Ognuno di noi ha quel gruppo che adora e nonostante provi ad inseguirlo per anni non riesce mai a vederli dal vivo, per un motivo o per un altro si impreca “sarà  per la prossima volta”, la quale non arriva mai.

Il mio spauracchio si chiamava Blue à–yster Cult un’accolita di ragazzetti di Long Island che incidono dischi fin dal 1967 con costante fortuna e tremendo talento, oltre al succitato talento di sfuggirmi dal vivo ad ogni tentativo di impadronirmi dei migliori biglietti disponibili, inclusi quelli eventuali per raggiugere la venue (valgono sicuramente un viaggio e una notte a dormire “da qualche parte”).

Immaginate la mia sorpresa quando, allertato da una delle dozzine di mailing list musicali a cui sono iscritto, me li ritrovo ai soliti 40 minuti di macchina di distanza. Già , Beverly Hills, la faccia patinata di Los Angeles, quella antitetica  ai barboni che prendono possesso del viale del tramonto dopo che i turisti hanno terminato di fotografare le stellette dei divi e la notte degli esclusi prende possesso del grande palco all’aria aperta.

Con mio sommo diletto non si tratta di un costosissimo teatro circondato da boutiques di Armani e Rolex, ma di una location dignitosissima dalla capienza di un migliaio di persone circa con un’ottima acustica e un possente impianto a minacciare le platee.

Non credo esistano persone adulte che non conoscano i beniamini, anche se per qualche malcapitato caso qualcuno non ricordasse il nome bastano due note di “Godzilla” per farsi riconoscere e dipanare ogni dubbio, ma meglio fare un riassuntino della loro ciclopica produzione: una trentina di milioni di dischi venduti, canzoni prestate a serie tv e pubblicita’, una delle prime band rock a spopolare su una neonata MTV (quando ancora trasmetteva musica), furibonde apparizioni in tutte le radio del pianeta, innumerevoli band che ne hanno inciso cover come Fu Manchu, Evanescence, Smashing Pumpkins, Sebastian Bach e ancor piùinnumerevoli citazioni come fonte ispiratrice dai Metallica a papà  Lemmy Kilmister ne fanno un’indubbia icona del rock’n’roll.

Ovviamente non trattandosi di liceali alla prima uscita non troviamo tutti i componenti originali,  la line up non è stata costante, ma le colonne portanti ci sono: Eric Bloom (voce, chitarra) e Donald Roeser (voce, chitarra) affiancati da bravi musicisti che li affiancano ormai da qualche anno: Richie Castellano (chitarra), Kasim Sulton (basso), Jules Radino (batteria).

Birra poggiata sulla comoda poltroncina, giùil sipario e come biglietto da visita servono The Red and The Black (ve lo devo dire che è una delle mie preferite, assieme a tutte le altre?) dritta come uno schiaffo in faccia; suono stupendo, voci caldissime e batteria a millemilla battute per secondo a ricordare il motivo per cui abbiamo pagato il biglietto. Dopo aver scavato un bel po’ nel passato arriva anche Burning for You, canzone che non mi fa impazzire, ma che nel 1989 ha spopolato in ogni radio mondiale per la sua vena quasi pop. La sera prosegue con SQUISITI fraseggi di Eric che fanno rimpiangere l’epoca in cui i chitarristi erano soliti metterci anima e non furibonde semibiscrome senza senso logico. La cosa che mi stupisce maggiormente sono proprio le due voci cristalline non intaccate dall’eta’ e la straordinaria abilita’ tecnica di Bloom che strappa applausi scroscianti e commenti superlativi dei miei vicini di posto ormai impazziti. Godzilla finalmente arriva e pare suonata con una pesantezza che ricorda i Black Sabbath, ce n’e’ abbastanza per la serata e invece non lesinano a proporre altri quattro brani dopo una breve pausa.

Signori, a leggere la carta d’identità  quasi non ci si crede, siamo sopra i 140 anni in due e se chiudete gli occhi gliene date la meta’, questi signori non hanno intenzione di ritirare la pensione perchè non ne hanno diritto, che siano costretti dal fisco e dalla casa discografica a stare nel posto a loro piùconsono, su palchi internazionali.

Chi li ha sotto tiro e non li va a vedere è un sacripante.

 

SETLIST
The Red and The Black – Golden Age of Leather – Before the Kiss, a Redcap – Burnin’ for you – Harvest Moon – The Vigil
ME262 – Buck’s Boogie – Then Came the Last Day of May – True Confession – Tattoo Vampire – Godzilla – (Don’t Fear) the Reaper – Encore: In the Thee – Black Blade – Cities on Flame with Rock and Roll

 

 

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