Il 27 maggio 2025 è stato davvero un giorno speciale e con la “A” maiuscola, per tutti gli appassionati di rock e blues. In un Unipol Forum di Assago – completamente, o meglio quasi, sold out – il leggendario Eric Clapton ha suonato per un’ora e quarantacinque minuti i suoi più grandi classici, sia da solista sia con i Cream e The Yardbirds, oltre a pezzi cardine del blues.

Accompagnato da una band all-star composta da Nathan East al basso, Sonny Emory alla batteria, Doyle Bramhall II alla chitarra, Chris Stainton e Paul Carrack alle tastiere, Katie Kissoon e Sharon White ai cori, un elegantissimo Eric Clapton ha lasciato tutti, e dico tutti, a bocca aperta.

Ogni volta che suona la sua chitarra, ed ogni volta che ci regala un accordo, sappiamo sempre di più che Clapton non è un comune mortale.
È semplicemente Dio – o quasi – con la chitarra. Le note che ci regala sono come il più bel tramonto sul mare o il quadro di Rembrandt, che ti lascia a bocca aperta.

Il palco allestito per questo tour è semplice, senza particolari effetti, ma con grossi schermi a LED che si concentrano sulle evoluzioni sonore e canore dei vari musicisti.
Non c’è stato molto spazio per l’interazione e, come direbbe un altro chitarrista mito e vivente, Joe Perry: “Let the music do the talking”.

Nato nel 1945 e quindi appena entrato negli anni Ottanta, Eric è ancora entusiasta di regalare emozioni con la sua chitarra.
Dovrebbe essere materia di studio, per chiunque si avvicini al mondo musicale.
Un uomo che, tra tremende vicissitudini personali – con ascese e risalite che hanno costellato la sua vita – e un incolmabile vuoto legato alla morte del figlio Conor in tenera età e in modo drammatico e terribile, ha intrapreso un breve tour mondiale che, oltre alle prime tre date alla Royal Albert Hall di Londra, l’ha portato in Italia per due date e nei prossimi giorni a Parigi.

Andy Fairweather Low & The Low Riders apriranno in tutte le date europee e devo dire che hanno saputo intrattenere adeguatamente, visto anche il curriculum prestigioso, che ha visto il settantaseienne artista e chitarrista gallese accanto a Clapton, a George Harrison, a Joe Satriani e a Roger Waters.

L’opener classico dei Cream, “White Room”, ha dato il via alla serata, che si è conclusa con l’unico bis suonato, ossia “Before You Accuse Me”.
Ci sono stati momenti blues con l’esecuzione di classici quali “Key to the Highway” e “Hoochie Coochie Man”, momenti di estasi sonora e soprattutto auditiva con “Sunshine of Your Love” e “Cocaine” (prima del bis), che ha fatto letteralmente scatenare tutti i presenti.

Un pubblico ovviamente con una media d’età superiore ai cinquant’anni, ma una discreta presenza di figli adolescenti di questi rockers ti fa capire che la fede in Clapton e nel rock immortale si trasmette di padre in figlio.

Il momento più toccante e da brividi è stato sicuramente “Tears in Heaven”, scritta da Eric per il figlio Conor, e c’è stato anche tempo per sentire Nathan East alla voce in “Can’t Find My Way Home”.

Insomma, un gran concerto che ci ha regalato un eterno Clapton in splendida forma fisica ed artistica.
Eric Clapton non suonava al Forum di Milano dal 2001. E stasera si replica.

Mauro Brebbia


SETLIST:

  1. White Room
  2. Key to the Highway
  3. I’m Your Hoochie Coochie Man
  4. Sunshine of Your Love
  5. Kind Hearted Woman Blues
  6. Golden Ring
  7. Nobody Knows You When You’re Down and Out
  8. Can’t Find My Way Home
  9. Tears in Heaven
  10. Badge
  11. Wonderful Tonight
  12. Old Love
  13. Cross Road Blues
  14. Little Queen of Spades
  15. Cocaine

Encore:
16. Before You Accuse Me

Mauro Brebbia
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