2022 – Loma Vista Recordings

E’ inutile negarlo e chi lo nega, probabilmente non è obiettivo. Nel variegato e sterminato mondo musicale ed in particolare in ambito rock e metal, ci sono dischi che sono attesi in religiosa attesa, piùdi altri. Religiosa è la parola giusta, visto che stiamo parlando del quinto disco della band di Papa Emeritus IV, alias Tobias Forge. Questo disco si chiama “Impera ” e si candida- secondo l’umile e personale opinione del sottoscritto – ad essere il disco dell’anno 2022 o perlomeno ,tra i piùbelli.
Non c’è un gruppo che suona come i Ghost, e che sa mescolare tranquillamente sonorità  metal a sonorità  poppeggianti ed in alcuni casi ,persino new wave. “Impera” arriva a dodici anni dal debutto del 7 ” “Elisabeth“.

Molte cose sono cambiate d’allora. La band ha man mano abbandonato l’underground e conquistato palcoscenici e folle sempre piùimponenti, aprendo per leggendari nomi quali Metallica, Iron Maiden e Guns N’Roses. Ovviamente sono stati headliners in infuocati concerti e il loro pubblico è sicuramente uno dei piùdevoti che esista.

Il collezionismo attorno al loro materiale ,sia discografico, sia come merchandise e memorabilia, è ormai qualcosa di epico, con gente disposta a pagare cifre incredibili per accaparrarsi pezzi unici.
Li vedremo (salvo nuove ulteriori sorprese) il prossimo 5 Maggio al Filaforum di Assago (qui le info per i biglietti). Un concerto molto atteso da tantissimi fans.

Ormai l’aura di mistero attorno alla band, si è un po’ attenuata, visto che la causa di ex componenti ha costretto alcuni componenti a rivelare il proprio nome, compreso Papa Emeritus IV. Il rito religioso, rivisto e trascritto in musica, continua comunque ad essere brillante ed affascinante come sempre. Per questo “Impera”, le atmosfere sono decisamente “steampunk” e i “Nameless Ghouls”, che gravitano attorno a Tobias Forge, sono praticamente degli ottimi session men, al servizio delle sue visioni.

Già  la copertina di “Impera”, disegnata dall’ottimo Zbigniew M. Bielak, va a tributare una celebre fotografia di Aleister Crowley, esoterico inglese, teorico della “magia sessuale” ed esperto di tarocchi (nda il famoso “Mr Crowley” della celeberrima canzone di Ozzy Osbourne). La campagna pubblicitaria, per questo lavoro è stata decisamente intensa. Nel giorno della sua uscita, qualche giorno fa, la band si è anche esibita dal vivo sul proprio canale Youtube, in una performance molto apprezzata dai suoi fans. E’ un lavoro che a volte richiama (volutamente o meno) altre bands.

Ascoltando “Spillways” ti vengono in mente sicuramente i Bon Jovi di “Runaways” all’inizio e FM e Night Ranger poi. Nulla che sia mai stato ascoltato, ma rivisitato con uno stile inconfondibile.
La loro caratteristica principale è sicuramente sempre stata quella di essere credibili sempre, anche variando di molto le atmosfere del disco.

Un esempio lampante è il singolo “Call me Sunshine“, accompagnato tra l’altro da un video incredibile, tra diavoli e rotaie. Un mid tempo molto oscuro, che ad un certo punto l’incedere ritmato della batteria, trasforma improvvisamente in un brano da arena rock, da cantare a squarciagola ai concerti.

Molti sentiranno invece l’altro singolo “Hunter’s Moon“, che fa parte della colonna sonora di “Halloween Kills” di Michael Myers e che probabilmente è il pezzo che è maggiormente legato a sonorità  molto veloci e grintose, con alcuni cambi tempo davvero azzeccati. Rimarranno poi una band che sa coniugare in modo assolutamente personale e vincente, bands che con l’heavy metal centrano come la panna nella carbonara: The Beatles, Abba e via dicendo.

Watcher in the Sky” è un altro pezzo che mi ha colpito molto. Un cantato sicuramente influenzato da Ozzy, incedere lento che man mano esplode e chitarre che sanno centrare la tua pelle, come il piùpreciso degli stiletto.

Molto cinematografico e quasi latineggiante agli inizi è “Twenties“, che comunque subito dopo vira in territori tipici di Korn e con un ritornello che è davvero vincente. Sembra una nenia ad un certo punto e ti immagini quasi prigioniero in un castello infestato dai peggiori fantasmi, senza via d’uscita.
Video lyric uscito da qualche giorno, che ci porta direttamente negli anni 20. Da sottolineare il giro di basso del pezzo, se non l’ho detto.

E così dicendo fino alla fine,per il disco. Non c’è un filler, se non gli interludes strumentali e non posso anche che lodare la stupenda “Darkness at the Earth of my Love“.

Probabilmente in questo disco non c’è una megahit come “Dance Macabre”, ma è un lavoro ambizioso e compatto sotto ogni punto di vista.

Lodate il Cielo! Papa Emeritus IV è tornato!!!

Mauro Brebbia

 

Tracklist
01. Imperium
02. Kaisarion
03. Spillways
04. Call Me Little Sunshine
05. Hunter’s Moon
06. Watcher In The Sky
07. Dominion
08. Twenties
09. Darkness At The Heart Of My Love
10. Griftwood
11. Bite Of Passage
12. Respite On The Spital Fields

Line-up:
Papa Emeritus IV ”“ Voce

 

Mauro Brebbia
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