Lifeforce ”“ Maggio 2015

Amo da sempre il grind core e le band che suonano questo genere musicale, perché hanno quell’approccio selvaggio, fisico e furioso che non ha limitazioni o riserve di nessun tipo. Negli anni sono rimasti pochissimi gli stili musicali incontaminati, oltranzisti, senza evoluzioni stilistiche, e che per funzionare a dovere devono appunto rimanere puri nella loro essenza. Il grind core è uno di questi”…

Non è musica per tutti, non è facile da ascoltare (deve essere capita per ciò che vuole comunicare prima di tutto senza badare il piùdelle volte alla tecnica) e soprattutto la ami oppure ti fa schifo, se non addirittura fastidio. Un po’ come accade per il black metal vero e puro.

Certo nel tempo le band si sono adattate ai tempi, e le capacità  individuali, le registrazioni e via dicendo si sono evolute rendendo ancora piùviolenta e devastante la loro proposta.

I Teethgrinder fanno parte di quella categoria di gruppi che mi piace definire “grind core moderno”. Tecnica strumentale sopra la media, registrazione nitida ma al tempo stesso carica di quella rabbia che solo le produzioni “low budget” sapevano dare, e poi la velocità  tanto elevata da arrivare a creare quasi il caos in molte parti!

I primi con cui fare un paragone sono i grandi Gadget (svedesi), oppure i Rotten Sound (finlandesi) e i loro conterranei, gli olandesi Last Days of Humanity. La miscela è questa: parti ultra veloci alternate ad altre in pieno stile D-Beat, unite a riff tanto feroci quanto semplici ed efficaci. La voce come da copione, è un foglio di carta vetro che vi scortica la faccia gridando frasi contro il sistema e il potere. Non devono esserci variazioni sul tema, altrimenti si perderebbe lo spirito e la natura di questo stile musicale, che può ancora realmente definirsi estremo. Nell’album troviamo 12 pezzi che durano in media 1 minuto e mezzo e sono suonati con tutta la furia possibile. Nel complesso non è un disco per cui gridare al miracolo, ma sicuramente è un lavoro onesto e sincero, che non svetta per originalità , però di sicuro farà  la sua porca figura e la felicità  degli amanti del genere.

Se siete cresciuti ascoltando i Repulsion, per poi passare alla corte dei Nasum e finire i vostri giorni a farvi rompere le ossa dai Feastem, supportate i Teehgrinder perché se lo meritano.

www.facebook.com/Teethgrinder

Tracklist:
1. Rites of Sorrow
2. Hope in Death
3. Waste
4. Desolation
5. Death of the Individual
6. Medusa
7. Iron Jaw
8. Discomfort
9. 187
10. Existence = Punishment
11. Means to My End
12. Misanthropy

Band:
Jonathan Edwards – voce
Mart Wijnholds – chitarra
Jabe Piter Faber – basso , voce
Wieger Jan Scheper – batteria

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