Autoprodotto – Dicembre 2017

Electric Mountain da Mexico City. Sono tre i giovanissimi componenti di questa stoner rock band che si tuffa in maniera spietata in quel mare acido e contorto della psichedelia utopica e sognatrice, malinconica e potente.

L’album, che in quanto debut come di consueto porta il nome della band, è un concentrato di potenza martellante, un insieme di riff devastanti che in pieno rientrano nella scuola di matrice classica in vede stoner, sludge e doom farla da padrone. Un suono deciso e vigoroso caratterizza ‘Electric Mountain’ dall’inizio alla fine e devo dire che non stanca affatto, nonostante a volte sembra essere ripetitivo. Ma agli amanti del genere poco importa. I brani si susseguono con veemenza e cruda bellezza. Non c’è un attimo di pausa e di respiro e risulta sempre difficile riuscire a riprendere fiato fra un brano e l’altro. L’unico attimo di pace intriso di inquieta tristezza è l’acustico e strumentale ‘Into The Maelstrom‘. Il resto è un tuffo nelle sonorità  degli anni settanta, bellissime, curate e soffocanti.

A proposito di sonorità . Devo confessare che il lavoro, sotto questo aspetto, è molto curato e ricihiama, mantenendo l’attualità  e la modernità  di intenti, il classico sound in cui tutto era sperimentazione concreta, dinamica e potente, pur fumosa e acre. Il suono è schietto e diretto, potente e splendidamente bilanciato. La voce acida e lontana proviene dalla caverna della mente, dalla zona piùoscura della nostra psiche. Sono contento di aver conosciuto questi tre messicani che hanno rinvigorito e speziato il nostro amato rock’n’roll.

Non saprei quale brano proporre come simbolo di questo pungente lavoro. Credo sempre che l’apertura rappresenti il giusto momento per una band, quindi all’alzarsi del purpureo sipario mi sono imbattuto in ‘Free Woman‘ e quindi dico che questa traccia può riassumere il senso di tutto il lavoro degli Electric Mountain. Ma lo so, sono riduttivo. Fino all’acustica ‘Into The Maelstrom‘ tutto è un susseguirsi di oscura potenza e bellezza malinconica (di nuovo). Un treno acido in perenne corsa: ‘Space Rocket‘ (con le sue cadenza da headbanger), ‘Dune‘, ‘Going Under‘. Senza sovra incisioni e senza fronzoli ecco la bellezza di questo album, semplice nella sua oscura durezza, non proprio carico di originalità , ma a chi importa. E perchè no anche ‘Green Mountain Side‘, ‘Down On The Road‘ e ‘Heavy Stone‘. Quindi tutto!!!

Grazie Elecric Mountain!

p.s.: Gibran e JB sono tutti e due mancini… che c’entra direte voi? non so, curiosità …

www.facebook.com/TheElecMountain

Tracklist:
1. Free Woman
2. Space Rocket
3. Dune
4. Going Under
5. Into The Maelstrom
6. Green Mountain Side
7. Down On The Road
8. Heavy Stone

Band:
Gibran – voce, chitarra
Max – batteria
JB – basso

 

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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