Programma tutto rock’n’roll quello del week end di Colonia Sonora. Del concerto dei Korn di venerdì già  vi ho raccontato abbondantemente, passiamo ora al programma del sabato.

Pubblico decisamente inferiore rispetto al giorno precedente, le cause piùdi una. Innanzitutto, di questi tempi, spendere quasi ottanta euro in due giorni è cosa veramente dura per portafogli ‘normali’, in piùaggiungiamo che il target di pubblico di concerti rock è composto da ragazzi alquanto giovani, che difficilmente si ritrovano con un portafogli gonfio e sono così costretti a scegliere al massimo un evento a cui assistere.

Nelle eventuali concause non mi sento di menzionare i concomitanti MTV DAYS in piazza Castello a Torino, visto l’improbabile conflitto di interesse di generi musicali diametralmente opposti, pur trattandosi di una manifestazione gratis

Si perchè stasera alla Certosa sono di scena i Black Label Society. Dai ragazzini presenti ai Korn siamo passati ai loro fratelli maggiori, in qualche caso anche ai loro genitori. Infatti non sono poche le coppie con figli, bambini protetti da cuffie, bardati da bandane in testa, emuli dei genitori, bikers incalliti o che per l’occasione hanno tirato fuori dalla naftalina il loro vecchio chiodo.

Hanno aperto la serata tali “Archer Nation”, trio non male di trash-metal.

Alle 21,50 come il giorno prima i Korn, è cominciato lo show dei Black Label Society. Solita iconografia di Zakk Wylde e compagni, teschi e ossa ovunque, dall’enorme telo che copre il palco e che scompare dopo le prime note di “New Religion” che apre lo spettacolo, al microfono, che è composto di teschi accatastati uno sull’altro. Wylde indossa un copricapo indiano che gli vola via all’inizio del secondo pezzo, tanto è l’impeto che ci mette sul palco, non a caso il brano è “Crazy Horse”. Non per fare un paragone forzato, ma fresco della visione del concerto del giorno prima, i Korn al loro cospetto mi sembrano dei pivellini di un college. Quattro ceffi barbuti e cattivi sul palco che fanno sul serio e si vede, non ammiccano, non strizzano l’occhio a fan o ragazzine, ma spaccano di brutto, per usare un termine caro ai menzionati pivelli. Pochi gli attimi per far rifiatare e riposare i nostri provati timpani, quando Zakk al piano si dimostra anche ottimo tastierista e intona “Darkest Days”, con lo sfondo di una bandiera Usa marchiata BLS. Poi in un momento di ‘tenerezza’ Wilde fa gli auguri per i 40 anni del chitarrista Nick Catanese. Poi via di nuovo senza tregua, dopo un lancio di enormi palloni che hanno fatto la gioia anche dei poveri bambini presenti, “Fire It Up”, “Suicide Messiah”, col megafono impugnato da un roadie che ha fatto da coro. Stretto e maniacale il rapporto del biondo leader col suo strumento. La chitarra sembrava a volte essere un prolungamento del corpo di Zakk, a volte la impugnava e la stringeva come un oggetto sessuale, piùvolte la baciava e la innalzava al cielo quasi un oggetto di un culto blasfemo. “Stillborn” l’ultimo pezzo della serata, fine di queste quarantotto ore da sbornia rock’n’roll, finalmente anche nel capoluogo piemontese.

Concludo con le parole usate da Catanese “Thank you Torino for a great Birthday and a kick ass show”…” Grazie a voi, ragazzi…

Setlist:
1. New Religion
2. Crazy Horse
3. Funeral Bell
4. Bleed for Me
5. Demise of Sanity
6. Overlord
7. Parade of the Dead
8. Born to Lose
9. Darkest Days
10. Fire it Up
11. Godspeed Hell Bound
12. The Blessed Hellride
13. Suicide Messiah
14. Concrete Jungle
15. Stillborn

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