In occasione del loro recente ritorno in Italia (qui le foto), Joel Quartuccio dei Being as an Ocean, ci ha concesso un intervista dove spiega come ha vissuto la pandemia, e come sia riuscito a non arrendersi nonostante le difficoltà. Trovando più significato e più ispirazione nella musica.

Si sono da poco esibiti a Milano, il 14 Settembre al Legend Club, affiancati dai Of Virtue e i Senna.
E tra qualche mese uscirà il loro nuovissimo album: DEATH CAN WAIT, da poco annunciato.

Ciao Joel, grazie per la disponibilità che ci hai dato per l’intervista. Potresti farci una breve introduzione di te.

Joel: Ciao a tutti. Mi chiamo Joel e sono il cantante dei Being as an Ocean.

Come hai vissuto la pandemia e com’è stato tornare in tour dopo il Covid?

Joel: Come a molti altri, la pandemia ha sconvolto la mia vita. Mi ero appena sposato con mia moglie e stavamo cercando un posto dove vivere quando è arrivata la crisi. Siamo dovuti ritornare a vivere con le nostre famiglie, dato che i miei risparmi e quelli di mia moglie stavano esaurendo.
Io facevo tournée e lei era una tatuatrice. Smettere di fare concerti mi ha fatto cadere in una profonda depressione e ho sentito un grande senso di perdita di identità dal momento che non potevo esibirmi.
Dopo circa tre o quattro mesi da questa situazione e di tentativi per trovare lavoro, sono riuscito a ottenere un posto come barista in un caffè.

Tre anni dopo, sono diventato e sono tutt’ora il responsabile delle vendite della stessa attività.
Il ritorno delle esibizioni live ha portato con sé un nuovo senso di gratitudine e una nuova magia nell’atto di suonare per un pubblico. Ogni volta che saliamo sul palco mi ricordo che si tratta di un dono incredibile e di qualcosa che conserverò per sempre. Ogni spettacolo è diventato molto più significativo e memorabile.

Sono passati 11 anni dall’uscita del vostro primo album, Dear G-d, e da allora avete sperimentato molto nella musica e nei video. Sei soddisfatto del vostro percorso?

Joel: Sono abbastanza soddisfatto di tutto ciò che siamo riusciti a creare. Ogni album parla di dove io e il gruppo ci trovavamo in quel determinato momento, nel nostro percorso e nella scoperta di noi stessi. Ogni album e video era speciale e unico, e ho sempre amato questo aspetto della nostra band.

Abbiamo appena pubblicato il primo singolo, DEATH CAN WAIT, tratto dal nostro prossimo album,
e pensare che siamo arrivati al numero 6 è davvero una benedizione. Non vediamo l’ora che tutti possano finalmente ascoltare tutto il nostro duro lavoro.

Mi sono piaciuti un sacco le versioni acustiche di Dissolve, Dear G-d e The Hardest Part Is Forgetting Those You Swore You Would Never Forget!
Perché avete scelto di fare le versioni acustiche di queste canzoni? Avete in programma di farne altre?

Joel: Abbiamo sempre scelto i brani preferiti dai fan e Dissolve ci è sembrato la scelta più naturale. Siamo sempre disposti a fare altre versioni acustiche delle nostre canzoni, purché il tempo ce lo permetta. In futuro potrebbero essercene altre.

Those Who Share My Name è una canzone che porta con sé un forte messaggio sulla religione e su come questa venga usata come scusa per generare conflitti.
Cosa vi ha portato a scriverla?

Joel: Those Who Share My Name è nato come scarabocchio e flusso di coscienza iniziato nel 2008 durante il periodo in cui in California si cercava di vietare il matrimonio tra persone dello stesso sesso con una proposta di emendamento costituzionale statale nota come Prop 8. A quel tempo, mi consideravo molto cristiano. Sfortunatamente, molti cristiani nella mia città natale, San Diego, e nella California meridionale, stavano investendo molti soldi e sforzi per sostenere la Prop. Anche se all’epoca mi identificavo come cristiano, accettavo totalmente sia i matrimoni eterosessuali che quelli omosessuali. Ho iniziato a sentire tanti discorsi d’odio dalla chiesa e dalla bocca dei cristiani sulla comunità LGBTQIA+ e sui loro stili di vita “peccaminosi”. Mi ha nauseato. Odiavo il fatto che le persone che presumibilmente credevano nello stesso Cristo e nello stesso messaggio di accettazione
e di amore supremo che Lui rappresentava, stessero spingendo una tale intolleranza e un linguaggio odioso in gola al pubblico per cercare di far passare una legge. A quel punto ho capito che dovevo difendere ciò che ritenevo essere la via dell’amore, anche se ciò significava andare contro la chiesa cristiana tradizionale.

È stata pubblicata come brano a sé stante su YouTube nel 2012, ma è stata registrata nello stesso periodo di Dear G-d, quindi abbiamo deciso di inserirla nella riedizione come bonus track.
Credo che l’argomento sia senza tempo. La religione è stata troppo spesso il carburante per l’odio e la creazione di separazioni, mentre dovrebbe essere un connettore per l’umanità, la compassione e l’amore. Non mi considero più religioso, ma manterrò sempre questa convinzione.

Being as an Ocean live @ Legend Club – Milano, 2023 – ph Alberto Bocca

Quali sono i concerti che ti sono piaciuti di più? E dove ti piacerebbe ritornare a suonare?

Joel: Mi sta piacendo sempre di più suonare nei club e nei teatri più intimi. Questi tipi di live sono sempre un’opportunità incredibile per entrare in contatto con tutti i presenti e avere la loro totale attenzione.
Sono alcuni degli spettacoli più intensi.

Mi piacerebbe tornare in Asia per esibirmi, soprattutto in Giappone. Ci siamo stati solo una volta e mi sono davvero divertito.

Qual è la canzone che ti piace cantare di più?

Joel: Una delle mie canzoni preferite da cantare dal vivo è sempre stata “Humble Servant, Am I”, perché ha alcuni dei pezzi musicali più interessanti. Ha così tanta energia e dinamicità. Anche esibire qualsiasi novità del nostro repertorio è sempre emozionante, per questo poter suonare “Death Can Wait” in questi due ultimi tour è stato molto divertente.

Quando e qual è stato il punto di svolta della vostra carriera?

Joel: il COVID e il 2020 sono stati i grandi punti di svolta della mia carriera e di quella della band.
Non solo abbiamo dovuto vivere la perdita di metà della nostra band, ma mi ha anche portato a rafforzare la mia determinazione a continuare con la musica, e a ridefinire il mio rapporto e l’ossessione che ho per essa. Mi ha riorientato e alla fine mi ha reso più appassionato.

Being as an Ocean, live @ Milano, 2022 – ph Ilaria Maiorino

Come avete vissuto la perdita e la sostituzione di molti membri della vostra band?

Joel: Mike e io abbiamo sofferto per l’abbandono dei nostri membri passati, ma siamo andati avanti con un percorso chiaro e nuovo per il futuro di Being As An Ocean. Al momento, siamo pienamente soddisfatti di essere solo noi due a mantenere la band e di ingaggiare musicisti straordinari per suonare con noi in tour.

Diventare una band indipendente deve essere stato difficile. Come avete gestito la transizione tra l’essere una band sotto etichetta e l’essere una band indipendente?

Joel: Siamo stati sia una band sotto etichetta che indipendente, ma al momento operiamo come partner di un’etichetta chiamata Out Of Line e di una editoria musicale. Finora queste collaborazioni sono state utili a tutte le parti, quindi vedremo cosa ci riserverà il futuro. Essere una band sotto etichetta o indipendente ha i suoi pro e i suoi contro, ma mantenere il più possibile la propria indipendenza come artista nel mondo di oggi è sempre l’obiettivo.

Being as an Ocean live @ Legend Club – Milano, 2023 – ph Alberto Bocca

Quali sono gli artisti e le band contemporanee che ascolti? C’è qualcuno di loro con cui vorreste collaborare?

Joel: Sto ascoltando molto hip hop, post rock e metal. Baby Keem, The Acacia Strain, Denzel Curry, Kendrick Lamar, Meshuggah e Sigur Ros per citarne alcuni. Sarebbe molto divertente collaborare con Denzel Curry. È un autore di testi di grande talento, e so che ne uscirebbe qualcosa di grandioso.

Qual è il vostro progetto finito il tour?

Joel: Continuare a scrivere altra musica è sempre l’obiettivo e il prossimo progetto. L’album da cui pubblicheremo i singoli è nuovo per tutti, tranne che per noi. A me e a Michael vengono continuamente in mente nuove idee e viviamo esperienze di vita che ci offrono costantemente nuove ispirazioni.

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