Ultima data europea per il Catacombs of Black Vatican Tour dei Black Label Society di Zakk Wylde & Co. prima di volare in Giappone e Australia e dopo che la band aveva suonato a luglio a Pistoia al Pistoia Blues Festival prima dei The Darkness.

Locale molto affollato, ma non si sfiora il sold out, all’esterno solo venditori di magliette e camioncini di paninari, ma niente polizia; tuttavia ai fotografi presenti da parte del management viene comunicato nel tardo pomeriggio la non possibilità  di stare sotto il palco, senza ahimé sapere il motivo.

Sulle note del mash up di Whole Lotta Love e War Pigs, salgono con una manciata di minuti d’anticipo i quattro, con un Zakk Wylde in ottima forma e pronto subito ad incendiare il pubblico con ‘The Beginning… At Last’, tratta dal primo disco e accolta con un boato dal pubblico. Ad accompagnare il biondo e barbuto chitarrista abbiamo alla seconda chitarra Dario Lorina (ex Lizzy Borden), ormai da piùdi un anno nella band, alle pelli Jeff Fabb e al basso l’ormai rodato John DeServio. Seguono poi ‘Funeral Bell’ e ‘Bleed for Me’, ben accolte dagli spettatori e con un Zakk sempre in prima linea pronto a raccogliere applausi.

Dall’ultimo disco vengono tratte quattro canzoni, ‘Angel of Mercy’, ‘Damn the Flood’, ‘Heart of Darkness’, ‘My Dying Time’, anche se i presenti tendono tuttavia ad apprezzare i classici, come ‘Suicide Messiah’, di cui l’ultimo verso viene cantato a squarcia gola suscitando l’apprezzamento di Zakk che ringrazia tutti battendosi i pugni sul petto e scatenando così cosi da stadio in suo nome. Al termine di ‘Damn the Flood’, il biondo e sempre piùselvaggio chitarrista entra come in trance ed inizia un vorticoso assolo, osannato ed incitato dal pubblico e poi fotografato dal batterista con uno smartphone, che sembra incredulo di quante note possa produrre in un secondo il buon Wylde. Primo momento di dialogo con il pubblico da parte di Zakk, che introduce uno ad uno i suoi musicisti, facendo riferimento alla dose di “stereoids” che hanno assunto indicandone la massa, e poi, rivolgendosi a Dario, il piùmagro del quartetto, scherzosamente dice che ne ha bisogno di più. Anche se il chitarrista non ha la stessa abilità  a tenere il palco del suo predecessore, Nick Catanese, si dimostra un ottimo gregario, con buona tecnica e precisione, e anche un apprezzato solista in alcuni momenti. Lorina si siede inoltre al piano per accompagnare ‘Angel of Mercy’, piano che lascerà  al barbuto frontman per la classica e commovente ‘In This River’. Il concerto si conclude poi con le veloci ‘The Blessed Hellride’, ‘Concrete Jungle’ e la conclusiva ‘Stillborn’.

Pubblico in adorazione per Zakk, che ringrazia alzando prima la chitarra e poi il suo giubbotto con sopra le toppe dei Black Label Society. Musicisti in ottima forma, un Zakk Wylde trascinatore e perfetto, tuttavia un’ora e qualche minuto per tredici canzoni e un assolo di cinque minuti sono troppo pochi per una band che vanta una vasta e varia discografia e un’esperienza ormai consolidata.

 

Setlist:
The Beginning… At Last – Funeral Bell – Bleed for Me – Heart of Darkness – Suicide Messiah – My Dying Time – (Guitar Solo) – Damn the Flood – Godspeed Hell Bound – Angel of Mercy – In This River – The Blessed Hellride – Concrete Jungle – Stillborn

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