Island Records – Marzo 2013

Devo dire che pur avendo accettato di buon grado l’idea di recensire la nuova uscita dei Bon Jovi ho dovuto lottare e non poco con me stesso per togliermi di dosso i pregiudizi che oramai nutro verso quello che è stata per anni una delle mie band idolo e riuscire ad ascoltare con serenità  e zero aspettative questo nuovo “What About Now”.

Seguo la carriera dei Bon Jovi fin dai primi anni ’80 quando aprivano i tour dei Kiss. Il 16 Novembre1988 ero all’allora Palatrussardi a vederli Live durante il tour di New Jersey”… insomma, li ascolto e seguo da sempre.  Dal mio punto di vista, la vena creativa della band ha avuto un brutto e definitivo crollo dopo l’uscita di uno dei prodotti di minor successo commerciale ma a mio parere uno dei loro migliori in assoluto a livello artistico, “These Days” del lontano 1995.  Da allora l’unica uscita di livello è stata quella solista di Jon, con il suo “Destination Anywhere”. Dal 2000 in poi, si sono susseguite produzioni di livello qualitativo spesso imbarazzanti, dove nella mediocrità  assoluta faceva breccia la solita hit tipo “It’s my Life” oppure “Have a Nice Day” e pochissimo altro. Apice assoluto del nulla creativo è il precedente “The Circle”, del quale penso già  nessuno ricordi l’esistenza.

Piùriuscito, piùin linea con quello che sono ora i Bon Jovi è invece stato “Lost Highway”, album molto orientato al country rock, ma almeno fresco e vitale. Comunque sia, questa è la storia passata. Ora nel 2013 i Bon Jovi si ripropongono con un nuovo prodotto. In questo “What about Now” le influenze maggiori sono date dal vigoroso impegno civile che da anni il buon Jon porta avanti con le sue fondazioni e con il pubblico appoggio ad Obama. I testi sono impegnati e si parla poco di temi leggeri.  La scia seguita nella composizione delle liriche è quella del maestro Bruce Springsteen (spiacente ma, le vette liriche ed emozionali che tocca il Boss ahimè, Bon Jovi se le sogna la notte nei peggiori incubi) abbinata a pezzi a presa diretta stile pop, con cori d’impatto e facili da memorizzare. Bon Jovi 2013 sono ormai catalogabili come davvero come pop band con qualche leggera venatura country rock. Poco male se i pezzi sono buoni.

Conferma di quanto sopra detto è il brano d’apertura “Because We Can”. Confesso che ho dovuto riavviarlo parecchie volte prima di riuscire a sentirlo per intero, però alla fine è entrato e adesso non mi vergogno a dire che non mi dispiace per nulla. E’ puro pop ma con un testo forte, che punta a dare un sostegno a chi è in difficoltà  come ha fatto di recente Jon andando di persona a trovare le famiglie del suo NJ distrutte dall’ uragano Sandy. In Italia magari meno, ma credo che negli States sarà  accolto molto bene. “I’m With You” è una ballata in puro stile solista di Jon, ma quando entra come seconda voce Richie Sambora, il miracolo di questa band si compie ancora. Questi due hanno un’alchimia vocale che riesce a trasformare in oro anche un pezzo direi banalotto come questo. La title track, “What About Now”  riporta un po’ indietro ai tempi dei pezzi piùAOR di “Keep the Faith”. Il brano scorre bene, è piacevole, il testo impegnato e rivolto una volta in piùa dare un messaggio positivo, di speranza ed è proprio questo il mood che si respira durante la canzone.  “Picture of You” scorre via senza fare danni, ma senza nemmeno farsi ricordare. Discorso diverso invece per “Amen”. Gran bel lentaccio che si sviluppa su una base di chitarra acustica, dove la voce di Jon calda e avvolgente regala finalmente delle vere emozioni. Si riparte con un altro bel rimando ai tempi AOR. “That’s what the Water Made Me” è da considerarsi un classico pezzo alla Bon Jovi che avrebbe potuto trovare posto in qualunque degli album pre 2000.

What’s Left of Me” riprende prepotentemente le tematiche legate alla crisi, al lavoro perso, alle difficoltà  della vita  anche se alla fine il messaggio che viene trasmesso è ancora di speranza e di convinzione nelle proprie forze. Musicalmente apre al country ricordando alle volte la vecchia e molto bella “Someday I’ll Be Saturdaynight” oppure la piùrecente “Who Say You Can’t Go Home”.  Questa versione country rock della band è secondo me quella nella quale si riconoscono meglio ora e dove riescono ancora a trasmettere una bella dose di freschezza. Il testo di “Army of One” sembra un sermone di un prete ed il pezzo non brilla in modo particolare anche se vi troviamo uno dei pochissimi assoli di tutto il cd.  “Thick as Thieves” è una leggera ballata che cade un po’ nell’anonimato forse a causa del titolo che è anche il coro e che non brilla in vero per incisività . Il pezzo è comunque gradevole, dolce ma non scade nel mieloso. “Beautiful World”  e “Room at The End Of The World” sono due pezzi di buona fattura anche se troppo orientati al sound U2 , comunque sempre carichi di armonia, gusto e soluzioni che si fanno apprezzare. Chiude il cd “The Fighter” altra ballata folk acustica,  che basa la sua forza sul testo che, in linea con la maggioranza dei pezzi di quest’album è denso di impegno sociale con il chiaro intento di trasmettere un messaggio positivo, di risalita e forza ad un America in grave difficoltà .

Che dire, sono sicuro che nella loro data italiana riusciranno comunque a riempire la scala del calcio – San Siro – e mi auspico facciano del loro meglio per dare alla gente uno spettacolo degni della loro storia. Io non ci sarò, questo cd non è una spinta sufficiente, ma questo è quello che ci offrono i Bon Jovi oggi, ne piùne meno di un buon album pop.  I gusti non si discutono, no?

BRANO FLOP: oltre a qualche pezzo piuttosto anonimo, il Flop è la mancanza della chitarra di Richie Sambora. Questa nuova direzione musicale della band limita al minimo indispensabile il lavoro ed i favolosi ricami che questo maestro sa fare con le sei corde. Questo è il vero peccato.
BRANO TOP: nessun brano a dire il vero suscita un vero entusiasmo, ma a mio parere “Amen”  e “What’s Left of Me” rappresentano il meglio dei Bon Jovi 2013.

www.bonjovi.com

Tracklist:
1. Because We Can
2. I’m With You
3. What About Now
4. Pictures of You
5. Amen
6. That’s What the Water Made Me
7. What’s Left of Me
8. Army of One
9. Thick as Thieves
10. Beautiful World
11. Room at the End of the World
12. The Fighter
13. With These Two Hands
14. Not Running Anymore
15. Old Habits Die Hard
16. Every Road Leads Home To You

Band:
Jon Bon Jovi – voce, chitarra
Richie Sambora – chitarra
Hugh McDonald – basso
David Bryan – tastiere
Tico Torres – batteria

 

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

2 Comments

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    Gilardengo Reply

    Bon Jovi non farà la storia come chi ha saputo scoprire la giusta meta. Nessun artista rock pop e altro la farà mai. Inutile recensire quello che non ha importanza.

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    Gilardengo Reply

    Comunque sono canzoni passabili per trascorrere una vita discreta prima di finire nella cassa.

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