A&M – 1971

Quando si formano alla fine degli anni Sessanta, gli Humble Pie erano già  considerati un grande gruppo: la band poteva infatti vantare la presenza di Steve Marriott, ex cantante e chitarrista degli Small Faces, Peter Frampton, In precedenza negli Herd, e Greg Ridley, ex bassista degli Spooky Tooth.

Dopo un paio di lavori interessanti, nel 1971 esce Rock On, il disco che segna l’apice della carriera degli Humble Pie. La band è effettivamente migliorata ed ha finalmente maturato il suo stile, piùelettrico e composito. Fondendo la passione per la musica americana con la loro attitudine “British”, la band riesce a creare un sound energico e graffiante che affonda le radici nel selvaggio blues, e Rock On si impone come uno dei dischi Hard Rock Blues piùoriginali e importanti di tutti i tempi.Giocato sul binomio Marriott – Frampton (qui per l’ultima volta nella line up), sulle tendenze soul – blues del primo e sull’attitudine melodica del secondo, il risultato è talmente riuscito da ricordare, anticipandolo di tre anni, il prezioso periodo di Stormbringer, frutto dell’unione artistica di Coverdale e Hughes.

Il disco si apre con Shine On, arpeggio rock blues distorto che sfocia in riff possenti, il tutto impreziosito dall’immancabile Hammond e dalle voci delle tre coriste. Sour Grain è un sensualissimo blues, riuscito grazie all’impeccabile performance di Marriott, sia dal punto di vista vocale che strumentale. 79th and Sunset è un piacevole esempio di rock’n’roll stile boogie woogie. Ma è nella cover di Rollin’ Stone, celebre pezzo di Muddy Waters, che il gruppo paga il debito alla tradizione americana, per poi quasi scimmiottarla in Red Neck Jump, uno swing dove Marriott sembra imitare Elvis. Insaporito da accattivanti blues, passando per morbide ballad (A Song for Jenny, scritta da Marriott per la prima moglie), è in Stone Cold Fever che l’album raggiunge i massimi livelli. Capolavoro magistrale, diventato classico della band, il brano è un crescendo di grinta e tecnica, definito da una sezione ritmica pesante e perfetta. La voce di Marriott è graffiante e ruvida, l’armonica che l’accompagna è coinvolgente.

Scrivo questa recensione non solo per ricordare questo grande personaggio (che il 30 gennaio avrebbe compiuto 61 anni), protagonista indiscusso della scena mod inglese prima, e di quella hard rock poi, ma in particolare per omaggiare una band formidabile, a cui il tempo non ha ancora conferito la popolarità  che merita.

Tracklist:
1. Shine On
2. Sour Grain
3. 79th and Sunset
4. Stone cold Fever
5. Rollin’ Stone
6. A Song for Jenny
7. The Light
8. Big George
9. Strange Days
10. Red Neck Jump

Band:
Steve Marriott – voce, chitarra, tastiere, armonica
Peter Frampton – voce, chitarra
Greg Ridley – basso
Jerry Shirley – batteria

Humble Pie 1971

Redazione
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