Glen Hansard incanta l’Auditorium Parco della Musica
Domenica 30 giugno 2024 il cantautore irlandese Glen Hansard, ex-leader dei Frames e noto al grande pubblico anche per il suo pluripremiato film “Once”, si è esibito all’Auditorium Parco della Musica di Roma all’interno della kermesse del Roma Summer Fest.
La serata è iniziata con note dolci e poetiche. Luci soffuse sul palco e musicisti quasi in ombra, hanno contribuito a creare fin da subito un’atmosfera ammaliante. Il pubblico ha accolto Glen Hansard con entusiasmo e ne ha seguito in religioso silenzio le canzoni più lente ed avvolgenti.
In apertura del concerto “Looking for someone” degli Interference, una scelta non casuale, dal momento che proprio ieri cadeva l’anniversario della morte del leader della band di Cork, Fergus O’Farrell, venuto a mancare nel 2016 a causa della distrofia muscolare.
Un omaggio dovuto per una band che da sempre è stata vicina ai Frames, e Hansard infatti sceglie di inserire ben tre loro brani in scaletta. Anche il giovane che sale ad affiancare il cantautore irlandese, sul brano American Townland, è in qualche modo legato agli Interference. Si tratta infatti del talentuoso figlio di Marc McDonald, curatore ufficiale degli archivi del gruppo.
Un concerto speciale per Hansard dunque, nel quale l’emozione è palpabile ed i momenti di poesia di alternano a quelli più rock in un altalenarsi di ritmi e melodie.
Hansard sembra esibirsi per una cerchia di amici stretti, raccolti lì attorno a lui come per una tradizionale session irlandese. Ad un tratto elude l’amplificazione, si siede a bordo palco ed esegue un brano totalmente in acustico, accorciando ancora la distanza con l’audience presente in sala.
Una serata familiare, che a un certo punto familiare lo diventa davvero. Glen chiama sul palco il fratello Richard ed insieme eseguono “Young Hearts Run Free”, da sempre la canzone preferita della madre.
La scaletta scivola via veloce, tra brani dei Frames, pezzi estrapolati dalla colonna sonora di Once, ed omaggi a musicisti diversi. Solo un accenno per “Drive All Night” stavolta, nonostante il brano di Springsteen faccia spesso parte delle setlist di Hansard. D’altronde il tempo a disposizione è limitato e non si può includere tutto.
Il concerto si conclude con un bis di “The Moon”, da The Swell Season, quasi a salutare a fine serata la luna che fa capolino dietro le volte della Cavea. Hansard ha regalato poesia, commozione ed energia rock a piene mani, donando a tutti il ricordo di una serata indimenticabile.

Si ringrazia DNA Concerti
Foto e testo di Chiara Lucarelli

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