9 marzo 2022 – Traffic Club – Roma

Finalmente, dopo due anni di assurdità , si torna “sul campo”… e speriamo di non assistere piùad ulteriori pause degli eventi live. Questa data, infatti, doveva tenersi proprio nel 2020. Ogni ulteriore commento è superfluo.

Con precisione svizzera, alle 20 i tedeschi Sons of Sounds cominciano a suonare in un Traffic praticamente vuoto, a parte una quindicina di persone. La particolarità  di questa band è di esser composta da quattro fratelli (come faranno a non litigare? Mistero). Per il resto la loro proposta si può inquadrare nei canoni del progressive metal, anche se è palese la mancanza di un vero compositore: la tecnica strumentale c’è, ma le loro canzoni sono poco amalgamate, e mancano di una direzione (o almeno io non riesco a intravederla, e i volumi sparati di certo non aiutano). Tutto questo rende i loro 35 minuti di set all’insegna della noia, anche se a questi ragazzi va riconosciuto impegno ed entusiasmo.

Dopo di loro tocca agli australiani Darker Half salire sul palco. I volumi vengono finalmente bilanciati, e possiamo godere di una buona acustica. Sin dalle prime battute, il pubblico (nel frattempo decisamente aumentato) mostra decisamente di gradire il loro sound. Personalmente ho notato molte citazioni agli Iron Maiden, decisamente TROPPE: anche il cantato si muove su quelle coordinate (pur con minor potenza). Le sporadiche influenze power qui e lì cambiano di poco le carte in tavola.
Insomma, saranno australiani ma i nostri suonano decisamente europei… con tutti i pro e i contro del caso.

Veniamo al piatto forte della serata, Geoff Tate con l’esecuzione integrale degli album “Rage for Order” ed “Empire” a firma Queensrà¿che: due dischi che non hanno certo bisogno di commenti o presentazioni.
L’unica riserva che avevo riguardava la sua forma vocale, viste le sue ormai 63 primavere; sorprendentemente, a parte qualche riverbero di troppo, lo statunitense ha cantato in maniera eccellente: forse ha aiutato l’essere la prima data del tour, e la mezz’ora di pausa tra la prima parte del concerto e la seconda, ma mi tengo volentieri il beneficio del dubbio!
Purtroppo i volumi ricominciano a dare problemi: a inizio concerto la voce non si sentiva e successivamente i volumi dei singoli strumenti saranno troppo sbilanciati, impastando troppo il suono generale. Il successivo set con “Empire” vedrà  la situazione migliorare leggermente – grazie anche ai minori effetti alla voce – ma mai a livello ottimale.
Per il resto, cosa dire? Su diverse canzoni son partiti i cori da parte del pubblico (sulle 150 presenze), e non poteva esser altrimenti: vorrei ricordare che il solo “Empire” ha venduto piùdi tre milioni di copie.
Nel bis troviamo una chiusura in bellezza, con una “Queen of the Reich” eseguita in una tonalità  leggermente abbassata rispetto all’originale, ma ehi… ci vuole coraggio ad eseguirla per ultima!
A discapito di una carriera solista non brillante (per essere buoni), bisogna riconoscere che il vecchio leone dal vivo graffia ancora. Alla prossima.

Setlist “Rage for Order”:

– Walk in the Shadows
– I Dream in Infrared
– The Whisper
– Gonna Get Close to You (Dalbello cover)
– The Killing Words
– Surgical Strike
– Neue Regel
– Chemical Youth (We Are Rebellion)
– London
– Screaming in Digital
– I Will Remember

Setlist “Empire”:

– Best I Can
– The Thin Line
– Jet City Woman
– Della Brown
– Another Rainy Night (Without You)
– Empire
– Resistance
– Silent Lucidity
– Hand on Heart
– One and Only
– Anybody Listening?

Encore:

– Last Time in Paris
– Take Hold of the Flame
– Queen of the Reich

Si ringrazia ERocks Production
foto del live Milano di Piero Paravidino

 

 

 

 

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