciagola, ragazzi questa e’ storia. La scaletta si chiude con “Running” brano tratto da “Juggernaut Of Justice” del 2011. Rendiamo il giusto omaggio al trio canadese, e’ ricordando che la vecchia scuola rimmarra’ sempre la migliore. Un ringraziamento speciale va sicuramente ai ragazzi dell’Altamira Events e al Jailbreak, che ci hanno deliziato con  questa fantastica serata, da non dimenticare poi che la prossima settimana sempre al Jailbreak,  sara’ la volta di un altro pezzo di storia  del metal ovvero Phil Campbell e i suoi Bastard Sons, assolutamente da non perdere.

Anvil Setlist:

March of the Crabs, 666, Ooh Baby, Badass Rock ‘n’ Roll, Doing What I Want, Winged Assassins, Free as the Wind, On Fire, This Is Thirteen, Mothra, Bitch in the Box, Daggers and Rum, Swing Thing (drum solo), Ego, Metal on Metal, Running.

Anvil lineup:

  • Lips ”“ voce e chitarra
  • Robb Reiner ”“ batteria
  • Chris Robertson ”“ basso

 

 

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