Frate Cesare Bonizzi, conosciuto al mondo come Fratello Metallo, si è spento all’età di 78 anni. Nato a Offanengo il 15 marzo 1946, frate Cesare era membro dei Frati Minori Cappuccini e sacerdote dal 1983. La sua storia unica di monaco e musicista metal ha conquistato il pubblico e lasciato un’impronta indelebile nella cultura musicale italiana e internazionale.
Dalla fede alla musica: una missione fuori dagli schemi
La passione per la musica di frate Cesare iniziò ben prima della sua ordinazione, durante l’infanzia trascorsa a Offanengo, dove già a 10 anni frequentava le balere per ascoltare i successi del momento. La sua vocazione musicale lo accompagnò negli anni, intrecciandosi con la sua fede. Tra pop, folk, rock e classica, fu nel metal che trovò il linguaggio perfetto per comunicare il messaggio evangelico.
Nel 1990, un incontro casuale segnò la sua svolta artistica. Durante un concerto dei Metallica, al quale partecipò vestito con il saio, comprese il potenziale dell’heavy metal come mezzo per raggiungere le persone.
“Prendevo contatti con i ragazzi, parlavo di Gesù, dicevo che la vita è meravigliosa,”
ricordò in un’intervista. Qualche anno dopo, nacque il progetto Fratello Metallo, che lui stesso definì “metrock,” una fusione tra metal e spiritualità.
La carriera musicale e il rapporto con i media
Con 16 album autoprodotti, tra cui spiccano titoli come “Metallo”, Fratello Metallo calcò i palchi di eventi iconici come il Gods of Metal, sorprendendo e ispirando il pubblico con il suo mix di riff potenti e testi spirituali.
“Il fine era dire che la vita è straordinaria usando registri meno comuni,”
spiegava. La sua immagine non convenzionale, però, attirò anche critiche e curiosità morbosa.
“Mi hanno fatto diventare un fenomeno da baraccone,”
raccontava, ricordando l’episodio in cui la sua immagine fu usata in un quadro per rappresentare Sant’Antonio del Porcello. La crescente pressione dei media e l’incomprensione di alcuni superiori lo portarono, nel 2009, a lasciare il metal. “Non sono una macchietta. Ho detto: adesso basta.”
Un messaggio universale
Nonostante le difficoltà, Fratello Metallo rimase fedele alla sua missione di diffondere pace e amore.
“Ho incontrato molte star, anche all’estero,”
disse, ricordando il confronto con Dave Mustaine, fondatore dei Megadeth, che gli chiese:
“Tu sei frate, dimmi cosa cercare.”
La sua risposta era semplice e potente:
“La vita è una cosa eccezionale.”
L’eredità di Fratello Metallo
Frate Cesare Bonizzi ha dimostrato che la musica, anche nei suoi generi più estremi, può diventare uno strumento di spiritualità e condivisione. Salutava il pubblico con le “corna”, un gesto che reinterpretava come simbolo d’amore: “Pollice, indice e mignolo sollevati erano per me tre parole: I love you.”
Con la sua morte, il mondo perde una figura unica, capace di unire due realtà apparentemente opposte: la spiritualità del saio e la potenza del metal. Fratello Metallo lascia un messaggio intramontabile:
“La vita è straordinaria.”
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