comunicato stampa
Venerdì 21 marzo EDEL salirà sul palco del Wishlist Club di Roma per presentare per la prima volta dal vivo “Contro la fretta di crescere”, il suo album d’esordio pubblicato lo scorso 28 febbraio.
Questo evento è l’occasione per lasciarsi trasportare nel suo universo sonoro, dove l’intensità dei testi si intreccia con l’energia di una potente esecuzione full band, capace di ricreare le atmosfere suggestive del disco, con EDEL alla voce, chitarra elettrica e tastiere, accompagnato da ALESSANDRO RECANATI (voce, tastiera, chitarra elettrica e acustica), PIETRO FALCO (chitarra elettrica), PASQUALE DIPACE (voce, basso) e DIMITRI NICASTRI (batteria, drum pad). Il concerto è realizzato in collaborazione con RADIO ROCK.
Dopo l’esperienza come frontman e arrangiatore della band La Scala Shepard, culminata con l’album “Bersagli”, Edel ha intrapreso una carriera solista che lo ha portato a vincere riconoscimenti come il Premio Assoluto e Miglior Testo al Premio Città di Quiliano e il Premio del Pubblico Banca Macerata a Musicultura 2024. La sua musica è un viaggio tra introspezione e sperimentazione, radicata nella canzone d’autore.
“Contro la fretta di crescere” è una soggettiva sull’avere trent’anni: un’opera di nove tracce, intima e sincera, che parla di cambiamenti, di innocenza e del desiderio d’incontro, nella ricerca di equilibrio tra il mondo esterno, la paura e la musica. A legare melodie e voce, i testi, caratterizzati da una penna introspettiva e allo stesso tempo narrativa, capace di offrire uno sguardo personale con una poetica interessante e misurata.
Le radici del progetto artistico di EDEL affondano nella tradizione cantautorale italiana, evocando le atmosfere di Franco Battiato, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè. A queste si aggiungono influenze internazionali e contemporanee: dalle sonorità jazz, rock e new wave di Blackstar di David Bowie, alla ricerca sonora e all’eccentricità di “Metallo non Metallo” dei Bluvertigo, fino al connubio tra musica etnica, popolare ed elettronica degli ultimi dischi in studio di De Andrè. In questo mosaico di ispirazioni, EDEL riesce a far emergere una voce autentica e personale, mantenendo salda la propria identità artistica.
L’album è stato anticipato dai singoli “Canzone poco originale sulla solitudine”, “Il bene che ci potremmo fare”, “Per gli amici che avevo” e dal singolo e video “Se vuoi restare sola”.
Edel parla del video e del singolo “Se vuoi restare sola”: è una danza di liberazione. Non importa se nasce da un rifiuto, una rinuncia o una nuova consapevolezza; se il torpore e la fatica siano passeggeri o compagni di lunga data. La danza diventa uno spazio intimo di esplorazione, dove non c’è bisogno di forzare né di trattenere. È una cura sottile, capace di dissolvere il chiacchiericcio limitante della mente nel movimento di un corpo che, finalmente, impara ad amarsi.
TRACKLIST
1. Canzone poco originale sulla solitudine
2. Per gli amici che avevo
3. Se vuoi restare sola
4. La condizione di Silvia
5. Il bene che ci potremmo fare
6. Contro la fretta di crescere
7. Un ballo improvvisato
8. Riproduzione casuale
9. Nonostante tutto
GUIDA ALL’ASCOLTO DELL’ALBUM
Canzone poco originale sulla solitudine
Un brano che parla del contrasto tra il sacro e il profano, di quanto percepiamo, della verità soggettiva e del senso delle cose. Da un lato l’amore fugace e quasi futile, dall’altro una riflessione sulla solitudine di Dio e quella dell’essere umano: una canzone trasversale, capace di mescolare l’alto e il basso, il divino e il terreno, la noia esistenziale e l’essere costretti a dare un significato alle cose.
Per gli amici che avevo
Due amici da una vita, separati apparentemente per nessuna ragione che ne nasconde, però, migliaia. In questo brano c’è rabbia, fatica e tutta la voglia di difendersi che viene fuori quando ci si sente feriti, a torto o a ragione che sia. Un sentimento di sfiducia focosa che si scioglie in acqua nel ritornello con un canto malinconico che immagina una vita diversa, lontana dalle piccole sfide della Roma che, a volte, sa essere un paesone, e vicini a quelle più grandi che, come spesso accade, ci aiutano ad essere più uniti.
Se vuoi restare sola
Lei scappa di fronte alle discussioni più forti. Scappa per evitare di far montare la paura che la trasforma in ciò che non vuole. Ogni azione che facciamo, nel piccolo delle nostre stanze, non può non avere conseguenze su chi ci circonda. E se la microvariazione del famoso battito d’ali della farfalla crea sul sistema macroconseguenze a lungo termine, come può una carezza in più non fare la differenza su chi siamo?
La condizione di Silvia
È una storia d’amore finita prima di iniziare. È una lettera scritta dopo una porta sbattuta in faccia. Sperare nell’amore e immaginarlo, a volte, è più potente del viverlo realmente. E questo brano immagina, spera, chiede, avendo forse già rinunciato all’amore che potrebbe essere o al “bene che ci potremmo fare”. Se per un attimo sembrava esserci spazio per scoprirsi bambini e accedere alla forma di divertimento più puro (quella mossa dalla curiosità e dalla scoperta), ora lo scenario è cambiato. Abbiamo già smesso di divertirci?
Il bene che ci potremmo fare
Istantanee di un amore adolescenziale, quasi infantile, che cresce e invecchia nel tempo di una canzone. Diviso tra malinconia e speranza, il brano da una parte consacra il bisogno di preservare ogni istante di quel sentimento, di poterlo osservare da fuori e farlo ripartire a piacere, purché non cambi mai; dall’altra è l’annuncio della resa al passare del tempo e al continuo cambiamento, alla paura di compiere passi disordinati in cerca di una direzione, mai perfetta, sempre temporanea.
6. Contro la fretta di crescere
È guardarsi intorno e realizzare che una buona parte delle cose di cui ti circondi sembra remare contro il tuo essere libero. È avere paura che diventare adulti sia un traguardo inarrivabile, è la malizia del rimanere nel limbo del “proverò a non prendermi tutte queste responsabilità”, è l’accettazione, a volte dura, a volte dolce, di ciò che la vita ti dona e dei tuoi limiti. Di tutto il bene e di tutto il male. È chiedere ad ognuno di noi di accettare che ogni orologio scorre in maniera differente e di rispettarci.
7. Un ballo improvvisato
È una riflessione sui limiti. È una dedica a tutti coloro che hanno in cuor loro il bisogno di sentirsi supereroi tutti i giorni per poter affrontare le insidie che vengono da fuori, e l’autosabotaggio che arriva da dentro. È un invito a sorridersi di più, ad essere presenti e abbracciare la propria incapacità di essere perfetti, oltre il giudizio degli altri, oltre sé stessi.
Riproduzione casuale
Quanta voglia di scappare dalle proprie responsabilità. Tanto bisogno di trovare un modo per non rispettare lo stereotipo con cui la tua cultura ti ha vestito. È un dispetto? O è davvero quello che vuoi? Riproduzione casuale è un brano in cui ci si chiede con cinismo e provocazione se basterà una vita fatta di lavoro, amore monogamo e figli per raggiungere il livello di felicità desiderato. Se basterà per conoscere tutti i lati di te, chiedendosi se la verità non sia dalla parte opposta o, come spesso accade, nel mezzo. Lo sguardo, anche qui, torna sull’infanzia e sulla potenza dell’ingenuità e del puro istinto. Che possa illuminare la strada?
Nonostante tutto
Una stanza, un pianoforte e pensieri. Riflessioni su ciò che saremo, su quanto abbiamo ancora da costruire insieme e su quanto siamo in bilico. Perché è facile distrarsi, perdersi di vista nelle questioni quotidiane. È facile almeno quanto è doloroso non esserci più, da un giorno all’altro, e scoprirsi ingenui come bambini: nell’amare le emozioni più pure, ma soprattutto nello stancarsi del giocattolo troppo presto.
CREDITI ALBUM
Testi e musiche: Alberto Laruccia (eccetto traccia 3 – Testo A. Laruccia; Musica A. Laruccia, P. Di Pace, A. Recanati)
Voce: Alberto Laruccia;
Basso: Matteo Domenichelli (tracce 1,2,5,8); Pasquale Di Pace (tracce 3,4,6,7,9)
Synth e Tastiere: Alessandro La Padula (tracce 1,2,4,5,6,7,8,9); Alessandro Recanati (traccia 3)
Chitarre: Alessandro La Padula (tracce 1,2,4,5,6,7,8,9), Alessandro Recanati (traccia 3), Alberto Laruccia
Pianoforte: Thomas Rocca (tracce 4,5,6,8,9)
Drum Machine: Alessandro Recanati (traccia 3)
Batteria: Franz Aprili (tracce 1,2,8); Matteo Morini (tracce 4,5,6,7,9)
Backing Vocals: Caterina Petrignani (traccia 1)
Produzione: Alessandro La Padula, Fabrizio Morigi, Alberto Laruccia, Alessandro Recanati (traccia 3), Pasquale Di Pace (traccia 3)
Arrangiamenti: Alessandro La Padula (tracce 1,2,4,5,6,7,8,9), Alessandro Recanati (traccia 3), Pasquale Di Pace (traccia 3), Alberto Laruccia (tracce 3,6,9)
Registrato e mixato presso i Mob Studios di Roma
Recording e Mix a cura di Matteo Spinazzè
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering Studio
Etichetta: Mo.B Srl
Edizioni: Mo.B Srl / Big Time Edimusica snc
Distributore: Ada Music Italy
Ufficio stampa: Big Time –?pressoff@bigtimeweb.it
BIOGRAFIA EDEL
EDEL è il progetto solista di Alberto Laruccia, cantautore romano classe 1992.
Laureato in Composizione Pop – Songwriting e Specializzato in Musica Applicata al Saint Louis College of Music di Roma, Alberto Laruccia è cantante e chitarrista di diverse formazioni fino al 2015, quando dà vita insieme ad altri musicisti romani all’alternative rock-band, La Scala Shepard. Per La Scala Shepard è frontman, chitarrista e arrangiatore di 2 EP e dell’album “Bersagli”, pubblicato per Goodfellas nel 2020.
Dopo lo scioglimento della band, si intensifica la sua attività da arrangiatore, compositore di musica per immagini e chitarrista.
Come EDEL nel 2024 vince il Premio assoluto e il Premio Miglior Testo al Premio Nazionale per la Canzone d’Autore Emergente – Città di Quiliano e partecipa alle audizioni live di Musicultura al Teatro Lauro Rossi di Macerata vincendo il Premio del Pubblico Banca Macerata.
A novembre dello stesso anno esce il singolo “Canzone poco originale sulla solitudine”, seguito da “Il bene che ci potremmo fare”, “Per gli amici che avevo” e “Se vuoi restare sola”, estratti dal disco “Contro la fretta di Crescere”, pubblicato il 28 febbraio 2025.
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