Mascot Label Group ”“ Novembre 2017

Era da tanto tempo che non sentivo parlare dei Galactic Cowboys, band texana che ebbe un buon momento di popolarità  nei primi anni novanta con i primi due album (vi consiglio vivamente l’ascolto di ‘Space In Your Face’ del 1993), per poi rimanere ingiustamente nell’ombra, pur producendo dell’ottima musica. Insomma il classico esempio di “next big thing” che purtroppo non ha raccolto quanto in realtà  meritava.

Attivi con regolarità  fino al 2000, ritornano oggi dopo una pausa discografica di diciassette anni con un nuovo album, ‘Long Way Back To The Moon’, undici brani piùdue bonus nell’edizione speciale. Le coordinate stilistiche sono rimaste praticamente invariate, per chi non li conoscesse, la loro proposta è riconducibile ai King’s X, anche se le influenze metal sono decisamente piùmarcate, il tutto impreziosito da alcuni innesti prog e psichedelici.

L’opener ‘In The Clouds’ ci riporta indietro nel tempo, una traccia che racchiude in quasi sette minuti tutte le caratteristiche del sound dei Galactic Cowboys, l’irruenza del rock incontra la dolcezza delle melodie vocali tanto care ai Beatles. I nostri texani non si sono dimenticati di saper picchiare duro sugli strumenti, ‘Blood In My Eyes’, ‘Zombies’, ‘Hate Me’ mettono in risalto il lato piùmetal della band, con delle ritmiche di chitarra vicine al thrash metal contrapposte dalle solite sognanti aperture melodiche.

La varietà  di stili è una delle caratteristiche dei Galactic Cowboys, che riescono a mantenere una precisa identità  e coerenza, pur spaziando tra diversi generi musicali, mischiandoli tra loro sempre in modo naturale e spontaneo. ‘Amisarewas’, uno dei brani migliori, dimostra come si possano ancora scrivere canzoni originali ed emozionanti, senza seguire delle precise regole, che a volte limitano la creatività . L’imprevedibilità  è un altro aspetto che caratterizza in modo massiccio questo album, all’inizio di ogni canzone non sai mai cosa aspettarti, e le sorprese di certo non mancano. Altri ottimi brani sono ‘Agenda’, ‘Losing Ourselves’ e la title track, sempre ispirati e coinvolgenti, una conferma che i Galactic Cowboys il loro lavoro lo sanno fare decisamente bene.

In chiusura due bonus track, ‘Believing The Hype‘ e ‘Say Goodbye To Utopia‘ che non fanno altro che alzare il livello qualitativo (già  alto) di questo album. ‘Long Way Back To The Moon’ è un piacevole diversivo alla staticità  e all’appiattimento che sta coinvolgendo il music business. Abbraccio (simbolicamente) i Galactic Cowboys, un ritorno che non mi aspettavo, ma che mi ha dato un briciolo di speranza, in fondo non tutto è ancora perduto.

Una curiosità : la formazione è la stessa degli esordi, e scusate se è poco.

www.galacticcowboys.com

Tracklist:

1.In The Clouds
2.Internal Masquerade
3.Blood In My Eyes
4.Next Joke
5.Zombies
6.Drama
7.Amisarewas
8.Hate Me
9.Losing Ourselves
10.Agenda
11.Long Way Back To The Moon
12.Believing The Hype (Bonus Track)
13.Say Goodbye To Utopia (Bonus Track)

Band:

Monty Colvin ”“ basso, cori
Alan Doss ”“ batteria, cori, tastiere
Dane Sonnier ”“ chitarra, cori
Ben Huggins ”“ voce, chitarra

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