Con Always Ascending (2018), i Franz Ferdinand avevano già tentato di avvertirci che il conquistato equilibrio tra mestiere e ispirazione non sarebbe durato ancora a lungo. L’arrivo di The Human Fear certifica che la band scozzese è ormai definitivamente entrata in modalità “pilota automatico”. Si tratta di una mera considerazione pratica, non di un giudizio morale. Beati, infatti, quelli che possono vantare un mestiere e una carriera a questi livelli. Tuttavia, i sette anni di pausa trascorsi tra i due lavori (in mezzo solo una tiepida raccolta) ci restituiscono oggi una line-up profondamente rivoluzionata: della formazione originale sono infatti rimasti solo Alex Kapranos e Bob Hardy. Spiace constatare che i nuovi assunti non siano riusciti a iniettare sangue fresco nelle vene di un progetto ormai palesemente cristallizzato.

Franz Ferdinand live @ Cattolica – 2023 – ph Emanuel Giordani

Mentre gli Arctic Monkeys, giusto per fare un parallelo generazionalmente coerente, hanno optato per un radicale cambio di direzione (non ci occuperemo in questa sede di stabilire se ciò sia un bene o male), i Franz Ferdinand continuano a muoversi nel perimetro delle proprie consolidate competenze. La specialità della casa, un pop-wave mai troppo dritto e mai eccessivamente sbilenco, è nota. Prendere o lasciare, quindi. Di fatto, questo nuovo lavoro non è altro che una cerimonia con la quale Kapranos e soci (auto)celebrano il (prematuro?) ingresso in una fase che punta all’oculata gestione del proprio status, risultato pienamente raggiunto anche grazie al sapiente ricorso a un fan service comunque efficientissimo.

Se proprio dovessi scegliere un solo termine per descrivere The Human Fear, probabilmente opterei per l’aggettivo “innocuo”. Considerando il concept (un’indagine intorno all’elettrizzante esperienza della natura umana osservata attraverso il sentimento della paura), il risultato, gioviale in modo volutamente straniante, appare sin troppo ordinario se non addirittura impiegatizio. Non siamo di fronte a una rovinosa scivolata, e chi volesse sostenere il contrario darebbe prova di una palese disonestà intellettuale. Al netto del pur irresistibile groove catturato grazie a Everydaydreamer, non si ravvisano motivi validi per stappare una bottiglia di vino buono.

Trattandosi della prima uscita importante di questo 2025, c’è da augurarsi che il trend dei prossimi mesi sia in grado di proporci materiale più eccitante e di ben altro rilievo, capace di non limitarsi al semplice rispetto dei minimi requisiti sindacali.

6.7/10


Tracklist

  1. Audacious (Alex Kapranos) – 3:23
  2. Everydaydreamer (Julian Corrie, Alex Kapranos) – 3:12
  3. The Doctor (Dino Bardot, Julian Corrie, Alex Kapranos) – 2:20
  4. Hooked (Julian Corrie, Alex Kapranos) – 2:41
  5. Build It Up (Julian Corrie, Alex Kapranos) – 3:03
  6. Night or Day (Alex Kapranos) – 3:21
  7. Tell Me I Should Stay (Alex Kapranos) – 4:45
  8. Cats (Alex Kapranos) – 3:17
  9. Black Eyelashes (Alex Kapranos) – 2:52
  10. Bar Lonely (Bob Hardy, Alex Kapranos) – 3:05
  11. The Birds (Alex Kapranos) – 3:16
    Durata totale: 35:15

Musicisti

  • Alex Kapranos – voce principale, chitarra, tastiere
  • Bob Hardy – basso
  • Julian Corrie – tastiere, sintetizzatore, cori
  • Dino Bardot – chitarra, cori
  • Audrey Tait – batteria, percussioni

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