Melodija – 1990

Il verbo del metal, negli ’80, si sparse ovunque, anche in posti, all’epoca, culturalmente irraggiungibili e questo lavoro ne è assoluta testimonianza. I Katedra provengono infatti da Vilnius in Lituania e questo disco, come moltissimi altri del periodo è stato registrato da “Melodija”, una sorta di agenzia statale dedita alla pubblicazione della musica. Fa sorridere ma non è successo nell’età  della pietra ma “solamente” venticinque anni fa. Bando alle ciance, scopriamo questo “Mors Ultima Ratio“.

La prima, omonima, song è solo un’intro strumentale che non desta piùdi tanto scalpore. Con la seguente “Smeklos” si scoprono finalmente le carte. Si tratta di un power metal decisamente compatto e credibile nonostante il cantato sia in lingua madre. La registrazione è approssimativa, bisogna alzare parecchio il volume per sentire il disco, tutto è piuttosto lontano ma, ciò che si sente è veramente roba tosta!!! La voce ha una timbrica interessante ed ogni tanto infarcisce le sue già  ragguardevoli capacità  canore con l’uso intelligente del falsetto, alla King Diamond, senza esasperarlo, diciamo, per meglio capirci, un minuto raggruppando tutti i solchi del vinile. Il brano è d’effetto e la composizione è molto intricata con parecchi incastri marcatemente venati di prog. A volte sembra di udire un pezzo antesignano di symphonic metal. Il tastierista infatti non è inserito nè citato nella formazione a cinque segnata sulla backover ma esiste e si sente, anche se non esagera nelle sue comparsate. La batteria è arrembante e le chitarre suonano che è una favola. L’assolo, come molti altri contenuti in questi otto pezzi effettivi, è di impostazione classica ma eseguito da un guitar hero. Molte volte torna alla mente Malmsteen.

“Requiem Mamai”ci accoglie con una vocina soave ed il brano inizia con fare epico ed il resto del pathos lo aggiunge Pouilas Meskela, il frontman. La traccia è breve e siamo immediatamente su “Duasiu Selsmas”. Il lituano non è famoso per essere una lingua musicale ma vi assicuro che, nonostante questo vistoso handicap, i brani sono godibili ed orecchiabili. Anche questo pezzo è molto elaborato, ricercato e perfezionato con molti stacchi e rallentamenti, repentine accelerazioni ed effetti sonori tutti mirabili e di buon gusto. C’è da dire che l’orientamento di questa canzone è piùsul class metal che le precedenti ma non va ad intaccare un album che posso definire eccelso, e non tendo mai ad esagerare per natura quindi… credetemi! “Fela” inizia il secondo lato. Praticamente, in questo brano strumentale, c’è un assolo perpetuo dal moto gaio alla Helloween a momenti piùdirezionati verso Satriani o altri supereroi delle sei corde.

“St. Vitus” parte alla Iron poi la voce gli conferisce un tocco di magia ed il power qui contenuto vola alto. Mi prenderete per pazzo ma quest’idioma, sentito fluire nelle canzoni, assomiglia molto a quanto sentito fare dai Loudness nei loro pezzi cantati in giapponese! Il pezzo riesce ad avere anche una parte centrale horror/doom per poi mutarsi repentinamente verso lo speed con un ritornello superbamente incalzante. “Pilnatis” è un’intro acustica che serve da apripista per “Budelis”, un pezzo molto cadenzato e “stoppato” dove, piùche mai il singer gioca, con la voce, ad imitare (alla grande) sua maestà  King Diamond. Un altro fulgido esempio di heavy metal vario e ben strutturato. Impeccabile.

“Mors Ultima Ratio” chiude questo disco. Ma non lo apriva?!? Si, solo che all’inizio era un incipit, adesso è un brano vero. La partenza ad effetto ci sposta i capelli a causa della sua velocità . Al singer sono concesse solo due misere strofe che utilizza per cantare da tenore (!), a seguire un bilanciatissimo intreccio chitarre/tastiera chiude questo disco fenomenale. Non so, francamente, che altro aggiungere. Il disco stupisce, sia per dove, geograficamente, era ubicata la band, sia per il contenuto, per molti versi anticipatore di molte sonorità  che andranno ad essere in auge molti anni dopo. Lo ritengo un vero gioiello. Da avere e soprattutto da ascoltare. A seguire, i nostri (tutt’ora in attività ), produrranno un altro disco un paio di anni dopo con sonorità  un pò diverse, molto piùdark ma, questa, è un’altra storia…  Non ho idea se esista in digitale ma se esistesse non esitate nell’acquisto, non ne rimarrete delusi. Garantito. In vinile non è così impossibile da trovare soprattutto se si bazzica nell’est Europa.

Quotazione: Katedra – Mors Ultima Ratio: 70/100 euro

www.katedrainrock.com

Tracklist:
1. Mors Ultima Ratio
2. Å mÄ—klos
3. Requiem Mamai
4. Dvasių Šėlsmas
5. FÄ—ja
6. St. Vitus
7. Pilnatis
8. Budelis
9. Mors Ultima Ratio

Band:
Povilas Meškėla- voce
Ričardas Laginauskas – chitarra
Romas Rainys – chitarra
Algimantas Radavičius – basso
Marius Giedrys – batteria

 

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