Serata all’insegna del bel canto femminile quella di questa sera al Legend Club: la band olandese dei Delain fa infatti tappa a Milano per il suo “Human Contradiction European Tour”, nel quale hanno come ospiti d’eccezione i connazionali The Gentle Storm, guidati dall’affascinante Anneke van Giersbergen.

Ad aprire le danze come opening act troviamo un po’ a sorpresa la poco pubblicizzata band finnica degli Amberian Dawn, anch’essi caratterizzati da una presenza femminile al microfono come Pà¤ivi “Capri” Virkkunen e freschi d’uscita del nuovo album “Innuendo” (Napalm Records, 2015): il quintetto, guidato dal tastierista Tuomas Seppà¤là¤, mette in mostra un symphonic metal che si rifà  in maniera abbastanza spudorata al sound dei maestri del genere Nightwish, senza però avvicinarsi nemmeno lontanamente alle capacità  compositive di Tuomas Holopainen. Alla lunga la loro proposta musicale risulta così un po’ noiosa e ripetitiva, anche se è sembrata in grado comunque di far presa sul pubblico che ha cominciato a riempire il locale. Tra i sei brani proposti dalla band sono da citare “The Court Of Mirror Hall”, dai cori pop che ci hanno ricordato gli Abba, e “Ladyhawk”, se non altro per l’evocativo titolo che ci ha rimandato ad uno splendido film fantasy con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer.

Dopo un rapido cambio di palco, arriva finalmente il momento di accogliere il ritorno in Italia della sirena Anneke, che già  ci aveva incantato in acustico lo scorso febbraio quando si era esibita sempre qui a Milano in compagnia di Arjen Lucassen: i due avevano presentato in anteprima il proprio nuovo brillante progetto The Gentle Storm, che viene ora proposto in versione elettrica dalla sola Anneke, accompagnata per l’occasione da uno stuolo di musicisti di tutto rispetto come Marcela Bovio (seconda voce, cori) e Johan van Stratum (basso), entrambi degli Stream Of Passion, Ferry Duijsens (chitarra), Ed Warby (batteria) e la minuta talentuosa chitarrista Merel Bechtold, che in questo tour si esibisce in un doppio set, suonando anche con i Delain, nei quali è entrata ufficialmente da solo poche settimane.

L’attacco è affidato in rapida sequenza a “Heart Of Amsterdam” e “Brightest Light”, che ci introducono immediatamente nell’avventurosa traversata oceanica descritta dall’album “The Diary” (InsideOut, 2015); superato un piccolo problema iniziale al radiomicrofono, subito sistemato dopo un rapido passaggio dietro le quinte, l’incantevole voce di Anneke sale in cattedra, mettendo in mostra quelle doti che le consentono di destreggiarsi abilmente tra i momenti piùleggeri ed i passaggi piùmaestosi e sinfonici, nei quali duetta con l’altrettanto brava Marcela. Il resto della band non è certo da meno e l’esecuzione della seguente “The Storm” è spettacolare e mette in evidenza un affiatamento ed una compattezza di sound davvero notevoli (peccato solo per l’assenza delle tastiere, sostituite da basi preregistrate); nei momenti piùtrascinanti del brano, la chioma rossa di Anneke rotea nella penombra insieme a quelle di Johan e Merel, venendo poi accompagnata da efficaci giochi di luce, capaci di evocare con successo la tempesta del titolo.

Dopo questo trittico iniziale, il sorriso di Anneke introduce il primo salto nel suo passato musicale, ossia la grandiosa “Eléanor” dei The Gathering, qui riproposta in una versione davvero da brividi, alla quale fa seguito l’altrettanto entusiasmante “Witnesses”, tratta dal repertorio degli Agua de Annique e molto piùtrascinante dal vivo rispetto alla versione in studio.

L’apice del concerto è però il classico dei The Gathering “Strange Machines” che non può davvero mai mancare in uno show di Anneke e che anche questa sera è capace di infiammare davvero tutta la platea, che a fine pezzo sommerge di applausi il gruppo: la cantante olandese sembra sinceramente colpita da cotanto affetto e ringrazia felice un pubblico “capace di riscaldarle il cuore in questa giornata molto fredda”.

Il finale dello show è affidato a “Fallout” di Devin Townsend e alla pomposa “Shores Of India” che riconduce definitivamente in porto il vascello dei The Gentle Storm, al termine di questo breve ma entusiasmante viaggio tenutosi questa sera in quel del Legend.

The Gentle Storm:
Anneke van Giersbergen – voce
Ferry Duijsens – chitarra
Merel Bechtold – chitarra
Johan van Stratum – basso
Marcela Bovio – seconda voce, cori
Ed Warby – batteria

Setlist:
1. Heart Of Amsterdam – 2. Brightest Light – 3. The Storm – 4. Eléanor (The Gathering) – 5. Witnesses (Agua de Annique) – 6. Strange Machines (The Gathering) – 7. Fallout (Devin Townsend Project) – 8. Shores Of India

Salire sul palco dopo un’esibizione di questo calibro da parte di una fuoriclasse come Anneke non deve essere facile per nessuno, ma comunque i Delain della graziosa Charlotte Wessels ce la mettono davvero tutta sin da quando attaccano con l’accoppiata iniziale costituita dalla grintosa “Go Away” e dalla piùmelodica “Get The Devil Out Of Me”. La band è solida e coesa nel riproporre il proprio sound sinfonico dalle notevoli aperture melodiche sullo stile degli ultimi Within Temptation, ma forse una piccola pecca è da riscontrare proprio nella voce di Charlotte, che dal vivo non pare così incisiva come su disco. L’intrigante airplay radiofonico della bella “Army Of Dolls” e di “Lullaby” introducono il trascinante singolo “Stardust” tratto dall’ultimo album “The Human Contradiction” (Napalm Records, 2014), capace di scatenare l’entusiasmo del caloroso pubblico accorso questa sera in massa a sostenere la band: Charlotte ringrazia e non si risparmia una frecciatina nei confronti del locale che, in effetti, pur essendo dotato di una buona acustica non consente una gran visibilità  se non ci si trova nelle file a ridosso del palco.

Here Comes The Voltures” conquista col suo incedere dalle atmosfere molto orecchiabili, ma da questo momento in poi lo show entra in una fase di stanca e non bastano il fascino indiscusso di Charlotte e l’imponente presenza fisica del bassista Otto a mantenere alto il livello di questa fase centrale del concerto, anche perché le chitarre sono spesso messe in secondo piano dalle preponderanti tastiere, nonché dalla presenza di basi preregistrate.

Detto di “Turn The Lights Out”, nuovo brano presentato in anteprima e destinato a far parte del prossimo album in uscita nel 2016, il livello dell’esibizione torna ad alzarsi nel finale con la potente “The Gathering” e l’avvincente “Not Enough”, poste in chiusura di show.

I Delain tornano sul palco per gli encore, costituiti da “Mother Machine” (con finalmente le chitarre piùin evidenza) e dal cavallo di battaglia “We Are The Others”, durante il quale fra il pubblico si alzano decine di cartelli riportanti la scritta “Dank Je Wel” in segno di ringraziamento nei confronti del gruppo, che, sulle note di un epico outro, lascia il palco visibilmente soddisfatto per l’accoglienza ricevuta.

Finito il concerto ci attardiamo fuori dal locale per una chiacchierata tra amici, quando la divina Anneke ci passa di fianco trascinando il suo trolley e, riconoscendo le nostre voci, si gira per salutarci e regalarci l’ultimo sorriso della serata: la band principale di questa sera sono stati i Delain, ma la vera vincitrice è lei. Dopo averci regalato in campo calcistico talenti quali Cruijff e van Basten, all’Olanda oggi deve essere riconosciuto il merito in campo musicale di aver dato i natali a una cantante davvero straordinariamente dotata e allo stesso tempo umile come Anna Maria van Giersbergen.

Delain:
Charlotte Wessels – voce
Timo Somers – chitarra
Merel Bechtold – chitarra
Otto van der Oije – basso
Martijn Westerholt – tastiere
Ruben Israel – batteria

Setlist:
1. Go Away – 2. Get The Devil Out Of Me – 3. Army Of Dolls – 4. Lullaby – 5. Stardust – 6. Milk And Honey – 7. Here Come The Voltures – 8. April Rain – 9. Sleepwalkers Dream – 10. Don’t Let Go – 11. Turn The Light Out – 12. Silhouette Of A Dancer – 13. The Gathering – 14. Not Enough – 15. Mother Machine – 16. We Are The Others

 

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