Anthrax… non solo un nome, uno slogan o un marchio sicuro. Piùche un’impronta o una mera idea. Uno stile inconfondibile, una schiacciante macchina da musica, sempre rinnovata nell’originalità .

Alla fine del concerto ci siamo guardati l’un l’altro e ci siamo chiesti: ‘…ma… domani sera che ne dici se li andiamo a vedere un’altra volta?’… E già … non ci stanchiamo mai di un concerto degli Anthrax. E’ la terza volta che in 11 mesi vediamo i 5 mosher di New York ed ogni volta ci piacerebbe che il concerto non finisse mai. Il coinvolgimento è sempre lo stesso e poter condividere con la band ed il pubblico la voglia di divertimento ci rende felici spettatori-urlatori. Per noi da vent’anni a questa parte, o sicuramente di più, vedere gli Anthrax dal vivo ci piace veramente tanto, ci appassiona e ci esalta… o non lo si era capito? I brani li conosciamo già . Sono i soliti di un incredibile periodo, 1984 – 1991, in cui la band ha scolpito a suon di riff e mosh ciò che vie chiamato thrash metal!!! Il solito intro dei Blues Brother che apre ormai da qualche anno lo show. Si comincia… All’unanimità  si alza un unico grido Antrhax! Antrhax! Antrhax… Le luci si discostano dal bagliore, illuminazione d’attesa, e si spostano verso un intenso Blue Mosh. “Among the Living” inizia. Un riff ormai geneticamente impresso nel corredo del metallaro. Avanza ed incalza come un muro penetrante, un crescendo sonoro misto di note e cori, impressionante energia amalgamata dalla compressione delle chitarre e cosi via fino alla potente grinta del giro di basso di Frank Bello. Anthrax in persona, in carne ed ossa, sul palco, per condividere insieme al pubblico milanese l’energia e la passione che da anni unisce profondamente la band agli accaniti e sempre entusiasti fan di tutto il globo. “Metal Thrashing Mad”, “Got the Time”, “Caught in a Mosh”… è inutile descrivere pezzo per pezzo la set list dell’ormai collaudato show. Ogni inizio di riff di chitarra viene condito dai cori del pubblico, ogni ritornello sfrena le ugole dei presenti, ogni cadenza ritmica scatena un selvaggio e tremendo mosh. Sono i classici brani degli Anthrax, brani che hanno scavato e determinato uno stile ed un’espressione linfatica vitale che li contraddistingue da piùdi vent’anni, appunto.

E’ la terza volta, dicevamo, che in meno di un anno i 5 mosher newyorkesy calcano ed infuocano i palchi italiani ed è sempre un gran divertimento poter partecipare e condividere alla tanta voglia di divertirsi e di far divertire. 5 eterni ragazzini in uno scatenato spettacolo, potente e massiccio, scanzonato e vissuto, sudato ed apprezzato. La grinta è la stessa di sempre e Joe Belladonna ringrazia e promette di ritornare il prossimo anno. E’ bello vedere gli Anthrax in formazione originale, il thrash metal elargito nel suo modo piùcaratteristico. Dan Spitz distribuisce i suoi assolo, e che facce che fa…, la testa pelata e sudata di Scott Ian, anima indistruttibile la sua, i ritmi sicuri di Charlie Benante, martello pneumatico carico di incredibile sicurezza, le continue corse di Frank Bello, che si lancia come al solito nel classico “I’m the Man” ed il maestro di cerimonie Joe Belladonna, con le sue corde vocali che sembrano non aver risentito minimamente dell’incedere del tempo. Un’altra bella serata in loro compagnia, un altro bel momento da condividere insieme…

Setlist:
Intro
1. Among the Living
2. Metal Thashing Mad
3. Got the Time
4. Caught in a Nosh
5. A.I.R.
6. Skeletons in the Kloset
7. Antisocial
8. N.F.L.
9. Medusa
10. Indians
11. Be All, End All
12. Madhouse
13. I’m the Man
14. I’m the Law

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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