W.A.S.P. ancora una volta in Italia dopo soli cinque mesi dal Gods of Metal 2004 dello scorso giugno. Tappa al Rainbow di Milano del ‘Neon God World Tour’. Mr Blackie Lawless, lì gigantesco sul palco. La sua solita voce, la sua solita impressionante grinta cattiva, il suo cerone bianco scioltosi dopo poco. Chi si ferma è perduto… Accordi su accordi, riff che inseguono riff e capelli che vagano nell’aria seguendo le potenti note che il quartetto statunitense distribuisce senza tregua. Oltre a Blackie Lawless, indiscusso leader vocalist e chitarrista, Mike Duda al basso, Stet Howland alla batteria e il biondo Darrel Roberts alla chitarra. La stessa formazione del concerto di Bologna, per intenderci.

Questa volta non ci sono trucchi scenici, né sangue, né seghe circolari, né teschi e né tanto meno lo spettacolare microfono-motocicletta. Niente trucchi infatti, ma solo cattivissimo rock’n’roll. Non c’è un attimo di tregua e il pubblico è ben felice di tutto questo. Blackie urla, canta, suona, minaccia, suda e non si placa per un solo istante. Gli altri contribuiscono senza risparmiarsi un momento. Il tempo sembra essersi fermato anche per Blackie, quando si ascolta la sua incredibile ed inconfondibile voce. Il volto gonfio ed invecchiato mette in mostra come sia difficile seguire fino in fondo la lunga strada che definiamo rock’n’roll. Sprizzano incredibile energia i quattro, si scuotono e cantano con i fan; il pubblico non smette nemmeno per un attimo di partecipare focosamente allo spettacolo. Generoso e scatenato come sempre il pubblico italiano!!! Il concerto è bello e vivo, nessuno si annoia. L’unico rammarico è la breve durata dello spettacolo. Solo 15 brani per un totale di un’ora e venti minuti; ci aspettavamo qualcosa di piùda una band che imperversa per il mondo da piùdi vent’anni; piùmusica, piùcattiveria, piùrock’n’roll per capirci.

La scaletta proposta per la serata comprende soprattutto i brani piùclassici e piùconosciuti della band, da “On Your Knees” a “Inside the Electric Circus“, passando per “Wild Child” e gustando la nuova “Come Back to Black“, o godendo di “The Real Me”‘, splendida cover degli Who. Quando Blackie comincia ad urlare ‘…FUCK LIKE A BEAST…’, il pubblico si infiamma e comincia a scandire il titolo del brano di esordio dei W.A.S.P. del 1984. Da questo pezzo tutto ha avuto inizio. Come non ricordare la oramai famosa e sconvolgente copertina dell’EP, che da lì a poco avrebbe fatto scatenare e gridare allo scandalo l’associazione delle mogli dei senatori statunitensi. La sega circolare insanguinata che squarcia i testicoli quasi in primo piano… (E poi ancora “L.O.V.E Machine“, “I Wanna Be Somebody“, fino a chiudere con l’esaltante “Blind in Texas“.

Dopo piùdi vent’anni, appunto, gli W.A.S.P. restano sempre gli W.A.S.P. e il loro indiscusso frontman, Blackie Lawless, sarà  sempre in prima fila per continuare a deliziarci con le sue trovate sceniche, le sue urla ed il suo essere Blackie Lawless.

Setllist:
1. Intro / The End (The Doors)
2. On Your Knees
3. Inside the Electric Circus
4. Hate to Love Me
5. L.O.V.E. Machine
6. Wild Child
7. Animal (Fuck Like A Beast)
8. Come Back to Black
9. The Headless Children
10. The Idol
11. The Real Me
12. I Wanna Be Somebody
13. The Titanic Overture / Sleeping in the Fire / The Titanic Overture reprise (acustic)
14. The Raging Storm
15. Blind in Texas

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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