Stasera 14 febbraio 2023 non sarà un S. Valentino con cene romantiche, mazzi di rose e cioccolatini, ma all’insegna del rock ed eccoci a Milano per dare il bentornato agli americani DIRTY HONEY, che originariamente dovevano suonare al Legend Club ma dato che la richiesta di biglietti è più che raddoppiata, la data è stata spostata ai Magazzini Generali. Ad aprire la serata abbiamo i THE WILD THINGS, anch’essi emergenti e pronti a farsi conoscere in quanto è la prima volta che si esibiscono nel nostro paese. Come sempre i fans più accaniti giungono sul posto già nel primo pomeriggio, mentre la maggior parte della gente arriva verso l’ora di apertura che tra l’altro avviene con mezzora di ritardo, e, una volta aperto i primi arrivati come da tradizione si precipitano alla transenna.

 

Quando entrano in scena i THE WILD THINGS nati nel 2012 a Londra, il pubblico già numeroso li accoglie calorosamente e senza indugi partono con Loaded Gun, tratta dal Primo EP You Know That New Sound You’ve Been Looking For? uscito nel 2015, in seguito incluso nel debut album You’re Really Something del 2018. Nel corso dell’esibizione suoneranno anche degli inediti che faranno parte del nuovo disco Afterglow che uscirà quest’anno, il cui produttore è il leggendario Pete Townshend dei The Who, una spinta decisamente forte per la loro carriera che oltretutto si affianca a quella cinematografica, in quanto la frontwoman  Sydney Rae White e il chitarrista Rob Kendrick sono attori. Tornando alla musica le ritmiche di Sydney e Rob fanno da padrone scaturendo riff sia graffianti sia melodici alternando parti lente e aggressive, che viaggiano parallele alle scalpitanti parti di batteria ad opera di Pete Wheeler, amalgamate dalle solide linee di basso da parte di Cameron White. Propongono un alternative rock con sfumature grunge-pop, completato dalla voce pulita della frizzante Sydney che diviene sia pacata sia squillante a seconda dell’andamento dei brani, che complessivamente risultano coinvolgenti infatti gli applausi non mancano mai, grazie anche alla forza d’interazione, dinamica tenuta di palco e coesione, sia come band che nella vita infatti Cameron è fratello di Sydney e lei è sposata con Rob. Con loro c’era anche un tastierista che purtroppo non si è mai sentito a causa del cattivo audio, ma non è il solo in quanto la voce e la chitarra risultavano basse rispetto alla batteria e al basso, ciò nonostante la loro prima esibizione in Italia è sicuramente ben riuscita. Con grinta e passione hanno saputo ben intrattenere il pubblico sino alla conclusiva Drunk Again, raccogliendo meritati applausi i THE WILD THINGS lasciano il palco a testa alta aprendo la strada ai tanto attesi headliner.

Setlist:
Loaded Gun
Only Attraction
Skin & Bones
Paradise
You’re Really Something
Devil’s Witness
Heaven Knows
Drunk Again

Il pubblico ha quasi riempito il locale ed è impaziente di acclamare i rocker, durante il cambio palco la tensione sale e finalmente le luci si spengono, nell’oscurità s’intravedono i musicisti che impugnano gli strumenti e quando il palco s’illumina, ecco i DIRTY HONEY accolti con entusiasmo che attaccano con Gipsy accendendo la platea. Dalla nascita a Los Angeles nel 2017, hanno pubblicato un EP e il debut album entrambi intitolati DIRTY HONEY, sui quali sarà basato il repertorio che brano dopo brano anima i fans che cantano e ballano, trasportati dall’energia di questi giovani ragazzi che a inizio carriera, hanno già avuto la grande opportunità di aprire i concerti di leggende come i The Who, Guns N’ Roses, The black Crowes e Kiss, ma anche per Alter Bridge, Rival Sons e altri e questo li ha permesso di acquisire un’energica tenuta di palco, affiancandosi a vicenda e mantenendo un costante contatto con il pubblico. Dal sound è evidente l’attaccamento alle radici del rock classico anni ’70, sprigionato dalle taglienti ritmiche John Notto con sferzate hard rock-blues, assoli incisivi e parti melodiche, in simbiosi con le ben marcate linee di basso sferrate da Justin Smolian, mentre il nuovo arrivato Jaydon Bean entrato in formazione quest’anno al posto di Corey Coverstone, sostiene la ritmica picchiando su piatti e pelli con forza e costanza. Infine il frontman Marc LaBelle sfoggia la sua vocalità graffiante tenendola pulita solo nelle parti lente, grazie al suo carisma tiene con padronanza l’audience, facendo applaudire a tempo, rivolgendo il microfono e scendendo dal palco cantando davanti alle prime file. La risposta del pubblico è assolutamente positiva e nel set hanno inserito un paio di cover, ovvero Last Child degli Aerosmith e Let’s Go Crazy di Prince, inoltre ci hanno regalato anche degli inediti complessivamente molto apprezzati. Il talento dei californiani è evidente, ma sono certo che musicalmente potrebbero fare ancora meglio, dato che con il procedere dell’esibizione i brani cominciavano a essere un po’ troppo prevedibili, ma sono sicuro che riusciranno a dare al sound una loro impronta personale. Purtroppo il tempo passa inesorabile e con When I’m Gone, Marc LaBelle e compagni finiscono lo show ritirandosi per una meritata pausa, ma dopo pochi minuti eccoli tornare dagli insaziabili fans con la conclusiva Rolling 7s, terminando una performance di alto livello che ha reso speciale il nostro S. Valentino, il quartetto di Los Angeles può lasciare trionfalmente il palco, accompagnato dalle urla e applausi da parte degli amati fans.

Devo dire che questa versione rock di S.Valentino ha avuto successo, grazie ai THE WILD THINGS che suonando con grinta e passione, hanno saputo intrattenere al meglio il pubblico guadagnando tanti nuovi fans, e, ovviamente complimenti ai DIRTY HONEY che si sono dimostrati degli animali da palco, esaltando al massimo i fans lasciandogli il loro sapore di miele in bocca, infine ringraziamo la Barley Arts per aver organizzato questo fantastico evento. Alla prossima!

Setlist:
Gypsy
Break You
Heartbreaker
The Wire
Scars
Tied Up
Last Child (Aerosmith cover)
No Warning
Down the Road
Ride On
Let’s Go Crazy (Prince cover)
Make Up Your Mind
California Dreamin’
Another Last Time
When I’m Gone

Encore:
Rolling 7s

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