2021 – Dirt Records

Si dice che la parte difficile per un artista sia quella di riconfermarsi dopo il primo successo. Beh, si può dire che i Dirty Honey passano brillantemente l’esame con il nuovo album intitolato semplicemente “Dirty Honey“, uscito il 23 Aprile.

I Dirty Honey sono una rock band americana che puzza di blues e soul; nati a Los Angeles appena 4 anni fa, nel 2017, sono composti dal cantante Marc Labelle, dal chitarrista John Notto, dal bassista Justin Smolian e dal batterista Corey Coverstone; il nome del gruppo è stato scelto da Labelle dopo aver sentito Robert Plant menzionare la sua band, The Honeydrippers, in un’intervista a Howard Stern, Marc pensò subito che suonasse come un nome rock and roll sporco e grezzo.

Partiti dal basso, dalla Sunset Boulevard, dove fanno concerti come artisti di strada, nel 2019 decidono di incidere il loro primo EP di 6 brani (qui la recensione), con cui ottengono sin da subito un successo fulminante, portando in brevissimo tempo il loro singolo When I’m Gone al primo posto nella classifica Mainstream Rock Songs della rivista Billboard, e diventando così il primo gruppo “unsigned” a raggiungere il top della classifica in 40 anni.

Il successo non si ferma e così dopo aver accompagnato in tour pezzi da novanta come The Who, Guns n’ Roses e Alter Bridge, i quattro decidono di dare un seguito all’EP con un nuovo lavoro inedito.

Scelgono ancora il produttore Nick DiDia, già  in studio con loro nel 2019, che in carriera ha lavorato con gente come Springsteen, Rage Against the Machine e Pearl Jam, e decidono di partire per l’Australia per incidere il nuovo album. Ovviamente la pandemia ha scombinato anche i loro piani e così decidono, grazie alla tecnologia, di registrare sempre con DiDia ma da Los Angeles. Quello che ne viene fuori è un concentrato di Hard Rock Classic, che una volta terminato fa rimpiangere il fatto che duri solo una mezz’ora scarsa. Ecco, se proprio si vuole fare un appunto alla giovane band, è quello di aver rischiato troppo poco, pubblicando un album che è poco piùdi un EP. 8 brani di breve/media durata che lasciano un po’ l’amaro in bocca, ma probabilmente i Dirty Honey hanno sposato il credo del “Less but better”. Non fraintendetemi comunque, il risultato è decisamente buono! 

Il primo brano, California Dreamin, è anche il primo singolo estratto dal disco. Secondo Marc Labelle racconta il sogno californiano in maniera disillusa spiegando che la gran parte delle volte il sogno della California resta sempre e solo un sogno, e c’è da dire che sia il riff di Notto che la voce di Marc, così roca e impolverata, si sposano alla grande col sound californiano evocato nella canzone.  

The Wire consacra Marc come una delle voci migliori del rock contemporaneo, con un estensione vocale clamorosa, e la sezione ritmica, guidata da Coverstone e Smolian ha qualcosa che ricorda gli AC/DC.

Tied Up è un altro pezzo forte, non per niente è stato scelto come secondo singolo, un rock sensuale, condito da cori femminili che si mescolano alla voce di Marc nel ritornello e che sfociano in un virtuoso esercizio vocale a cappella sul finale.

Altro riff degno di nota in Take my Hand. Qui si sentono tutte le influenze dei Led Zeppelin, il brano ha qualcosa di Ramble On e Marc si destreggia alla grande tra la chitarra di Notto e la linea di batteria di Coverstone.

Il terzo singolo, Gipsy, è un Hardrock spavaldo ed energico, qui la batteria di Coverstone la fa da padrone e accompagna tutto il brano intrecciandosi con basso e chitarra, creando un groove che non lascia indifferenti e ti si attacca addosso.

In No Warning e The Morning, Notto si lascia influenzare dal sound degli AC/DC mescolandolo alla grande con quello piùmelodico degli Aerosmith.

La chiusura del disco è lasciata ad Another Last Time, ballata Southern Rock tendente al blues, l’intro sporco e bluesy di John Notto lascia spazio alla voce di Marc Labelle malinconica e sofferente che si intreccia con i cori femminili che la fanno emergere ulteriormente.  Menzione d’onore al basso di Julian Smolian che si insinua per tutta la durata della canzone, seguendo una linea accattivante e trascinante.

I Dirty Honey non hanno la pretesa di proporre qualcosa di innovativo per forza, musicalmente c’è un po’ di tutto, le influenze sono tante e varie, ma hanno il merito di avere un sound ed uno stile riconoscibile ed immediato

Marc Labelle è un ottimo cantante con una voce roca, graffiante ma anche dolce e sensuale, un mix tra Robert Plant e Steven Tyler. John Notto è un Riff-Maker dall’ottimo gusto. I suoi Riff non sono spericolati o particolarmente virtuosi, ma sono fottutamente efficaci e trascinanti. La sezione ritmica di Smolian e Coverstone ha groove da vendere ed è precisa il giusto.

Il Rock n’ Roll sembra pronto per un nuovo e promettente ciclo, e a guidarlo ci saranno sicuramente questi 4 ragazzi di LA.

https://www.dirtyhoney.com/

Track List:
1. California Dreamin’
2. The Wire
3. Tied Up
4. Take My Hand
5. Gypsy
6. No Warning
7. The Morning
8. Another Last Time

Band:
Marc Labelle ”“ vocals
John Notto ”“ guitar
Justin Smolian ”“ bass guitar
Corey Coverstone ”“ drums

 

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