Napalm Records – Febbraio 2015
11 brani per ripercorrere un cammino lungo 35 anni – tanti ne sono passati dalla pubblicazione del primo, ormai leggendario album, “Wild Cat”- in attesa che entrambi i dischi qui riproposti (non per intero, ma in modalità ‘Best of 2 albums’) in una nuova, aggiornata versione, trovino una (definitiva?) ristampa, dopo le varie ‘reissues’ ad opera di Repertoire Records, Edgy, e Metal Nation, da tempo tutte fuori catalogo e che rendono dunque sia “Wild Cat” che “Spellbound” di non facile reperibilità , con prezzi vanno ben oltre i venti o venticinque euro ‘canonici’ che spesso tocca sborsare per acquistare una nuova uscita o un cd d’importazione: questo il ‘leitmotif’ dietro la pubblicazione di “Tygers Sessions: The First Wave”.
Le reincisioni in questione non vedono all’opera l’attuale line-up dei Tygers Of Pan Tang, bensì la penultima formazione della storica band di Whitley Bay, Tyne And Wear, composta da Robb Weir (chitarra ritmica e solista), Iacopo Meille (voce), Craig Ellis (batteria), Dean Robertson (chitarra solista e ritmica) e Brian West (basso).
La produzione è ovviamente aggiornata ai piùmoderni standard attuali, ma sempre con uno spirito ‘underground’, pur non riscontrandosi forzature né nell’uno, né tantomeno nell’altro senso. Il che significa che ad esempio, l’iniziale ‘gracchiare’ tipico della puntina del giradischi sulla ‘pizza di vinile’ di analogica memoria che potrete ascoltare nella traccia posta in apertura di questo “Tygers Sessions: The First Wave”, “Youthanasia” è sì un nostalgico ‘tributo’ al passato, ma è altresì un qualcosa che getta un ponte tra il passato stesso ed il presente, che vedono il primo immergersi direttamente e dunque fondersi nei connotati del secondo, senza volontà ‘anacronistiche’, menchemeno autocelebrative.
La performances individuali sono assolutamente di primissima fascia, eccezion fatta ”“se proprio si è costretti a farla- per Dean Robertson, chitarrista molto affidabile dal punto di vista strettamente tecnico e anche dotato di un bel gusto melodico, ma che ovviamente si trova impossibilitato a riproporre tutto l’estro e le impressionanti ‘sfuriate’ di tale John James Sykes, una di quelle ‘asce’ storiche che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, tant’è che in piùd’uno mi riferisce che Sykes non paia per nulla grato alla band che di fatto l’ha lanciato tra il firmamento dei ‘pesi massimi’ dell’hard’n’heavy) nient’altro che gratitudine a Robb Weir & Co.
Non una delle tracce qui rielaborate in chiave moderna risulta al di sotto delle aspettative, certo, un po’ di ‘spinta’ ritmica in piùsu un singolo che definire ‘ultra-storico’ può apparire persino riduttivo, “Don’t Touch Me There” non avrebbe guastato, ma si tratta solo di un piccolo ‘neo’ in un disco altrimenti godibilissimo dall’inizio alla fine, che propone ”“devo riconoscerlo a prescindere dal rapporto di amicizia che mi lega allo stesso- uno Iacopo Meille sempre attentissimo studioso dello ‘strumento voce’ e pronto ad arricchire di nuove sfumature melodiche questi storici brani.
Tracklist:
1. Euthanasia
2. Slave to Freedom
3. Suzie Smiled
4. Don’t Touch Me There
5. Wildcatz
6. Gangland
7. Take It
8. Hellbound
9. Mirror
10.Tyger Bay
11.Don’t Stop By
Band:
Iacopo Meille ”“ voce
Robb Weir ”“ chitarra ritmica, solista
Dean Robertson ”“ chitarra solista, ritmica
Brian West ”“ basso
Craig Ellis ”“ batteria
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