2024 – Sharptone Records
Nell’ultimo periodo, stiamo finalmente assistendo ad un ritorno dell’essenza autentica, cruda ed emotiva che in passato caratterizzava il genere metalcore. In questo contesto, gli americani Foreign Hands del Delaware si stanno affermando come band di spicco, guadagnandosi meritatamente un posto tra i migliori artisti, insieme a Dying Wish e Boundaries. Dopo aver pubblicato il loro EP “Bleed The Dream” e il singolo Lucid Noise nel 2022, la band si è avviata su un percorso promettente, esplodendo con la pubblicazione del loro album di debutto “What’s Left Unsaid” e posizionandosi come forti contendenti non solo per il titolo di prossima big band del metalcore, ma potenzialmente anche nel genere metal in generale.
L’intero album è chiaramente impregnato di influenze che riportano alle radici, come Poison The Well e Misery Signals, sottolineando la loro grande abilità nel costruire dei pezzi di altissima qualità. La forte intensità si nota già dalla traccia di apertura Resetting the Senses, portando gli ascoltatori ad immergersi totalmente nella loro energia caotica; questa e le successive due tracce, A Memory in Latency e God Under Fingernails, presentano tutti i loro punti di forza: strofe intense, ritornelli potenti e riff che alternano tratti pesanti a quelli melodici, oltre a devastanti breakdown che spaccano i timpani in modo straordinariamente piacevole. La terza, in particolare, si distingue come una delle canzoni più pesanti del disco, con degli assoli di chitarra intricati e un rallentamento del ritmo finale in cui il cantante Tyler Norris chiama un mosh che sicuramente farà impazzire chiunque se suonata dal vivo.
Laceration Wings, comparsa originariamente come parte del loro promo dell’estate 2018, è ora presentata nella sua forma completa. Inizia in modo lento e minaccioso, aumenta gradualmente il ritmo, e poi rallenta di nuovo per offrire dei bei riff potenti e un breakdown sconvolgente. Il brano successivo, Horror Domain, è uno più semplici, ma riesce a mettere in risalto le impressionanti capacità vocali del chitarrista Jack Beatson; dalla sua iniziale interpretazione gentile al suo canto carico di emozione nel terzo finale. Ma l’album ci offre ancora di più. Il singolo Conditioned for a Head-On Collision presenta un feauturing con Oli Appleyard degli Static Dress e si appoggia fortemente al post-hardcore degli anni 2000, facendo eco a band come Thrice e Thursday, soprattutto nel ritornello. Le urla disperate di Appleyard portano la traccia al suo apice prima che la band arrivi ad un finale ancora più intenso. In questo brano e in tutto il resto dell’album, i testi di Norris sono poetici, enigmatici e introspettivi. Potrebbero non essere diretti come quelli di altre band del genere, ma sono ugualmente accattivanti.
Shapeless in the Dark si distingue invece come una traccia più sperimentale: inizia con un inquietante riff di basso e un pesante riverbero di chitarra prima di trasformarsi e portare l’ascoltatore ad essere dell’umore giusto per la parte finale e violenta della canzone. Adversity’s Spitting Image è un altro brano fantastico, realizzato con una delle leggende del metalcore underground, Matthew Mixon dei 7 Angels 7 Plagues. Infine, L’album si conclude con Magnetic Roses, una traccia che incapsula sia gli elementi emotivi che quelli pesanti dell’album, mostrando anche qui i tratti distintivi della band. Una maestosa chiusura che conclude un album di soli 32 minuti, lasciando gli ascoltatori desiderosi di saperne ancora di più.
In sintesi, “What’s Left Unsaid” è destinato a diventare un classico del metalcore. Rende omaggio al periodo di massimo splendore del genere, offrendo allo stesso tempo canzoni fresche, moderne e brillantemente realizzate. Le grandi aspettative attorno ai Foreign Hands sono ben giustificate, perché questi ragazzi hanno lavorato senza sosta pubblicando EP e singoli e facendo costantemente dei tour per rafforzare il loro sound. Il lavoro ha sicuramente dato i suoi frutti, poiché hanno decisamente realizzato un album degno di lode e ammirazione.
9/10
Tracklist:
01. Resetting the Senses
02. A Memory in Latency
03. God Under Fingernails
04. Laceration Wings
05. Horror Domain
06. Conditioned for a Head-On Collision
07. Shapeless in the Dark
08. Adversity’s Spitting Image
09. Until the Sun Fades
10. Magnetic Roses
Band:
Tyler Washington – batteria
Jack Beatson – chitarra/seconda voce
Tyler Norris – voce
Chuck Minix – basso
Gill Gonzalez – chitarra
Comments are closed.