Buil2Kill Records  Febbraio 2018

Ritorno sulle scene per i Coram Lethe, band Italiana attiva dal 1999, che ci propone il successore dell’acclamato Heterodox, del 2012. I nostri sono dediti ad un Death Metal di stampo moderno, ricercato, ma di impatto innegabile. Il sound si è evoluto rispetto agli esordi, senza mai dimenticare le radici Death e l’impatto sonoro.

L’album si apre con l’intro Esoteric, brano strumentale di circa due minuti, in cui il pianoforte tesse una melodia carica di tensione, coadiuvato da effetti sonori di atmosfera. All’improvviso, mentre siamo intrappolati nell’atmosfera onirica dell’introduzione, il fragore della batteria ci catapulta nel vivo del lavoro: parte In Absence, un brano di enorme impatto, ricco di variazioni con tutte le sfumature tra blast beat e mid tempos. Il canto è grandioso, dotato della giusta cattiveria, ma sempre intelligibile e con linee variegate e mai “piatte”. Il ritornello, cadenzato su un tempo moderato, rimane immediatamente impresso.

Si prosegue con Food for Nothingness, che prosegue idealmente la linea tracciata dalla traccia precedente. La brutalità  si mischia sapientemente al gusto melodico, senza mai far prevalere uno dei due aspetti, ed il risultato è eccellente. Il timbro vocale di Giacomo Bortone, che a tratti ricorda Fernando dei Moonspell, ma in versione più”cattiva”, è perfetto per questo tipo di composizione. Le linee vocali si accordano perfettamente alla base sonora, con un risultato assolutamente degno di nota. Not Been Born mantiene alto il livello di tensione e risulta un brano piùaggressivo degli altri, un poco in stile Morbid Angel, sempre del periodo migliore. I Coram Lethe a questo punto ci stupiscono introducendo una parentesi melodica nel mezzo del brano, con un assolo veramente evocativo. Un perfetto esempio di come i nostri riescano a mantenere la tradizione senza ripetere pedissequamente quanto fatto nella storia del genere.

Cognitive Separation è un brano molto particolare, che ci propone un intreccio complesso di ritmica e canto di chitarra. Un esperimento tecnico riuscitissimo, che “acchiappa” già  dal primo ascolto, nonostante una certa complessità  compositiva.

Un intro in sordina introduce l maestosa Pain Represents Pained Representatives. E’ notevole come in questo lavoro dei Coram Lethe i brani siano tutti di pari qualità , non esistono cali di tensione o qualità . La passione unita alla perizia tecnica genera prodotti di qualità  elevatissima, ed i nostri hanno entrambe in abbondanza. In questo brano i nostri si divertono un poco con stacchi di tipo prog e tempi strani, ma sempre mantenendo un tiro che rende il tutto molto gradevole. Antimateria per contro è un brano molto piùdiretto e brutale, anche se non manca l’inermezzo jazzy. In ogni caso questa canzone ci ricorda ben bene che stiamo ascoltando un disco Death Metal!

La conclusione dell’opera è affidata a To rise Again, un brano piùragionato e sognante, quasi un lungo commiato dall’ascoltatore, che chiude un lavoro riuscito in ogni suo aspetto.

Un complimento va assolutamente fatto ai Coram Lethe: sannno dosare nel modo corretto la tecnica. I brani di questo album sono tendenzialmente complessi, articolati e molto tecnici, ma i nostri non scadono mai nel virtuosismo fine a se stesso: le canzoni sono tutte di impatto, facili da assimilare nonostatnte la trama complessissima che le compone. Questo è un pregio di non poco conto. I Coram Lethe dimostrano di essere musicisti di grande spessore, ma non indugiano troppo nell’ostentazione della loro perizia. Questo equilibrio rende In Absence  un must assoluto per gli amanti del Death Metal e non solo!

 

Track List

  1. Esoteric
  2. In Absence
  3. Food For Nothingness
  4. Not Been Born
  5. Cognitive Separation
  6. Pain Represents Pained Representatives
  7. Antimateria
  8. To Rise Again
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