EMI – Agosto 2010

Non so se capita anche a voi… ma io quando ho tra le mani un album dei sommi Iron Maiden ho sempre un po’ di timore! Non timore reverenziale nei confronti di chi ha scritto pagine inossidabili dell’heavy metal ma timore di non riconoscerli, di assistere ad un passo falso e doverlo ammettere… restando assai deluso! Bhè, una volta fatti questi pensieri allegri ed asciugate le mani dl sudore… mi rompo i cog**oni e strappo il cellophane del cd e lo faccio partire a volume decente (devo pur sempre sentire in maniera “distaccata” un album… non stordire i miei sentimenti!).

Dopo un primo ascolto sembra che gli Iron in “The Final Frontier” abbiano voluto cercare atmosfere un po’ diverse dal solito ed orientate al futuribile (c’è anche l’impiego, timido, delle tastiere), soprattutto se si ascolta con attenzione l’intro alla title-track “The Final Frontier” che apre anche il lavoro della vergine di ferro. Purtroppo, va detto, che non è che i nostri abbiano poi osato tanto, col risultato che le contaminazioni sono troppo artefatte ed appesantiscono le linee dei brani. Ad esempio, la open track poteva durare quasi la metà  ed avere una intro di 30 secondi col risultato di essere molto piùdiretta”…  Resta, comunque, inattaccabile il fatto che gli Iron Maiden come strumentisti sono indiscutibilmente bravi, anche quando non sudano per gli arrangiamenti”…!!! Ho notato che in “The Final Frontier” la batteria è piùsobria, senza perdere di timbrica e presenza, con un risultato armonico totale decisamente migliore rispetto agli ultimi lavori; Mr Steve Harris non sbaglia una nota delle scale del suo basso, e questo si sa già , come pure i caldi assoli ed i cambi di tempo di Dave Murray e Adrian Smith… di Janick Gers non voglio parlare (non saprei che dire, per me, non mette e non leva”…); infine, Bruce Dickinson è in buona forma, anche se in alcune tracce come la numero 4, “Coming Home”, sembra raggiungere le tonalità  alte con un po’ di difficoltà , a dire il vero, e malignamente, mi sa che l’arrangiamento non è stato proprio felice per le sue corde”…

Vogliamo dire qualcosa di piùsui 10 brani che compongono “The Final Frontier”? Vi accontento subito”… Alcune tracks sono tipicamente Iron (come ci hanno ormai abituati da troppi anni) e dopo un po’ risuonano come già  sentite; certo, c’è qualche pezzo che, nonostante sembri uscito, senza offesa per i collezionisti, dal vinile, lascia positivamente il segno come “Mother of Mercy” o la potente “The Alchemist” (mi piace davvero tanto forse pure per le atmosfere N.W.O.B.H.M. che mi fanno ricordare quand’ero ragazzino!); molto bella, ed anche atipica, è pure la sesta traccia “Isle of Avalon”; infine, si fa ascoltare con piacere anche “The Talisman” che dopo un’intro acustica-folk mostra il marchio di fabbrica dei Maiden. La title track e la successiva “El Dorado” non entusiasmano certamente… ma mai quanto l’ibrida “Starblind” troppo piena di cambi di tempo, atmosfere rarefatte ed attacchi quasi prog da sembrare un pezzo incompiuto… e come tale se ne poteva pure fare a meno! I restanti brani sono ascoltabili ma non mi hanno regalato particolari emozioni… ma nemmeno mi hanno fatto guardare il timer del lettore nella speranza che passassero presto.

A conti fatti gli Iron Maiden sono un’istituzione e, al tempo stesso, sono istituzionalizzati e lo hanno dimostrato anche con “The Final Frontier”… ci saranno sempre quelli che diranno che “gli Iron sono sempre i migliori” accanto a quelli che diranno che “I Maiden dovevano andare in pensione dopo Somewhere in Time” e, in mezzo, sporadici, ci saranno quelli che diranno “a me gli Iron Maiden non sono mai piaciuti, ho sempre amato i Metallica”… ma molti di questi compreranno, magari di nascosto anche dalla loro coscienza, “The Final Frontier”… e gli Iron scaleranno le chart mondiali in pochi giorni…q uindi fatevene una ragione e, se vi va, andate a comprare questo cd… in caso contrario, tranquilli, i Maiden non finiranno all’ospizio dei poveri”…

www.ironmaiden.com

Tracklist:
1. Satellite 15… The Final Frontier
2. El Dorado
3. Mother of Mercy
4. Coming Home
5. The Alchemist
6. Isle of Avalon
7. Starblind
8. The Talisman
9. The Man Who Would Be King
10. When the Wild Wind Blow

Band:
Bruce Dickinson – voce
Dave Murray – chitarra
Adrian Smith – chitarra
Janick Gers – chitarra
Steve Harris – basso
Nicko McBrain – batteria

Redazione
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