18 Settembre 1987 – siamo nel bel mezzo della rivoluzione hairglam metal made in L.A.

Eyeliner, lacca, paillettes sostituiscono borchie e pelle”… le tastiere sono parte integrante del sound ormai piùpop che metal e anche una solida realtà  di puro e semplice hard rock come i Kiss pur provenienti da un trittico di album di ottimo tiro come Lick It Up, Animalized e Asylum ne vengono letteralmente travolti. “Crazy Nights” è in assoluto la produzione piùpop (molto di piùdel pur commerciale Unmasked del 1980) della band.

“Crazy Nights” è figlio dei suoi tempi, ma risente in modo pesante anche di quanto stava da tempo succedendo all’interno della band, con un Gene Simmons ormai disinteressato delle sorti della sua stessa creatura e preoccupato solo di produrre altre band (nessun successo particolare) e di lanciare (con risultati a dir poco pessimi), la sua carriera di attore. Il timone viene lasciato ”“ anzi, letteralmente “mollato” a Paul Stanley creando nello storico duo una frattura che porta i Kiss ad un passo dallo scioglimento. Lo Starchild però non ci sta e prende la band per mano, lavorando con produttori e compositori esterni (i pezzi migliori sono figli dell’ormai epica e consolidata collaborazione con Desmond Child) e dando per la prima volta spazio ad Eric Carr e Bruce Kulick anche in veste di compositori e arrangiatori. Il risultato è palesemente orfano della mano pesante e ispirata del “Demone”. Fatta eccezione per la sola “Hell or High Water” i pezzi a firma Gene Simmons, sono forse i peggiori mai pubblicati a suo nome. All’opposto, le produzioni targate Paul Stanley, risultano in gran parte fresche, vivaci, armoniche, perfettamente in linea con il sound di metà  anni ottanta. Certo, la tastiera impera.. ma del resto Jump dei Van Halen aveva aperto strade prima impensabili per band hard rock ed in quel momento ci stavano, anzi, ci stavano proprio bene! Vogliamo poi parlare della voce di Paul?! Il top del top (ero presente al Monster of Rock 1988 di Modena dove i Kiss hanno suonato prima degli Iron Maiden e ricordo perfettamente una Detroit Rock City semplicemente pazzesca, Paul era al massimo delle sue potenzialità  canore!). Le impossibili scale vocali disegnate in “I’ll fight hell to hold you”, le tonalità  altissime raggiunte nelle bellissime e toccanti “My Way” e nella ballad “Reason To Live” per arrivare alla title track “Crazy Crazy Nights” che regalerà  alla band un’ inaspettata Hit mondiale facendo volare l’intero album nella top ten in UK e USA.

Grazie al traino delle ottime vendite, nel successivo tour da headliner verranno proposte diverse canzoni tratte dall’ album, mentre negli anni a resistere, se pur a tempi alterni, nelle scalette, sarà  la sola “Crazy Crazy Nights”. Un capitolo intermedio della gloriosa storia dei Kiss, che se ascoltato senza pregiudizi ed inserito nel contesto degli anni in cui è stato pubblicato mantiene una sua validità  compositiva e del resto, come canta Paul: “This is my music, it makes me proud, these are my people and this is my crowd”… e noi lo saremo sempre, fino alla fine!

TRACK LIST:
1. Crazy Crazy Nights
2. I’ll Fight Hell to Hold You
3. Bang Bang You
4. No, No, No
5. Hell or High Water
6. My Way
7. When Your Walls Come Down
8. Reason to Live
9. Good Girl Gone Bad
10. Turn On the Night
11. Thief in the Night

BAND:
Paul Stanley – Voce e chitarra
Gene Simmons – Voce e basso
Eric Carr – Batteria
Bruce Kulick – Chitarra

 

1 Comment

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    Lo acquistai all’epoca su musicassetta, consumata in seguito dagli innumerevoli ascolti.
    Non il migliore disco dei Kiss ma sicuramente una testimonianza più che valida di un’epoca irripetibile e per alcuni aspetti controversa.
    Concordo con Mauro nel dire che Paul Stanley qui è al massimo delle sue notevoli potenzialità canore.

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