Un brodino caldo di musica e parole

Ieri sera sabato 3 dicembre 2022 alle ore 18:30 la Liuteria Diego Suzzi di Cesena già pullulava di persone attirate da quel luogo caldo e pieno di strumenti in cui stava per iniziare un curioso qualchecosa. Chi con una birretta e chi con una fumante ciotola di passatelli di Brodino Pastificio riscaldava corpo e anima contrastando la fredda serata cesenate e controllando di tanto in tanto in fondo alla sala dove erano allestiti un pianoforte, dei microfoni e qualche sedia.

Aperitivo, musica e chiacchiere. Tre elementi immancabili del format torinese Cantautori in Canottiera, prodotto e ideato da The Goodness Factory, che dal 2016 vede come “capovoga” il direttore artistico Alberto Bianco. Nasce con l’intento di avvicinare fisicamente pubblico e cantautori in un paio d’ore di chiacchiere e canzoni in cui creare occasioni di dibattito in spazi volutamente raccolti e nel mood più confortevole possibile. Questa volta Bianco invita gli amici Dente, all’anagrafe Giuseppe Peveri, e Federico Dragogna, parole, note, chitarra e seconda voce dei Ministri, a partecipare all’evento, moderato dalla genuina e affabile parlantina romana di Martina Martorano e scandito dall’esecuzione in acustico di alcuni brani dei due ospiti.

Ci sediamo sul pavimento, gambe incrociate, come sul tappeto di casa. La voce piena e gentile di Dente e le note del pianoforte si fanno largo fra il brusio persistente di chi sta ancora banchettando, ma che non ci distrae dalla dimensione altra in cui ci sta trasportando. Con brani come “Coniugati passeggiare”, “Vieni a vivere” o “Adieu” Dente sparge gocce di malinconia in sala come pioggia dal soffitto. Dragogna coglie l’occasione per eseguire alcuni brani dei Ministri, nelle loro vesti d’origine, alcuni più celebri come “Tempi Bui” altri poco gettonati nei live come “Ballata Del Lavoro Interinale” o “Io Sono Fatto Di Neve” che in questa formula intima e spoglia assumono rinnovato valore.

Nei momenti di dibattito si toccano le questioni più disparate dalle piattaforme di fruizione musicale (come si ascoltava e come si scoprivano nuovi artisti prima di Spotify?) a cosa può offrire la vita notturna in provincia e in città, dagli stili di vita come quello di chi vive tutto fino all’alba (finché non sopraggiunge la vecchiaia) al cabaret milanese. Si fa riferimento a un progetto, o incidente che dir si voglia, che accomuna il trio Bianco-Dente-Dragogna, chiamato “Calamari” nato nel 2009 da un’idea di Effe Punto, anch’egli cantautore, il quale mirava a riportare in auge il cabaret milanese in dialetto con un collettivo composto da Dragogna, Dente, Enrico Gabrielli e Gianluca De Rubertis da cui è seguita una serie di concerti al Circolo Magnolia di Milano con cadenza mensile che a detta di Dragogna poteva diventare un format pazzesco dai contenuti esilaranti, ma che poi è stato lasciato andare (“come la vita” commenta Dente).

Sopravvive da questo esperimento un inedito che in dialetto milanese si intitola “Ghe anmò quaidun” ossia “C’è ancora qualcuno”, che armonizzato dal duo Dente-Dragogna rappresenta uno dei momenti vocalmente più intensi della serata. In battuta finale i due invitano a cantare sul piccolo palco anche Bianco e l’incontro si conclude come immaginiamo possa concludersi una serata intima fra i tre amici: a suonare l’uno sull’altro e a ridere. Intonano “Morsa”, canzone scritta da Dente e Bianco, che il pubblico accompagna con il battito di mani e che ci saluta con la dolce immagine di aiuto reciproco fra artisti. Come recita il testo “Se uno sta male gli altri lo vanno a salvare”.

Testo di Lucia Rosso, fotografie di Emanuel Giordani

 

 

 

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