Ed eccomi qui , con la mia prima recensione musicale per il 2020. Ammetto di non aver proprio mai sentito parlare di questi “Black Lips“, ma dopo vari ascolti sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla loro proposta. Nulla di nuovo il sole, sia inteso ma in tempi in cui la contaminazione tra generi di ogni tipo è la regola, riascoltarsi un sano disco di country rock n’roll può essere anche un toccasana.

La band è attiva ben dal 1999 ed è guidata dal cantante chitarrista Cole Alexander. Questo album è il seguito di “Satan’s Graffiti or God’s Art? “, uscito nel 2017. Dodici canzoni che ti mettono allegria e che possono essere adatte ad un viaggio verso un luogo di vacanza. Il cd è stato registrato in un luogo epico per la storia musicale, i Valentine Recording Studios, situati nel Laurel Canyon e che ha visto artisti leggendari quali The Beach Boys e Bing Crosby, registrare alcuni loro famosissimi lavori.

Sicuramente le influenze che ho ritrovato possono essere diverse. Posso sicuramente affermare di sentire decisamente la mano ispiratrice di Bob Dylan e Neil Young in alcune parti, insieme alle migliori sonorità  di Johnny Cash, Izzy Stradlin e un emergente quale Chris Stapleton. Non si può essere pervasi dalla tristezza, ascoltando pezzi scanzonati e divertenti quali “Rumbler” o “Angola Rodeo” e ci sono anche pezzi quali “Gentleman“, che vanno a creare un riuscito connubio tra “The Rolling Stones” e “Free”.

La band è assolutamente coesa e compatta nel suonare, visto che in tanti anni d’attività  ha subito ben pochi cambi di lineup. Ci sono riferimenti molto diretti a Mr Johnny Cash, come in “Georgia”, un inno al loro Stato di provenienza, visto che arrivano da Atlanta. Ogni tanto sparsi nel disco, ci sono ottime parti di slide guitar e la batteria di Mr Oakley Munson si
prende tutta la scena.

Un lavoro che posso consigliare anche a tutti i fans di Shooter Jennings e che seppur non essendo un capolavoro, si fa ampiamente apprezzare. La band è davvero valida in chiave live ed è in procinto di partire per un lungo tour degli Stati Uniti. Ci saranno alcune date estive in Europa ed altre saranno aggiunte (finora l’Italia non è stata annunciata). Altra cosa che voglio sottolinearvi, è il loro look davvero inusuale. Non è la tipica band country con cappelloni e via dicendo, ma indossa outfits davvero sgargianti e in alcuni frangenti vintage nelle loro
foto promozionali.

Recensione di Mauro Brebbia

Tracklist

01. Hooker Jon (03:52)
02. Chainsaw (03:16)
03. Rumbler (03:22)
04. Holding Me Holding You (02:31)
05. Gentleman (05:17)
06. Get It On Time (03:06)
07. Angola Rodeo (02:42)
08. Georgia (03:33)
09. Odelia (02:21)
10. Dishonest Men (03:23)
11. Locust (02:38)
12. Live Fast Die Slow (04:18)

Band

Cole Alexander (voce, chitarra e armonica)
Jared Swilley (basso)
Oakley Munson (batteria)
Zumi Rosow (sax)
Jeff Clarke (chitarra

Mauro Brebbia
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