Steamhammer/SPV ”“ Gennaio 2018

Il mercato discografico rimane a galla grazie soprattutto alle storiche band. E’ una triste realtà , ma negli ultimi anni non c’è stato un ricambio generazionale come nei decenni precedenti. Certo i gruppi nuovi non mancano, ma quanti sono in grado di emozionare e far appassionare l’ascoltatore? La tendenza a mio avviso non potrà  che peggiorare, ma non voglio fare discorsi catastrofici, non ci resta che attendere e vedere come si evolverà  la scena metal.

Nel frattempo gli Anvil ritornano con un nuovo disco, ‘Pounding The Pavement’, giusto per ricordarci che nonostante gli anni passino inesorabilmente, loro sono ancora tra noi per spaccarci i timpani a suon di heavy/speed metal. Chi vuole solo e soltanto heavy metal, quello che fa sbattere la testa, quello fatto di pelle e borchie, si faccia avanti, gli Anvil vi stanno aspettando.

Questo nuovo disco a dire il vero non inizia nel migliore dei modi, ‘Bitch In The Box’ è un mid tempo orecchiabile, di facile presa ma che alla fine non si addice molto allo stile tipico della band canadese.
Con la successiva ‘Ego’ le cose prendono la piega giusta, il classico brano tritaossa e senza compromessi marchio di fabbrica degli Anvil. Bello il riff di ‘Doing What I Want’, pezzo ricco di stop & go, molto ritmico dove la potenza è sempre al servizio della melodia. Anvil non vuol dire solamente velocità , infatti con ‘Smash Your Face’ i ritmi sono molto lenti, quasi doom, interessante esperimento riuscito totalmente. La title track è una traccia strumentale, vivace e abbastanza elaborata nella struttura ritmica, piacevole intermezzo che mette in evidenza una buona padronanza degli strumenti.

Si ritorna alle atmosfere hard&roll con ‘Rock That Shit’ divertente e irruente, un mix di Motörhead e Anvil, tre accordi sentiti milioni di volte, ma che colpiscono nel segno, potere del rock’n’roll.
Un po’ meno ispirata ‘Let It Go’, brano nel classico stile della band che però scivola via abbastanza anonimamente. ‘Nanook Of The North’ (se non erro uno dei primi documentari della storia risalente al 1922) si sviluppa in quasi sei minuti di durata, un mid-tempo molto drammatico e quasi oscuro. Con ‘Black Smoke’ si ritorna a parlare di speed metal, territorio nel quale gli Anvil si trovano a meraviglia. ‘World Of Tomorrow’ sembra estrapolata da uno dei primi album dei Black Sabbath, non so se gli Anvil volevano omaggiare la band di Birmingham, però il risultato finale è molto buono e mi sento di dire sincero.

Siamo quasi giunti alla conclusione del disco, il tempo di ascoltare ‘Warming Up’ e la bonus track ‘Don’t Tell Me’ (la prima è la solita scheggia impazzita, la seconda presenta una struttura piùarticolata) e i riflettori si spengono. ‘Pounding The Pavement’ conferma gli Anvil in ottima forma, un disco fresco e pieno di energia, quella positiva e trascinante, che serve per andare avanti e affrontare la difficile (a volte) quotidianità .

Lasciamo stare le mode, qui si parla di musica vera, quella suonata con il sudore che cola sugli strumenti, Lips e Rob Reiner sono ancora qui a dimostrarlo, senza chissà  quali pretese di voler cambiare il mondo.

Anvil, una garanzia.!!!

www.facebook.com/anvilmetal

Tracklist:

1.Bitch In The Box
2.Ego
3.Doing What I Want
4.Smash Your Face
5.Pounding The Pavement
6.Rock That Shit
7.Let It Go
8.Nanook Of The North
9.Black Smoke
10.World Of Tomorrow
11.Warming Up
12.Don’t Tell Me (Bonus Track)

Band:

Steve “Lips” Kudlow ”“ chitarra, voce
Robb Reiner ”“ batteria
Chris Robertson – basso

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