Atlantic – Maggio 2010

Se il 2009 ci ha riportati alle atmosfere che si respiravano nei primi anni ’90, grazie al ritorno sulle scene di due band fondamentali dell’epoca, ossia i Pearl Jam (con un pessimo album) e gli Alice in Chains (con un quasi-capolavoro), il 2010 cerca di non essere da meno, riproponendoci una di quelle formazioni che, se negli anni dello strapotere di Seattle in campo musicale non segnò indelebilmente la storia, quantomeno regalò a noialtri qualche piacevole momento di svago, grazie ad una serie di singoli ben riusciti come “Plush”, “Vaseline”, ma soprattutto il tormentone “Interstate Love Song”. Parliamo dei redivivi Stone Temple Pilots, i quali, va sottolineato, possono essere ascritti al movimento di Seattle pur non facendone parte integrante (dato che provengono dalla California), ma non si può negare che la loro musica abbia piùdi un punto di contatto con formazioni come quella dei Pearl Jam. Del resto, a quel tempo non erano poche le band che, pur non essendo dichiaratamente “grunge” e pur non essendo nemmeno di Seattle, salirono volentieri sul carro dei vincitori, cercando di somigliare musicalmente ed esteticamente a Vedder, Cobain & soci, piùdi quanto non lo fossero gli originali.

C’è comunque da dire che, con i Pilots, le somiglianze erano piùrintracciabili nelle produzioni passate, specie nell’album d’esordio. Il lavoro col quale si sono ripresentati sulle scene, invece, gode sicuramente di una maggiore libertà  compositiva. “S.T.P.” contiene davvero un po’ di tutto: dall’hard rock di razza dell’opener “Between the Lines” al post-grunge di “Take a Load Off”, dal blues di “Huckleberry Crumble” alle sonorità  anni ’70 di “Hazy Daze”, passando per momenti altamente “easy” come “Cinnamon” e la conclusiva “Maver”. Non c’è un vero e proprio filo conduttore che colleghi i vari episodi del platter e questo offre un risultato finale alquanto discontinuo anche sotto il profilo della qualità , ma nel complesso possiamo dire che il disco fila via piacevolmente e che di sicuro è di gran lunga meglio delle loro ultime produzioni. La lontananza di questi ultimi anni, quindi, ha reso bene e forse i vari progetti che hanno visto protagonisti i vari componenti della band (soprattutto la militanza di Scott Weiland nei Velvet Revolver) può essere servita a rinvigorire una formazione che era ormai ridotta all’ombra di sé stessa.

Meno derivativi di un tempo, piùliberi da esigenze di mercato di produrre buona musica: questi sono gli Stone Temple Pilots che ci restituisce il 2010, ma direi che è davvero arduo poter fare dei pronostici circa da durevolezza di questa reunion, specie se si considera l’instabilità  di Weiland, da sempre (per così dire) schiavo dei principi attivi. Ai posteri l’ardua sentenza.

www.stonetemplepilots.com

Tracklist:
1. Between The Lines
2. Take A Load Off
3. Huckleberry Crumble
4. Hickory Dichotomy
5. Dare If You Dare
6. Cinnamon
7. Hazy Daze
8. Bagman
9. Peacoat
10. Fast As I Can
11. First Kiss On Mars
12. Maver

Band:
Scott Weiland – voce
Robert DeLeo – basso
Dean DeLeo – chitarra
Eric Kretz – batteria

 

Redazione
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