La classe non è acqua e con queste cinque parole si riassume il live de The Dead Daisies tenutosi ieri sera al Druso di Ranica, provincia di Bergamo. Uno show così trascinante, musicisti che non hanno bisogno di nessuna presentazione e che si sono palesemente divertiti durante l’ora e mezza di spettacolo che hanno regalato ai presenti.

Andando con ordine, il compito di scaldare l’atmosfera tocca a The Stone Garden, band che gioca in casa e si caratterizza per i suoni che richiamano gli anni ’70 e il classic rock. Non passano inosservate le movenze del cantante che ricordano vagamente Mick Jagger. Buona prova a livello musicale, la band riesce a intrattenere il pubblico che comincia a riempire il locale.

E’ il turno degli abruzzesi Headless che hanno una special guest alla voce, lo svedese Göran Edmen, che ha militato nella Yngwie Malmsteen band e nonostante la presenza un po’ statica sul palco, coinvolge il pubblico con una prova canora degna di nota, soprattutto durante l’interpretazione molto sentita di “Save Our Love” di Malmsteen.

Di fronte a un locale ormai gremito di persone è arrivato il momento dei  Dead Daisies, band fondata dal miliardario australiano David Lowy, i cui membri sono le leggende del rock John Corabi, Marco Mendoza, Doug Aldrich, Brian Tichy. Quest’ultimo merita una menzione d’onore per la superba prova dietro le pelli, evidenziata soprattutto nel solo durante il quale si lascia andare e suona con le mani. Unleash the beast, come lo chiama lo steso Corabi. Scaletta di un’ora e mezza che ripercorre i successi della band, come “Mexico”, “Song And A Prayer”, “With You And I” introdotta da un messaggio di Corabi sulla pazzia che sta dominando il nostro mondo, e c’è spazio per diverse cover, sicuramente degne di nomina “Helter Skelter”, durante la quale Mendoza scende a suonare in mezzo al pubblico in palese visibilio, e la conclusiva “Highway Star”. Diversi i siparietti e le battute tra i componenti della band che appaiono coesi e complici, Aldrich coi pettorali in vista e Mendoza col suo movimento di bacino fanno a gara a chi riesce ad attrarre il maggior numero di sguardi femminili, John Corabi è in ottima forma e scherza e chiacchiera molto col pubblico, Brian come già  detto non dà  scampo con la sua batteria, mentre l’unico apparentemente piùtranquillo è David.

Uno show adrenalinico che ha sicuramente lasciato senza fiato i presenti, per lo scalpitare, cantare, muoversi a ritmo di canzoni e ritornelli trascinanti. Una serata divertente e spensierata all’insegna della buona musica in compagnia di alcuni dei mostri sacri che han fatto la storia del rock.

 

SETLIST
Intro: Whole Lotta Sabbath (Whole Lotta Love / War Pigs mashup intro) – Long Way To Go – Mexico – Make Some Noise – Song And A Prayer – Fortunate Son (Creedence Clearwater Revival cover) – We All Fall Down – Lock ‘n’ Load – The Last Time I Saw The Sun – Drum Solo – Join Together (The Who cover) – With You And I – Mainline – Helter Skelter (The Beatles cover) – Encore: We’re An American Band (Grand Funk Railroad cover) – Midnight Moses (The Sensational Alex Harvey Band cover) – Highway Star (Deep Purple cover)

 

Qualche foto… Un grazie di cuore a Marco Epi che ci ha regalati i suoi scatti…

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2 Comments

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    Elena Rock sei fantastica e competente, le tue recensioni sono sempre appropriate! grazie del lavoro che fai!!!! ci vediamo in giro nei locali!

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