SPV / Steamhammer – Ottobre 2006

Ormai gli Angra sono da considerarsi dei quasi veterani della scena metal, visto che hanno festeggiato da poco i 15 anni di carriera, anche se, diciamolo francamente, dal 1999 ad oggi la qualità  dei loro lavori è nettamente inferiore ai primi 3 memorabili album. La magia che si era creata tra Andre Matos (ora leader degli Shaman) e gli altri ragazzi era qualcosa di unico, e infatti album come “Angels Cry” e soprattutto “Holy Land” sono diventati dei punti di riferimento per le nuove leve.

Gli Angra di oggi sono una band come tante, senza infamia e senza lode. Nè piùnè meno. I dischi con la nuova formazione non hanno lasciato il segno e questo nuovo lavoro lo conferma appieno. Ottima produzione, esecuzione quasi perfetta, ma cosa fondamentale mancano le idee e le melodie vincenti. In questo “Aurora Consurgens”, i singoli brani dopo un inizio che sembra promettere bene, si perdono poi in melodie e ritornelli insignificanti. Si salvano dalla mediocrità  l’opener “The Course Of Nature”, sicuramente il pezzo migliore, il classico metal etnico alla Angra vecchia maniera, “So Near So Far” dalle atmosfere vagamente arabeggianti e la delicata Abandoned Fate, song acustica e dolce chiusura di un lavoro abbastanza anonimo. Buona la prova vocale di Edu Falaschi, anche se quando tenta di imitare Matos o Geoff Tate non brilla in quanto a interpretazione e personalità , ed in generale la band dimostra di essere ormai affiatata e ben rodata.

Gli Angra dei primi dischi sono stati per me una band fondamentale che ha cercato di portare delle innovazioni nel metal classico e power, riuscendoci alla grande. Purtroppo questo sogno è durato pochi anni. Spero fortemente in una reunion…

www.angra.net

 

Tracklist:
1. The Course Of Nature
2. The Voice Commanding You
3. Ego Painted Grey
4. Breaking Ties
5. Salvation: Suicide
6. Window To Nowhere
7. So Near So Far
8. Passing By
9. Scream Your Heart Out
10. Abandoned Fate

Band:
Eduardo Falaschi – voce
Kiko Loureiro – chitarra
Rafael Bittencourt – chitarra
Felipe Andreoli – basso
Aqualis Priester – batteria

 

 

 

 

 

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