A Lugo i FASK e La Corelli fanno bene al cuore

“Ciao noi siamo i Fast Animals and Slow Kids, veniamo da Perugia!” così da 15 anni ad ogni concerto ci ricordano con umiltà e orgoglio chi sono e da dove vengono, tanto fieri di ogni piccolo passo compiuto dai piccoli club di provincia arrivando fino alle arene. Sabato sera 22 luglio 2023 per Ravenna Festival nella cornice del Paviglione di Lugo, luogo che ha vissuto mesi cupi ultimamente, lottando con l’acqua ed il fango, quasi duemila persone per una delle band forse più generose nel proferire amore.

Ci propongono 19 pezzi in cui l’indie rock dei FASK viene accolto e riarrangiato dall’Orchestra sinfonica La Corelli di Ravenna condotta magistralmente dal maestro Carmelo Emanuele Patti, il quale si è occupato personalmente dell’arrangiamento dei brani. La poesia resa più dolce, le immagini più vivide e le emozioni più intense e toccanti. A scatola chiusa poteva sembrare una stranezza o un azzardo, ma il risultato dalla seconda fila è eccezionale. In particolare, ho trovato gli arrangiamenti di “Annabelle” e “Lago ad alta quota” quelli più riusciti: la prima da “Forse Non È La Felicità” (2017) in origine un crescendo di chitarre distorte, vestita di archi e pianoforte mi ha sinceramente commosso, mentre la seconda da “È già domani”(2021) ha evocato con maggiore forza emotiva la malinconia del tempo che passa e l’importanza dei ricordi.

Durante il concerto mi rendo conto che il romanticismo dei FASK mi convince, non è diabetico, né teatrale, ma coraggioso e autentico. Prendono le emozioni, ne fanno baluardo del loro messaggio e proiettano al pubblico tutto ciò che possono con estrema generosità. Durante la serata Aimone racconta di come nell’evoluzione della loro scrittura si siano resi conto di aver sempre trovato altre parole per parlare dei sentimenti, per paura di trattare qualcosa di troppo complesso, e di come invece nelle produzioni più mature si sono voluti esprimere in maniera più esplicita, senza temere la parola “amore”, tema degli ultimi quattro brani eseguiti.

Altra immagine importante e non scontata che mi porto a casa è quella di una band tanto unita da essere famiglia. Un gruppo che per superare i momenti di buio imbraccia lo zaino, scarponi ai piedi e fa strada, tutta quella che serve per ritrovare sé stessi, la serenità dello scrivere assieme e come farlo. Si spiega bene nel sorriso e nell’abbraccio che Aimone rivolge al batterista Alessio Mingoli per un interludio in cui si invertono i ruoli e mentre Aimone accompagna alle percussioni, Mingoli al microfono fischia una melodia morriconiana.

Ad ogni modo l’esperimento orchestra + band funziona a tal punto che il pubblico verso fine concerto non si accontenta più di assistere dalle sedute, ma prima si alza in piedi poi, sovvertendo i posti assegnati, corre sottopalco per cantare, saltare e pogare vicino ai propri beniamini.

Aimone si bagna la testa con le bottigliette che trova sul palco e il viso con le lacrime che scaturiscono dopo l’ennesimo crowdsinging.

Tutto ciò avviene nella mia provincia con tanti amici presenti al mio affianco e all’interno dell’Orchestra sul palco e costituisce per me un ricordo personale e dolcissimo che inevitabilmente da adesso in poi assocerò ai cari FASK.

 

Testo di Lucia Rosso

 

SETLIST

  1. Animali notturni
  2. A cosa ci serve
  3. Cosa ci direbbe
  4. Come un animale
  5. Troia
  6. Coperta
  7. Vita sperduta
  8. Canzoni Tristi
  9. Lago ad alta quota
  10. Stupida Canzone
  11. Fratello Mio
  12. Novecento
  13. Annabelle
  14. Il vincente
  15. Fratello mio
  16. Senza deluderti
  17. Dritto al cuore
  18. Non potrei mai
  19. Forse non è la felicità

 

 

 

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