Nuclear Blast – Settembre 2010

Era stato preannunciato da piùparti che la dipartita dal sestetto norvegese del bassista/cantante Vortex e soprattutto del tastierista Mustis avrebbe procurato forti ripercussioni in termini di qualità  sulla musica dei Dimmu Borgir. E così è stato.

Diciamolo subito, tanto per evitare inutili giri di parole in sede di analisi: “Abrahadabra”, pur continuando a ricalcare le coordinate musicali che hanno contraddistinto il nuovo corso della band di Oslo (da “Puritanical Euphoric Misanthropia”, per intenderci), non convince appieno per molti, troppi motivi. Gli elementi orchestrali ci sono ancora, l’aura da ‘Symphonic Black Metal’ pervade anche questo nuovo lavoro, ma l’impressione è che Silenoz, Shagrath e Galder, unici membri superstiti della band, attualmente supportati da session men al basso, batteria e tastiera, abbiano tentato di mescolare la parte che rappresenta il loro punto di forza maggiore con elementi industrial e thrash, un po’ come ai tempi di canzoni come “Puritania”. Solo che il tutto sembra non essere stato amalgamato molto bene. Infatti, l’apertura affidata a “Born Treacherous” sembra il classico brano realizzato a compartimenti stagni, dove in una parte si suona un certo genere, nella successiva un altro ancora e così via fino al termine del brano. Per non parlare della successiva “Gateways”, dove comincia l’uso delle clean vocals che tanta fortuna hanno portato alla band negli album del nuovo corso. Ma, c’è un ma: ossia Vortex, che appunto si occupava delle parti pulite di voce non c’è più. Quindi, cosa hanno pensato bene di fare Silenoz & soci? Di sostituire la magnifica, possente ed evocativa ugola dell’ormai ex bassista con una voce a metà  strada tra il brontolìo di una vecchietta e le lagne di un lattante… bel risultato! Il mid tempo di “Chess with the Abyss” segna un vago ritorno alle atmosfere passate di “Enthrone Darkness Triumphant”, ma è solo una sensazione passeggera. Ciò che, invece, non passa per nulla è la sensazione che manchino troppe cose a livello compositivo e d’ispirazione… cose che Mustis, diventato in pochi anni il vero cervello della band riusciva ampiamente ad offrire. La conseguenza è che l’intero lavoro risente fortemente di un impoverimento sotto tutti i punti di vista, eccezion fatta per la produzione, come sempre superlativa. Bisogna attendere il tempo di ben 6 tracce per risvegliarsi finalmente al tempo di una bella sfuriata black degna dei vecchi tempi (“Ritualist”), dove l’apertura è affidata ad un arpeggio di chitarra acustica che proseguira a ritmo di blastbeat. Soprassediamo sul tentativo presente su  “The Demiurge Molecole” di mescolare black metal e new wave e diciamo che da qui fino al penultimo brano la velocità  aumenta considerevolmente ma non sempre con risultati positivi.

Amati o odiati, i Dimmu Borgir hanno sempre avuto il pregio di offrire lavori curati fin nei minimi dettagli e di aver portato una certa ventata di freschezza ad un genere come il black metal, ormai giunto ad un vicolo cieco: c’è chi la chiama coerenza, chi invece la considera un’incapacità  intrinseca di chi lo suona ad espandere le proprie competenze in campo musicale, ma a noi non interessa. Ciò che è piùimportante sottolineare in questa sede è che i Dimmu Borgir, a differenza di molti altri, sono riusciti ad andare oltre, abbattendo il muro dettato da un genere musicale estremamente intransigente come il black metal e lo hanno fatto con successo. Ma ciò che ci hanno proposto con “Abrahadabra”, non ha nulla a che vedere con tutto ciò: non con le esecuzioni fastose di “Puritanical Euphoric Mysanthropia” o di “Death Cult Armageddon”, nè tantomeno con il puro genio oscuro espresso in “Enthrone Darkness Triumphant”. I Dimmu Borgir di oggi sono una copia sbiadita di ciò che sono stati… e questo non può che rattristarci.

www.dimmu-borgir.com

Tracklist:
1. Xibir
2. Born Treacherous
3. Gateways
4. Chess With The Abyss
5. Dimmu Borgir
6. Ritualist
7. The Demiurge Molecule
8. A Jewel Traced Through Coal
9. Renewal
10. Endings And Continuations

Band:

Shagrath – voce
Silenoz – chitarra
Galder – chitarra

Session members:
Daray – batteria
Cyrus – basso
Brat – tastiere

 

 

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