Lo ammetto candidamente, e senza la minima vergogna: in questo live report sono ampiamente di parte.
Chiunque mi conosca piùdel minimo sindacale, sa bene del mio attaccamento quasi viscerale all’album “Ys”, e al Balletto di Bronzo in generale, quindi non stupitevene.

Detto questo, mi sento comunque in dovere di fare una precisazione riguardo la passata esistenza di due diverse anime del Balletto di Bronzo, in tempi piuttosto recenti.

Due anni fa il nome del gruppo è ricominciato a circolare tra gli appassionati di progressive rock per via dell’uscita di un album intitolato “Cuma 2016 DC”: non stiamo parlando della stessa formazione sul palco stasera, quella rimessa in piedi da Gianni Leone – principale autore e compositore di “Ys” – fin dal 1995 con varie formazioni, pur condividendo lo stesso monicker; questo può creare un po’ di confusione, ed è il caso di spendere due parole al riguardo.
Il disco in questione fu un’iniziativa (oramai conclusa per divergenze personali) di Lino Ajello e Marco Cecioni, rispettivamente chitarrista (anche su “Ys”) e cantante di “Sirio 2222” (primo album effettivamente a nome Balletto di Bronzo), con Gianni Leone esclusivamente in veste di special guest.
Dopo un periodo di dualismo, quindi, il Balletto di Bronzo è tornato ad essere a tutti gli effetti un unico gruppo, quello che da ormai ventitrè anni calca con successo i palchi di tutto il mondo.
Chiudo qui l’inciso, sperando di aver contribuito un minimo a chiarire la questione.

Senza alcun timore di smentite, posso affermare come quella attuale sia la miglior formazione del Balletto di Bronzo da molti anni a questa parte: Ivano Salvatori al basso e Riccardo Spilli alla batteria formano una sezione ritmica impeccabile e, aggiungo, invidiabile.
Su queste solide fondamenta spicca un monumentale Gianni Leone alle tastiere e alla voce: lo scorrere del tempo, infatti, sembra non avere il minimo effetto su di lui.

La setlist di stasera è divisa in tre mini – set: la prima parte, in trio, prevede l’esecuzione di brani recenti e storici del Balletto (compreso ovviamente “Ys”), la seconda consiste in uno show solista dello stesso Leone, coadiuvato dal suo “secondo batterista preferito”, quello elettronico; la terza, infine, prevede il rientro della band al completo per l’encore, tra cui una versione di “Primo Incontro” eseguita insieme a Nevruz, presente questa sera tra il pubblico.

Cosa dire di più? Potrei parlarvi dei pungenti aforismi o del lancio delle “grandi verità  leonine”, della cura del look (rara in questi tempi di musicisti in maglietta e jeans), di tempi dispari, di scale ascendenti e discendenti, dell’ottimo suono percepito in sala, del nutrito numero di spettatori… ma non renderei giustizia a questa serata con delle semplici parole.
Nel frattempo, mi rendo conto di come due ore e un quarto di concerto siano letteralmente volate via. Credo basti questo a rendere l’idea.

La speranza ora è di non dover aspettare altri tre anni per una prossima data nella capitale, ma la formazione della band sembra finalmente essersi stabilizzata.
E si parla anche di un possibile nuovo album… restate sintonizzati.

Si ringrazia Eugenio Stefanizzi e L’Asino che Vola per averci ospitato.

 

Setlist:

– Deliquio Viola
– La Discesa nel Cervello
– L’Emofago
– Napoli Sotterranea
– Certezze Fragili
– Donna Vittoria
– “Ys” suite: Introduzione/Primo Incontro/Secondo Incontro/Terzo Incontro
– Bag Lady (cover Todd Rundgren)
– The Stealer (cover Free)
– Baby’s on Fire (cover Brian Eno)
– Nevermore (cover Queen)
– Diaframma
– Né Ieri, Né Domani
– Rondò
– Tastiere Isteriche
– Marcia in sol minore
– Primo Incontro (con Nevruz)

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