Roadrunner Records – Agosto 2010

Recentemente, le cose sembravano non andare per il verso giusto per il caro vecchio Zakk Wylde: dai problemi di salute legati ad anni di abuso alcolico al siluramento da parte di Ozzy Osbourne dalla sua band, la buona stella del lungo crinito e barbuto axeman americano sembrava averlo abbandonato. Ma si sa, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Ed il risultato ci è subito offerto dall’ottavo album dei Black Label Society, uscito a distanza di quattro anni dal piùche scialbo “Shot to hell”.

Diciamolo subito che “Order of the Black” non ha nulla a che vedere col suo predecessore: qui si pesta duro sin dalle prime battute e sarà  così fino all’ultimo secondo del lotto composto da ben 13 canzoni, una piùspaccaossa dell’altra. C’è tutto il repertorio dei Black Label Society a vostra disposizione: chitarroni dalle distorsioni sempre più“grasse”; prova alla voce di Zakk sempre piùsguaiata, da buon vecchio uomo del Sud, insomma; assoli annichilenti e canzoni che dal vivo ci faranno pogare fino allo sfinimento (su tutte il trittico d’apertura e “Southern Dissolution”, brano piùbello di tutto l’album!). Ma non temete, perché “Order of the Black” è anche rappresentato dalle immancabili ballads che ben evidenziano il lato piùintrospettivo di Mr. Wylde. Ne troverete addirittura quattro, due delle quali sono a dir poco meravigliose, ovvero “Time Waits for No One” e la conclusiva “January”. Come dicevamo in precedenza, gli ingredienti tipici di ogni classico album dei B.L.S. ci sono tutti, ma non per questo potremmo mai definirlo come un prodotto di mestiere, anzi si tratta di un lavoro particolarmente ispirato e ben realizzato. E riesce davvero difficile non pensare che l’uscita di Wylde dalla cricca di Mr. Osbourne possa essere correlata alla buona riuscita di “Order of the Black”.

Evidentemente, Zakk adesso è finalmente libero di concentrarsi esclusivamente sulla sua band mettendoci dentro tutte le idee migliori, evitando quindi di doverle dividere tra i suoi lavori solisti e quelli prodotti con Ozzy. Ora possiamo dirlo con assoluta certezza che i Black Label Society sono la priorità  assoluta per Zakk Wylde e non la band della domenica da tirar fuori quando non deve timbrare il cartellino per il Madman. Del resto, l’ho già  ribadito in altra sede, anche Ozzy ora può tirare un sospiro di sollievo, non dovendo piùricoprire il ruolo di comprimario nei suoi shows, ormai da troppo tempo occupati dalla presenza ingombrante di Zakk. In definitiva, si è trattato di un divorzio doloroso ma necessario per entrambe le parti, l’una diventata ormai scomoda per l’altra e viceversa. Il sottoscritto pensa che, per una volta, la separazione non danneggerà  nessuno, ma anzi valorizzerà  maggiormente le rispettive carriere, le quali, si spera,  proseguiranno ancora per tanto, tanto tempo.

Noi fan, ovviamente, non potremmo che gioirne.

www.blacklabelsociety.com

Tracklist:
1. Crazy Horse
2. Overlord
3. Parade Of The Dead
4. Darkest Days
5. Black Sunday
6. Southern Dissolution
7. Time Waits For No One
8. Godspeed Hell Bound
9. War Of Heaven
10. Shallow Grave
11. Chupacabra
12. Riders Of The Damned
13. January

Band:
Zakk Wylde – voce, chitarra, piano
Nick Catanese – chitarra
John “JD” DeServio – basso
Will Hunt – batteria

Redazione
Author

Write A Comment