Roadrunner Records – Ottobre 2008

Ecco che i “cattivi” Cradle Of Filth tornano a far parlare di loro con un nuovo e attesissimo album, “Godspeed On The Devil’s Thunder”. L’atteso ritorno era stato annunciato da Dani & soci, come l’album piùestremo, piùcomplesso e anche come il miglior lavoro che loro abbiano mai dato alla luce. Ma si sa bene che quando si parla di loro e delle loro affermazioni, non c’è mai da fidarsi del tutto, visto che da sempre ci hanno abituato a dichiarazioni “estreme-sconcertanti” che il piùdelle volte non si son rivelate reali e veritiere (trovate pubblicitarie, forse?).

Ma questa volta, devo dire, che mi hanno stupito per la verità  delle loro affermazioni, quindi meritano proprio fiducia perché le loro dichiarazioni riguardanti il nuovo lavoro, risultano in gran parte veritiere. Questo di certo non cancella che il precedente lavoro, “Thornography”, aveva deluso e sconcertato (in negativo ovviamente) anche i sostenitori piùaccaniti e convinti del combo inglese per via di un album anonimo, privo di appeal e di qualunque ispirazione. Ma, almeno per ora, possiamo voltare pagina e dedicarci all’ascolto di questo “Godspeed On The Devil’s Thunder”, definito dagli stessi vampiri inglesi come una sorta di compromesso tra lo stile di Midian e quello di “Dusk”… And Her Embrace”. E in realtà  non si sono sbagliati molto con questa affermazione perché sembra proprio che i “nostri” abbiamo ritrovato lo smalto e la cattiveria di un tempo, che li aveva fatti amare da così tanti fans fin dagli esordi.

Per il loro ottavo album in studio i Cradle hanno dato vita ad un concept incentrato sulla figura di Gilles De Rais, parente ell’eroina Giovanna D’Arco e noto soprattutto per essere un alchimista, sanguinario e spietato killer dei tempi che furono. La produzione di questo nuovo concept è stata affidata a Andy Sneap, mentre la voce narrante che si ode in molti passaggi delle song è quella di Doug Bradley (attore di Hellraiser). Da segnalare inoltre la buona presenza vocale di Sarah Jezebel che è entrata ormai a far parte del gruppo a tutti gli effetti, mentre in passato l’abbiamo vista solo di supporto in sede live. Le macabre danze sono aperte, come ci si poteva immaginare, dall’intro “In Grandeur And Frankincense Devilment Stirs”, dalle note spiccatamente sinfoniche che ci accompagnano fino alla prima vera traccia del platter. “Shat Out Of Hell” inizia con una velocità  massacrante e trascinante, grazie anche da una batteria in gran spolvero, e termina con un finale pirotecnico; un ottimo inizio questo insomma”… sembra che si avverte l’eco dei vecchi Cradle già  fin dal primo pezzo. Ma ecco qualcosa di veramente anomalo e inaspettato per i nostri cari vampiri inglesi. Sto parlando di “The Death Of Love”, una song alquanto strana che suona molto lontana dallo stile dei nostri; strizza piùl’occhio a sonorità  gothic-rock. E questo non è per forza un difetto anche perché sembra esser riuscita bene: un’ottima amalgama della voce clean di Sarah e della voce “sporca” di Dani da vita ad una traccia carica emotivamente, malinconica, ma cupa allo stesso tempo. Il cattivo Dani da il meglio di sé nella successiva “The 13th Caesar”, nella quale si evidenzia una buona capacità  del singer di variare e giocare anche un po’ col suo timbro vocale. Un attimo di respiro con “Tiffauges”: un brano della durata di circa 2 minuti, giusto per prendersi una pausa prima di proseguire il cammino nel mondo delle tenebre, grazie a “Tragic Kingdom”. Questa è, a mio avviso, uno dei pezzi migliori di questo lavoro: cattiva, sadica, veloce, irriverente, oscura, insomma tutto ciò che il combo inglese ha sempre incarnato in fatto di metal. In effetti, ricorda molto da vicino lo stile di “Midian”. Da evidenziare ancora una volta la grinta e la cattiveria che il singer mette in questa performance, la perfezione cronometrica della batteria e un ottimo assolo stridente di chitarra. I toni rimangono pressoché inalterati con “Sweetest Maleficia”, che presenta un ottimo impianto sonoro arricchito da una presenza orchestrale possente e coinvolgente. “Honey And Sulfur”, invece, è stato il primo singolo quindi in molti già  lo conosceranno bene. Ed ecco un punto un po’ critico dell’album: due song in successione dalla durata “eterna” (entrambe sfiorano i 9 minuti), ma allo stesso tempo anche la parte piùintensa e complessa dell’intero lavoro. La prima è “Midnight Shadows Crawl To Darken Counsel With Life”: una traccia in puro stile Cradle, fatta di continui cambi di tempo, di alternanza di parti di violenza allo stato puro e parti piùmalinconiche e cupe. La seconda è “Darkness Incarnate”, un vero capolavoro intriso di toni epici e di una drammaticità  disarmante. Si continua poi con “Ten Leagues “Beneath Contempt” e con la title-track “Godspeed On The Devil’s Thunder”. Chiusura  poi affidata a “Corpseflower”: outro dai toni fortemente epici e drammatici.

Insomma, questo è il ritorno dei Cradle: un buon ritorno senza dubbio, che ben fa sperare per il futuro dei cattivi vampiri inglesi. Almeno si spera”…

www.cradleoffilth.com

Tracklist:
1. In Grandeur And Frankincense Devilment Stirs
2. Shat Out Of Hell
3. The Death Of Love
4. The 13th Caesar
5. Tiffauges
6. Tragic Kingdom
7. Sweetest Maleficia
8. Honey And Sulphur
9. Midnight Shadows Crawl To Darken Counsel With Life
10. Darkness Incarnate
11. Ten Leagues Beneath Contempt
12. Godspeed On The Devil’s Thunder
13. Corpseflower

Band:
Dani Filth – voce
Paul Allender – chitarra
Dave Pybus – basso
Martin Skaroupka – batteria

Redazione
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