Di tutti gli eventi di metal estremo che si sono svolti allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, quello di stasera sicuramente è quello più atteso dell’anno, soprattutto perché in origine era programmato nel 2020, ma a causa della pandemia era stato posticipato e in seguito annullato.
Fortunatamente la Bam Booking, Cerberus Booking e Lo-Fi Creatures, hanno unito le forze riuscendo a portare sul palco i DESTRUCTION, mitici thrasher teutonici capitanati dall’inossidabile Schmier, che in questo tour celebrano i 40 anni di attività.
Un evento imperdibile essendo l’unica data italiana, arricchita da altre band di tutto rispetto pronte a scaldare i motori, innanzitutto i leggendari WHIPLASH che sostituiscono i RAZOR, i quali purtroppo hanno annullato l’intero tour causa infortunio.
Oltre a loro i grandiosi ENFORCER e i potenti CRISIX, pronti a scaldare i motori in questa serata dove il thrash metal, metterà a dura prova le nostre ossa e i nostri timpani, che la distruzione abbia inizio!
Dopo tanti eventi dove l’affluenza non è stata delle migliori, finalmente giungo al locale e noto con piacere che il pubblico è già numeroso, a dare il calcio d’inizio spetta ai CRISIX accolti calorosamente.
Questa giovane band nata in Spagna nel 2008, dà subito una scossa sulle note di World Needs Mosh, il loro thrash metal dilaga rapidamente agitando la platea, la risposta del pubblico è immediata e il moshpit sarà costante.
Avendo poco tempo a disposizione, traggono canzoni da quasi l’intera discografia, nonostante le ridotte dimensioni del palco, riescono a tirare fuori tutta la loro energia e voglia di divertirsi.
Marc Busqué e Albert Requena sparano riff violenti e assoli taglienti, accompagnate dalle dure linee di basso lanciate da Pla Vinseiro, mentre Javi Carrión tormenta piatti e pelli, infine il sound è sfregiato dal growl e forti acuti del frontman Julián Baz.
I nostri sono una spugna intrisa di violenza con la giusta dose d’ignoranza, l’entusiasmo generale è aumentato dai loro incitamenti di circle pit e wall of death, e, verso il finale si scambiano gli strumenti e il microfono passa a Marc, per intrattenerci al meglio fanno un medley di Metallica, Pantera e Anthrax.
Infine con Ultra Thrash, Marc scende in platea incitando il circle pit intorno a lui, ordine chiaramente eseguito per un finale ancora più dinamico.
Avevo già visto in azione i thrasher della Catalonia, mi hanno sempre fatto una buona impressione ma stasera ancora di più, un ottimo inizio serata confermato dalle urla e applausi dei fans, Julián Baz e compagni possono lasciare il palco a testa alta con sottofondo Cuba Pete Song.
Setlist:
World Needs Mosh
Macarena Mosh
Leech Breeder
G.M.M. (The Great Metal Motherfucker)
Full HD
Medley Hit the Lights / Walk / Antisocial
Ultra Thrash
Ora dalla Spagna si passa alla Svezia, patria degli ENFORCER portatori di heavy-speed metal, acclamati dal pubblico visibilmente aumentato partono diretti con Destroyer, riaccendendo immediatamente l’entusiasmo.
Dalla nascita nel 2004 hanno pubblicato quest’anno il sesto disco Nostalgia, dal quale eseguono la title track e Coming Alive, traendo poi canzoni dal resto della discografia purtroppo tralasciando il primo disco.
In generale ogni canzone è molto apprezzata, fucilate come Mesmerized by Fire, Zenith of the Black Sun e Live for the Night, alimentano i fans che cantano e pogano, grazie anche alla forte tenuta di palco.
Scambiandosi di posizione si sostengono a vicenda, mentre le sei corde di Olof Wikstrand e Jonathan Nordwall fanno scintille, tra potenti riff e assoli spietati tenuti stretti da spesse linee di basso tracciate da Garth Condit.
Alla batteria al posto di Jonas Wikstrand, abbiamo il session drummer italiano Fabio Alessandrini, già militante negli Annihilator, Bonfire e altre band, il quale picchia duramente dando una marcia in più alla ritmica.
Infine il sound è completato dalla squillante voce di Olof, che mantiene il contatto con i fans tenendosi in equilibrio tra palco e transenna, inoltre nonostante i vari cambi di line up, tra di loro c’è una forte coesione.
Il pubblico è sempre in fermento e si tranquillizza solo durante Nostalgia, unico brano lento del repertorio mentre come pezzo finale, scagliano Midnight Vice dando ai fans una scossa finale, senza dubbio anche la loro esibizione si rivela un successo, aprendo degnamente la strada alla band successiva.
Setlist:
Destroyer
Undying Evil
From Beyond
Coming Alive
Zenith of the Black Sun
Nostalgia
Mesmerized by Fire
Live for the Night
Take Me Out of This Nightmare
Midnight Vice
Dopo le esibizioni dei giovani CRISIX ed ENFORCER, diamo il benvenuto alle prime leggende della serata, loro sono i WHIPLASH esponenti dello speed/thrash americano, quando prendono posizione il pubblico sempre più numeroso li acclama a gran voce.
Senza indugi Tony Portaro e compagni irrompono con Last Man Alive, investendo la platea con un’onda d’urto i cui effetti si sentiranno per l’intera esibizione, la situazione comincia a diventare pericolosa con certi mostri sacri non si scherza.
Dalla nascita nel 1984 hanno all’attivo sette dischi, ma concentrano il repertorio sul primo masterpiece Power And Pain, lanciando bombe come Stage Dive e Spit On Your Grave, ma anche altre frustate in faccia come The Burning of Atlanta, Insult to Injury, Killing on Monroe Street e l’ultimo singolo Sword Meet Skull, Skull Meet Sword del 2013.
Durante la loro carriera hanno cambiato formazione molte volte, attualmente il bassista Dank Delong è stabile dal 2011, mentre alla batteria è subentrato quest’anno Rider Johnson, la colonna portante è sempre l’inarrestabile Tony.
La sua voce è sempre sporca e corrosiva, la sua chitarra è un’inesauribile fonte di riff micidiali e assoli affilati, seguiti dai giri di basso di cemento armato da parte di Dank, mentre Rider fa tremare la batteria pestando con violenza.
All’inizio dell’esibizione, Tony fa presente al fonico che non vuole sentire la chitarra in spia, ma dato che la sua richiesta non è soddisfatta s’arrabbia tanto da buttare giù la spia e l’asta a calci.
Per il resto il trio procede come un treno in corsa causando un moshpit sempre più cruento, inoltre gli esaltati del crowd surfing cadono rovinosamente sulle spie e sui malcapitati fotografi, in un delirio di urla e cori d’incitamento.
La band del New Jersey dà ai fans la legnata finale con Power Thrashing Death, concludendo un’esibizione terremotante dimostrando la potenza dell metal old school, preparando al meglio il pubblico per i tanto attesi headliner.
Setlist:
Last Man Alive
Killing on Monroe Street
The Burning of Atlanta
Insult to Injury
Sword Meet Skull, Skull Meet Sword
Walk the Plank
Stage Dive
Red Bomb
Spit On Your Grave
Power Thrashing Death
Popolo thrasher siamo giunti al culmine della serata, il locale è strapieno di fans sono sul filo del rasoio per la tensione, dal 2020 l’attesa di vedere i loro idoli sul palco dello Slaughter Club è finita, ad un tratto le luci si spengono ed ecco apparire i DESTRUCTION.
Dalla platea si solleva un boato spezzato dall’attacco di Curse The Gods, che dà inizio a una carneficina dominata dal moshpit furioso, alimentato dalla violenza sprigionata da Schmier e compagni, che sparano un colpo di cannone dopo l’altro senza sosta.
D’ora in poi lo stato di pericolo è costante, la band trasuda rabbia e metallo incandescente, Damir Eski? e Martin Furia fanno sanguinare le chitarre generando riff assassini e vortici di assoli, la ritmica è sostenuta da Randy Black che fa esplodere piatti e pelli.
Ovviamente il dominatore è della scena è l’imponente Schmier, che maneggia il basso come un bazooka mentre le sue note mietono vittime, la sua gola di carta vetrata genera una voce sporca e acuti perforanti, smerigliandoci i timpani a ogni canzone.
Tra di loro regna una forte alchimia e padronanza del palco, la loro energia brutale si riversa sui fans sempre più in delirio, un massacro di moshpit, circle pit, wall of death e crowd surfing, ormai non è più un concerto ma una lotta per la sopravvivenza.
In 40 anni di attività dal 1983 hanno pubblicato diciassette dischi, dall’ultimo Diabolical suonano solo la title track, toccare l’intera discografia è impossibile quindi attingono dai primi lavori, scaraventando sui fans macigni come Life Without Sense, Release From Agony, Nailed to the Cross, e The Butcher Strikes Back.
Ovviamente danno molto spazio al masterpiece Infernal Overkill, gettando benzina sul fuoco con Death Trap, The Antichrist, Tormentor e altre, infine con Bestial Invasion concludono la prima parte del concerto, ritirandosi per una meritata pausa mentre i fans ancora affamati li incitano a gran voce.
I teutonici non si fanno attendere troppo e tornano all’attacco con altri tre canzoni, terminando con l’immancabile Thrash ‘Til Death aprendo nel locale una voragine, come sempre i DESTRUCTION si sono rivelati una macchina da guerra che non fa prigionieri, sommersi da una pioggia di urla e applausi si ritirano vittoriosi, per aver celebrato al massimo del loro potenziale i 40 anni di attività, mentre in platea si contano le vittime.
Che altro dire? La serata è stata un trionfo del thrash metal all’ennesima potenza, grazie ai CRISIX, ENFORCER e WHIPLASH che hanno sputato sangue e sudore, esaltando il pubblico dimostrando il loro valore, e, ovviamente ai granitici DESTRUCTION il cui nome è sempre una garanzia di violenza allo stato puro.
Ringraziamo la Bam Booking, Cerberus Booking e Lo-Fi Creatures, per essere riusciti a portare in Italia questo fantastico evento, e, ovviamente a tutto lo staff dello Slaughter Club per la professionalità dimostrata. Alla prossima!
Setlist:
Curse The Gods
Death Trap
Nailed to the Cross
Mad Butcher
Life Without Sense
Release From Agony
The Antichrist
Thrash Attack
Guitar Solo
Eternal Ban
The Butcher Strikes Back
Tormentor
Bestial Invasion
Encore:
Diabolical
Total Desaster
Thrash ‘Til Death
Live report di Cerutti Giacomo
Foto di Giulia Di Nunno gallery completa a questo link.
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