Ultima data in Italia, quella a Verona, dopo le doppie date di Roma e Pompei, per i concerti a supporto dell’ultimo “Rattle than Lock” per lo storico chitarrista dei Pink Floyd David Gilmour. Il tour, che sta andando avanti da circa un anno, ha spinto Gilmour a ritornare on the road nel 2015 dopo ben nove anni di assenza dai palcoscenici. Nonostante le sei date previste in Italia, biglietti esauriti in pochi secondi (a parte le date di Pompei visti i prezzi esagerati) e soliti bagarini presenti all’esterno.

L’arena di Verona, gremita in ogni posto, accoglie con un boato e un forte applauso il nostro, vestito in t-shirt e pantaloni neri, alle nove in punto. Suoni perfetti, palco minimale sormontato dal monitor tondo di floydiana memoria, e una band solida sono le componenti ideali a supporto di Gilmour.

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Si parte con le note di “5 A.M.” tratta dall’ultimo album. Seguono “Rattle That Lock” e “Face Of Stone”, ma il primo brivido per il pubblico viene dalla floydiana “What Do You Want From Me”. Scaletta leggermente differente dal giorno prima, con una “The Great Gig in the Sky” che scalda gli animi dei presenti. Segue “A Boat Lies Waiting” tratta da “Rattle than Lock” ma il pubblico non attende altro che cantare in coro “Wish You Were Here”. Un Gilmour quasi compiaciuto sorride e ringrazia. Si prosegue con le pinkfloydiane “Money”, “In Any Tongue” e la malinconica “High Hopes” scandita dai rintocchi delle campane e da un lungo e incantevole solo alla slide guitar. Si conclude così il primo atto del concerto, tutti in piedi ad applaudire il chitarrista, che va nelle quinte per quindici minuti di pausa. Si riparte con la psichedelica “Astronomy Domine”, che incanta tutti con i suoi giochi di luce lisergiche e colorate, e seguono a ruota “Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V)”, dedicata a Syd Barret (a circa 10 anni dalla sua morte, ndr),  “Fat Old Sun” e “Coming Back to Life”. Il pubblico non contiente la gioia e applaude un divertito Gilmour. Dopo la buona “On an Island” e un altro paio di estratti solisti, meno apprezzati, si chiude il secondo set con “Sorrow” e “Run Like Hell”. Il marchio di fabbrica del chitarrista dei Pink Floyd è ancora evidente e il suono inconfondibile, seppur con piccole sbavature, ma tutte perdonate dal pubblico, che è letteralmente in estasi. Si chiude con i bis di “Time”, “Breathe” e la meravigliosa “Comfortably Numb” e il lungo assolo di Gilmour.

Ovazione collettiva dei presenti, luci accese, ringraziamenti da parte di tutti i musicisti. Empatia ed emozione scandiscono l’uscita del pubblico. E la storia della musica si è vissuta ancora una volta.

Set 1:
5 A.M. – Rattle That Lock – Faces of Stone – What Do You Want From Me – The Blue – The Great Gig in the Sky – A Boat Lies Waiting – Wish You Were Here ”“ Money – In Any Tongue – High Hopes

Set 2:
Astronomy Domine – Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V) – Fat Old Sun – Coming Back to Life – On an Island – The Girl in the Yellow Dress ”“ Today ”“ Sorrow – Run Like Hell – Encore: Time Breathe (Reprise) Comfortably Numb

 

 

 

 

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