Il mese di novembre, straordinariamente ricco di spettacoli live, si apre questa sera con il concerto di una storica formazione del panorama hard rock come gli U.F.O., band inglese nella quale hanno militato in passato personaggi del calibro di Michael Schenker e Pete Way e che viene sovente citata come fonte di ispirazione primaria da miriadi di band come Iron Maiden e Europe, solo per citarne un paio a caso.

La band, da sempre guidata dal carismatico vocalist Phil Mogg (presente nella line up sin a partire dall’album esordio del lontano 1970) è in tour per supportare l’ultimo album “A Conspiracy Of Stars”, uscito lo scorso febbraio per l’etichetta SPV/Steamhammer (qui la recensione), e per l’occasione si fa accompagnare dalla promettente band russa dei Reds’Cool.

Il quintetto di San Pietroburgo non ci mette molto a far presa sul pubblico, grazie ad un hard rock grintoso ma dalla forte vena melodica e da una buona presenza scenica maturata negli ultimi anni con tour di spalla a band quali Black Star Riders e Vain. Gli astanti, già  in discreto numero nonostante siano solo le venti e per di piùdi domenica sera, paiono apprezzare decisamente la proposta musicale della band e l’atmosfera non tarda a riscaldarsi, grazie anche a brani accattivanti come “Stranger’s Eyes” e “Bad Story”.

Ma la gente, che intanto ha cominciato ad affollare il Legend Club, è qui ovviamente per gli headliner e quando gli U.F.O. entrano in scena sulle note della sontuosa “We Belong To The Night” vengono subito accolti da applausi colmi d’affetto. Phil Mogg, elegantissimo in un completo scuro giacca/pantaloni, tiene ancora il palco con una classe incredibile nonostante le sessantasette primavere, ma pare evidente sin da subito che il protagonista della serata sarà  il pirotecnico chitarrista americano Vinnie Moore, vera forza trainante della band, la cui line-up è completata dagli affidabili membri storici Andy Parker (massiccio dietro le pelli della batteria) e Paul Raymond (capace di districarsi agevolmente tra le tastiere e la chitarra), nonché dal preciso bassista statunitense Rob De Luca, già  all’opera nella band di Sebastian Bach.

Tra un brano e l’altro Phil Mogg si diletta a scherzare col pubblico senza mai abbandonare il suo bicchiere di birra e così, tra l’ammissione di non essere in grado di spiccicare una sola parola d’italiano e la rivelazione di voler andare a trovare Giorgio Armani perché il suo abito buono ha le tarme e gliene servirebbe uno nuovo per partecipare a matrimoni e funerali, si arriva al primo momento topico della serata quando la band parte in quarta con la meravigliosa “Lights Out”, la quale è suonata talmente bene da sembrar provenire direttamente dai solchi dal capolavoro “Strangers In The Night”, uno degli album live piùbelli della storia della musica rock: la voce di Mogg non perde un colpo ed il lungo e scatenato assolo di Vinnie Moore è da ovazione.

Una splendida versione dell’emozionante “Venus” (tratta da “Walk On Water”, l’album che segnò nel 1995 il momentaneo ritorno del figliol prodigo Michael Schenker) e la classica “Only You Can Rock Me” (dal coro cantato a squarciagola proprio da tutti) preparano il terreno per quello che rappresenterà  a conti fatti lo Zenit dell’intero show: la magia che viene sprigionata dall’esecuzione della solenne “Love To Love” non ha eguali e porta ancora una volta sugli scudi il buon Vinnie, abile a destreggiarsi tra le strofe in acustico e le parti soliste in elettrico.

All’ingiustamente mai troppo acclamata “Makin’ Moves” fa seguito in chiusura di set la celeberrima “Rock Bottom”, ideale tappeto sonoro che, nella lunga seconda parte strumentale, consente di far tirare giustamente il fiato a un Phil Mogg che comincia a sembrare un po’ affaticato, lasciando così spazio agli apprezzati virtuosismi di Vinnie (anche se, considerazione assolutamente personale, questo pezzo rimarrà  sempre il capolavoro artistico personale di Schenker e non riuscirò mai ad apprezzarlo in maniera completa se suonato da altri).

Dopo la momentanea uscita della band dal palco, i cinque ritornano per chiudere lo show con due classici del calibro di “Doctor Doctor” e “Shoot Shoot”, capaci, soprattutto la prima, di scatenare l’entusiasmo in ognuno di noi e di mandarci a casa felici, una volta tanto ad un orario decente.

Questo novembre in rock non poteva iniziare in maniera migliore e per riassumere il concerto di questa sera è sufficiente una sola parola: Classe, da scriversi rigorosamente con la C maiuscola. Grandi U.F.O.

U.F.O.:
Phil Mogg – voce
Vinnie Moore – chitarra solista
Paul Raymond – tastiere, chitarra ritmica
Andy Parker ”“ batteria
Rob De Luca – basso

SETLIST:

  1. We Belong To The Night
  2. Fight Night
  3. Run Boy Run
  4. Lights Out
  5. Messiah Of Love
  6. Venus
  7. Only You Can Rock Me
  8. Burn Your House Down
  9. Cherry
  10. Love To Love
  11. Makin’ Moves
  12. Rock Bottom
  13. Doctor Doctor
  14. Shoot Shoot

 

 

Avatar
Author

All you need to know about me is that I was born and raised on Rock 'n' Roll. We'd better let the music do the talking, as Joe Perry used to say...

Write A Comment