EMI – Settembre 2006

Recensire ogni nuovo lavoro degli Iron Maiden non è mai una cosa facile, questo perchè non sono una semplice band, ma si possono considerare l’impersonificazione dell’heavy metal e per questo, e a giusta ragione, da loro ci si aspetta sempre il massimo, un colpo ad effetto ed un qualcosa di particolare che solo loro sono in grado di fare. Da questa premessa si può pensare che il loro ultimo cd ” Matter of Life and Death” tradisca le attese, ma così non è, anzi, però non ci sentiamo di condividere il parere dell’autorevole rivista musicale Kerrang! che lo ha promosso a pieni voti annoverandolo tra i capolavori della band inglese. A mio giudizio i capolavori sono altri e, nel caso dei Maiden basta citare album quali “Killers” o “The Number of the Beast” che sono delle vere e proprie pietre miliari del metal, ma è altrettanto vero che non si può giudicare un disco paragonandolo a quanto di buono o di sbagliato fatto negli anni. Bisogna comunque pensare che questo è il loro 14”º studio album suddivisi in ben 26 anni dalla pubblicazione di un altro capolavoro quale l’omonimo “Iron Maiden” e quindi qualche piccola pecca gliela si deve perdonare.

E allora partiamo proprio con le noti dolenti dell?album che, comunque, si limitano alle sole due track “The Longest Day” e “Out Of The Shadows” nelle quali si trova qualcosa di già  sentito e dai cori fin troppo ripetitivi soprattutto in “Out Of The Shadows” troppo somigliante a “Wasting Love”, presente su “Fear of the Dark”, e che non è proprio da annoverare tra i cavalli di battaglia degli Iron Maiden. Per il resto l’album è un ottimo lavoro nel quale si alternano canzoni molto lunghe ed articolate, ricche di entusiasmanti cambi di tempo che sono un vero e proprio marchio di fabbrica della Vergine di ferro e che sono quel qualcosa in piùche solo loro sono in grado di fare e di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo. A differenza di molti dei loro precedenti album, qui la stesura dei pezzi non è una prerogativa del padre-padrone Steve Harris, ma questo non è affatto un male, anzi, nota di merito va all?atipico singolo “The Reincarnation Of Benjamin Breeg” scritta a due mani da Harris eDave Murray che, ogni qual volta si cimenta nel songwriting, non fa altro che arricchire di perle la gia notevole discografia del suo gruppo. Altra citazione particolare va alla conclusiva “The Legacy” che chiude degnamente un ottimo album che forse ha bisogno di piùdi un ascolto per essere ben assimilato perchè mai come questa volta, se si esclude l’opener “Different World” non ci sono pezzi diretti e veloci, cosa questa che non deluderà  i fan dei >Maiden, anzi, sicuramente riuscirà  a fare nuovi proseliti per lo storico gruppo britannico.

La critica iniziale è dovuta forse alla eccessiva passione che ho per la band e che dalla quale non vorrei mai ascoltare una sola nota fuori posto, ma i Maiden sono sempre i Maiden, il gruppo metal per eccellenza, il piùamato di tutti e, a dimostrazione di ciò, “A Matter of Life and Death” è già  in testa alle classifiche di mezzo mondo, Italia compresa, e non è un caso se il loro imminente tour è già  praticamente sold out da svariati mesi in tutte le loro date, incluse quelle del 2 e 3 dicembre a Milano dove, ovviamente, saremo presenti anche noi di Long Live.

www.ironmaiden.com

Tracklist:
1. Different Worlds
2. These Colours Don’t Run
3. Brighter Than a Thousand Suns
4. The Pilgrim
5. The Longest Day
6. Out Of The Shadows
7. The Reincarnation Of Benjamin Breeg
8. For The Greater Good Of God
9. Lord Of Light
10 The Legacy

Band:
Bruce Dickinson – voce
Dave Murray – chitarra
Adrian Smith – chitarra
Janick Gers – chitarra
Steve Harris – basso
Nicko McBrain – batteria

Redazione
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