Century Media Records – 2021

I Bewitcher arrivano dall’Oregon e con ‘Cursed Be Thy Kingdom’ raggiungono un piccolo importante traguardo, ossia quello della pubblicazione del terzo disco, tappa solitamente importante per ogni band.
Il gruppo americano propone, con estrema convinzione, un mix maligno di black (piùche altro per l’utilizzo della voce), speed e rozzo e pesante rock’n’roll, con Motorhead e Venom come fonte di ispirazione principale.
I ragazzi ci sanno fare, hanno la giusta attitudine e l’album dal minutaggio contenuto ed essenziale (trentasei minuti) è senza ombra di dubbio davvero piacevole ed energico.

L’intro ‘Ashe’ sembra uscire dall’album ‘The Crimson Idol’ dei W.A.S.P., pochi minuti di calma e melodia, preludio al forte impatto sonoro che non tarda ad arrivare.
Death Returns”…’ mette le cose in chiaro riguardo le intenzioni della band, l’irruenza dei Bewitcher arriva direttamente alle nostre orecchie, nessuna concessione alla melodia, i Motorhead sempre lì nell’angolo che osservano compiaciuti.
Di nuovo e attuale i Bewitcher non hanno nulla, e anche per questo mi piacciono, ‘Satanick Magick Attack’ inizia con un riff di chitarra che arriva direttamente dalla NWOBHM, semplice già  sentito altre volte, ma sempre trascinante.
Impossibile non lasciarsi coinvolgere dalla velocità  e dalla malvagità  di ‘Electric Phantoms’ o dall’incedere incalzante di ‘Mystifier (White Night City)’ quasi orecchiabile rispetto alle altre songs.
La title track è ancora un piccolo omaggio alla band di Lemmy, pochi accordi, ritmo molto sostenuto e la giusta sfacciataggine.
Piùcomplessa ‘Valley Of The Ravens’ brano piùragionato ma che mantiene intatta quell’aura oscura e pesante, caratteristiche che rappresentano un punto di forza di questo disco.
Metal Burner’ (mi ha ricordato vagamente ‘Be Quick Or Be Dead’ dei Maiden) e ‘The Widow’s Blade’ pescano a piene mani nel metal degli anni ottanta ma non in modo fastidioso, non si tratta di uno scopiazzamento fine a se stesso, qui parliamo di influenze evidenti che vengono rielaborate e rese abbastanza personali dai Bewitcher.
In chiusura la cover dei Pentagram, band di culto della scena doom, ‘Sign Of The Wolf’ tratta dal primo importante album della band di Bobby Liebling e soci.
La versione dei Bewitcher è piùsporca (soprattutto per la voce) e chiaramente con dei suoni diversi, ma mi è sembrato un sentito e giusto tributo ad una band che viene spesso dimenticata.

Nel panorama musicale ognuno sceglie la propria strada, c’è chi si cimenta con generi piùmoderni e innovativi c’è chi come i Bewitcher ha scelto la tradizione ed il passato, in fondo c’è posto per tutti in questo fottuto mondo.

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Tracklist:

1.Ashe
2.Death Returns…
3.Satanick Magick Attack
4.Electric Phantoms
5.Mystifier (White Night City)
6.Cursed Be Thy Kingdom
7.Valley Of The Ravens
8.Metal Burner
9.The Widow’s Blade
10.Sign Of The Wolf

Band:

M. Von Bewitcher – voce, chitarra
A. Magus – basso, cori
A. Hunter – batteria

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