Secondo disco per il cantautore inglese Barns Courtney e devo dire che anche questa volta l’artista riesce a confermarsi su pregevoli livelli. Dieci canzoni pop rock che si lasciano gustare con molto piacere, a cominciare dalla gettonatissima hit radiofonica “Hollow“, che ha un testo che riesce perfettamente a coniugarsi con la ballabilissima e orecchiabilissima canzone.

“Fill me up and I’ll follow/ Cuz pride’s hard to swallow/ Times like these make us hollow/ Hollow, hollow./Oh, down the mountain runs/ We’re the hollow ones/ Forever/ Oh, not the underground/ Or the overproud/ Forever /Hollow, hollow”

ecco quello che l’entertainer (davvero molto scaltro ed abile in sede live) comunica all’ascoltatore. Lo guida in un viaggio dove si esalta l’alienazione dal prossimo ed un certa disillusione dalla vita. Il tutto viene superato soltanto suonando la chitarra, come si vede nel video ufficiale, dove il cantante ricoverato d’urgenza in sala operatoria, scampa l’operazione mettendosi a suonare la chitarra.

Il primo lavoro del cantante “The attraction of youth” era sicuramente piùcantautoriale e rock n’roll, mentre questo è influenzato maggiormente dai sintetizzatori di bands storiche quali Human League, Yazoo e Simple Minds su tutte. In alcuni tratti, riecheggiano anche sonorità  pop, tanto care al grande hitmaker anni 80, Mr Howard Jones.

L’artista britannico è molto attento a quello che succede nel mondo musicale contemporaneo. Con “You and I“, riesce ad unire sonorità  latineggianti con sintetizzatori e voce campionata. Non una cosa che si sente ogni giorno , ma che riesce a conquistarti senza che tu possa opporre qualsiasi resistenza. L’abilità  chitarristica di Barns viene fuori davvero bene in un pezzo molto carico quale “London girls“, nel quale riesce a far convivere in 4 parti uguali David Bowie, i Dropkick Murphys, i Sigue Sigue Sputnik e i Sex Pistols.

Autodidatta e musicista che ha imparato a suonare per divertimento insieme a sua madre, riesce anche a regalarci una canzone strutturata su un basso molto preciso e molto 80’s, quale “The kids are alright“, pezzo che ha davvero un ritornello molto ruffiano che ti si attacca addosso come un chewing gum appiccicato su un seggiolino della metropolitana.

Il titolo “404” , dovreste conoscerlo tutti. Rappresenta quando navigando su Internet ed immettendo il classico indirizzo preceduto da www. , la pagina non si trova. E’ in un certo senso la rappresentazione del percorso musicale del cantante inglese, che deve comunque anche parte della sua notorietà , grazie alla sua presenza nell’ultimo disco dei “The Prodigy”, inciso col mai troppo compianto leader suicida, Keith Flint. Il disco si chiama “No tourists” e Courtney è ospite nella canzone “Give me a signal“.

Il “404 tour” è recentemente passato anche dall’Italia, lo scorso 6 Novembre con una data al mitico “Circolo Magnolia” di Segrate.

Barnaby George Courtney (il suo vero nome all’anagrafe), ventinovenne artista inglese proveniente da Aylesbury, sarà  sicuramente protagonista anche nei prossimi anni. Le premesse ci sono davvero tutte e sicuramente è un artista che sa spiazzare moltissimo l’industria discografica, miscelando vari generi in una particolare e personale ricetta vincente.

Recensione di Mauro Brebbia

Tracklist

Hollow
You & I
99
London Girls
Fun Never Ends
Boy Like Me
The Kids Are Alright
Castaway
Babylon
Cannonball

 

Mauro Brebbia
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