A cura di Fabrizio Solieri

 

A 24 anni dall’ultima esibizione italiana, i Guns n’Roses con Axl, Slash e Duff hanno regalato sabato scorso uno show di altissimo livello agli oltre 80mila fan presenti all’autodromo di Imola.  Preceduta dall’esibizione degli scanzonati e divertenti Darkness, la band californiana ha fatto la propria apparizione sul palco addirittura con qualche minuto di anticipo rispetto al programma e da Phil Campbell (ex Motörhead) i suoi Bastard Sons.

Quando Duff McKagan ha attaccato con il tambureggiare del suo basso l’inizio di’ It’s so easy’ un boato si è levato dall’immensa folla che si assiepava di fronte al palco. Per molti si è così materializzato il sogno di rivedere insieme due delle icone piùtalentuose e controverse del rock degli ultimi decenni, Axl Rose e Slash. Sono poi bastati pochi minuti per capire che, nonostante gli anni trascorsi, il talento non è andato perduto. Dopo il brano d’apertura, i Guns hanno inanellato quattro pezzi ad alto tasso di decibel ‘Mr Brownstone’, ‘Chinese Democracy’, la classica ‘Welcome to the Jungle’ e ‘Double Talkin’ Jive’. Lo show è poi proseguito toccando praticamente tutte le sfumature del repertorio, dalla riflessiva ‘Estranged’ all’indiavolata cover di ‘Live and Let Die’, senza dimenticare pezzi classici come ‘Sweet Child o’ Mine’ e la potente ‘You Could Be Mine’.

Impressionante il livello di intensità  dimostrata durante tutto lo show da Axl che è riuscito egregiamente ad assorbire gli sforzi vocali con una sapiente gestione delle risorse fisiche, portando a termine senza flessioni una scaletta di oltre tre ore, comprendente anche brani lunghi e impegnativi come Coma. Proprio in quest’ultimo pezzo, caratterizzato da un riff potente e da un assolo entusiasmante, si è visto Slash perfettamente a suo agio in questo ritorno della band. Il chitarrista ha dato davvero l’impressione di divertirsi durante tutta la serata, anche quando ha suonato alcuni brani del discusso album “Chinese Democracy”, realizzato da Axl senza nessuno dei membri storici del gruppo.

La sensazione generale destata dalla band nel suo complesso è stata quella di un solidissimo professionismo, una caratteristica che onestamente era mancata negli anni all’apice del successo, spesso messo in ombra dagli eccessi e dalle bizze da rock star dei protagonisti. Invece i membri storici della band Axl, Slash e Duff hanno offerto l’altra sera uno spettacolo generoso, pieno, senza risparmi e, per molti versi, al di sopra delle piùrosee aspettative. Gli altri componenti della band si sono rivelati all’altezza del compito, il solido batterista Frank Ferrer, l’ottimo chitarrista ritmico (ma con apprezzabili doti solistiche) Richard Fortus, i tastieristi Dizzy Reed (già  nella band dagli anni Novanta) e Melissa Reese hanno offerto un apporto senza sbavature alla riuscita di uno show che ha vissuto dei momenti veramente intensi.

Assai sentita è stata la versione delle due ballad presenti su “Use your illusion”, vale a dire ‘November Rain’ e ‘Don’tCry’. Molto toccante anche l’omaggio a Chris Cornell attraverso l’indimenticabile ‘Black Hole Sun’. Infine la chiusura con un grande classico come ‘Paradise City’, in un tripudio di luci, musica, urla, coriandoli tricolori ha lasciato tutti gli 80mila entusiasti e quasi increduli. È stato bellissimo esserci: il rock non è morto, proprio no.

 

 

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