Metti un mercoledì sera come tanti, una giornata di lavoro alle spalle e un po’ di buona musica di sottofondo. Fuori è già buio e tutti si apprestano a cenare quando lo schermo del pc di colpo s’illumina di una chiamata Skype che si rivelerà l’intervista piùdivertente che ricordi. Ecco apparire in video i faccioni sorridenti degli HungryHeart, direttamente dagli studi della Tanzan Music, pizze alla mano e la consueta energia contagiosa che li rende non solo una della band nostrane piùgodibili dal vivo, ma anche una spassosissima, ottima compagnia. La formazione tutta Italiana è fresca dell’ultimo lavoro “Dirty Italian Job“, album che ha immediatamente ricevuto una pioggia di critiche positive in Italia e all’estero, ma soprattutto un entusiastico riscontro “live”, e posso garantirvelo perchè noi della redazione abbiamo avuto il piacere di goderci la magia dei loro concerti in piùdi un’occasione. Vi aspettate una gustosissima miscela infiammabile di melodic hard rock di stampo U.S.A., pezzi che arrivano come vento e onde, qualcosa che vi faccia venir voglia di alzare il volume dell’autoradio? C’è di più. Per esempio alcuni ospiti illustri come Alessandro Del Vecchio e Paolo Apollo Negri alle tastiere, la magia della voce di Giulio Garghentini sui cori in “Time For Letting Go”, e una passione così autentica per la musica da meritare rispetto e attenzione non solo da parte dei fans, ma anche da parte degli “addetti ai lavori”. Ecco quello che mi hanno raccontato i ragazzi tra pizze, doppi sensi, digressioni interminabili, e tante risate.
LongLiveRock’n’Roll:
Ho pensato di lasciarmi ispirare alcune domande dal testo di “Shoreline”, il primo singolo tratto da “Dirty Italian Job”, terzo album della band uscito il 29.06.2015 per Tanzan Music dopo l’omonimo album d’esordio e a distanza di 5 anni dall’ultimo “One ticket to paradise”. Il pezzo è super melodico, trascinante, accattivante, e arriva la sensazione di un volo in picchiata sul pelo dell’acqua, gli occhi sull’orizzonte, la musica che soffia alle spalle. Si parla dei segreti che ciascuno di noi custodisce, del mondo che ciascuno ha dentro di sè, e dell’inquietudine che a volte ci perseguita mentre andiamo per la nostra strada – è così che vedete la vita?
Mario: questo pezzo è stato scritto in riva al mare, e rappresenta una vera e propria metafora della vita, con la linea di costa (appunto shoreline) che separa la terra ferma dall’inquietudine del mare;  l’idea è quella della ricerca di equilibrio tra la tranquillità di una vita “normale” e quella che abbiamo scelto di fare noi. La “linea di costa” simboleggia proprio il punto di equilibrio, che non è mai facile da trovare, “ma questa è la vita” – come dice il testo. E’ un po’ quello che proviamo tutti ogni singolo giorno, confrontando la nostra esistenza con quella degli altri, senza volerci trovare nulla di negativo, semplicemente constatando che quella linea sarà sempre una costante.
LongLiveRock’n’Roll:
Parliamo di fallimenti e battute d’arresto; il pezzo prosegue con – non è semplice lasciarsi tutto alle spalle quando qualcosa finisce – c’è stato un momento, come band o come artisti in cui avete pensato “basta, ci rinuncio, è un sogno irrealizzabile” ma poi provarci ancora vi ha dimostrato che non arrendersi è sempre la strada migliore?
Mario: personalmente no.
Josh: a livello di band c’è stata una sorta di pausa tra il primo album e “One ticket to paradise”. Si è trattato di una pausa abbastanza lunga per via di una serie di eventi che hanno toccato le nostre vite, tra cui la perdita del padre di Mario, mia madre… i tempi si sono dilatati parecchio, l’album è uscito nel 2010, questo è successo nel 2003…
Mario:Â Si, però il primo album è uscito nel 2008.
Josh: sebbene le prime registrazioni fossero partite ’98 – ’99…
Mario: Ma no. 2002. (Ndr comincia uno spassosissima disquisizione sulle origini della band, le date, l’anno di fondazione, sulle difficoltà  di Josh nel ricordare la successione degli eventi…mi tocca riprendere in mano la situazione.)
LongLiveRock’n’Roll:
Ed eccoci al ritornello – vivo sulla costa, osservando un’altra nuova alba, non c’è modo di sapere che andrà tutto bene, ma vivendo sulla costa puoi quasi toccare il cielo notturno, voglio aprire gli occhi, ma questa è la mia vita – a proposito dell’impossibilità di prevedere il futuro, ogni volta che esce un nuovo album ci sono moltissime incognite, a partire dal riscontro dei fans. Qual è stato il complimento o la critica positiva piùinaspettata su questo album, quella che vi ha riempito d’orgoglio?
Josh: mi è piaciuto moltissimo un feedback dall’Inghiliterra, che come sai è una nazione abbastanza a sé per il rock, molto tradizionalista, un po’ diffidente nei confronti di chi arriva dall’estero, non è mai facile entrare nel cuore degli inglesi. La recensione è di Fireworks, (Ndr Fireworks Magazine – UK) che peraltro sono gli organizzatori del FireFest, un festival che io e Mario abbiamo avuto il piacere di vivere, io come fan, lui esibendosi addirittura sul palco.
Mario: è stato particolarmente bello perché la recensione ha voluto farla Kieran (Ndr Dargan) che è uno dei nostri piùgrandi ammiratori e si è proprio innamorato di questo album (Ndr per tutti i curiosi, queste sono le parole usate dal magazine: “Hungryheart have delivered an excellent album, they display some wonderful song-writing and musicianship”).
Josh: Pensa che Kieran ci ha perfino postato foto dell’album sul cruscotto della sua macchina mentre girava per le strade dell’Irlanda! E’ una bella soddisfazione se pensi a quanto sia dura affermarsi a livello professionale e ritagliarsi una fetta di mercato inglese.
Paolo: io invece ti cito questa frase finale di una recensione spagnola “cada cosa tiene su belleza pero no todos pueden verla“. (Ndr: “tutte le cose possiedono una propria bellezza, ma non tutti riescono a percepirla“)
Josh: si insomma beviti due mojito e ascoltati l’album! (Ndr ridiamo tutti)
Mario: si, è meglio che ti ubriachi, così lo senti meglio!
Paolo: Non ho finito di parlare, voi siete partiti col mojito!!! (Ndr non riusciamo piùa continuare per le risate, scoppia una mini rissa in studio e devo nuovamente richiamarli all’ordine). Vuol dire che ci sono tante cose belle nel mondo ma non tutti hanno la sensibilità necessaria per poterle vedere! A me ha colpito molto.
LongLiveRock’n’Roll:
Nella parte che segue c’è una frase che mi colpisce molto perchè si parla di autenticità -Â … non puoi negare ciò che sei, le linee sul tuo volto significano molto piùdi una sola parola – credo che la vostra bellezza espressiva stia anche nella vostra autenticità , nel mostrarvi senza maschere nella scrittura dei pezzi così come sul palco. Credo che il pubblico, soprattutto quello che ama questo genere musicale, non si lasci abbindolare facilmente da chi seppur tecnicamente valido, non abbia nulla di importante da dire. Voi cosa tenete a comunicare con la vostra musica, cosa vi piacerebbe che rimanesse alle gente che vi ascolta?
Josh: La libertà . La libertà di esprimersi, di poter comunicare le difficoltà , le gioie, tutto ciò che ci tocca e che dobbiamo attraversare.
Mario: Qualcosa di vero. Noi siamo cresciuti e ci siamo formati musicalmente ascoltando determinati album che hanno influenzato il nostro modo di suonare e di scrivere le canzoni, e quello che li caratterizzava era proprio la loro autenticità , quello che comunicavano senza filtri le canzoni e i musicisti. Questo spesso oggi non si sente a parer mio, e quello che spero è che di noi arrivi ciò che siamo, una band di amici che suonano insieme, che portano non “un progetto” ma qualcosa di vero nato dalla nostra passione piùautentica.
Josh: io dico sempre che sul palco sei ciò che sei nella vita, quando vedo queste star costruite a tavolino mi rendo conto che sotto non c’è niente, non c’è un vissuto, non c’è sofferenza. E’ bella la trasparenza, perché influenza tutto, dal modo di cantare all’espressività , al contatto col pubblico.
LongLiveRock’n’Roll:
So che il nome “HungryHeart” non deriva dal pezzo di Springsteen come gli amanti del genere potrebbero pensare, ma da un bellissimo pezzo dei Tyketto, “Forever Young” che è un inno alla passione, alla fame di vivere tipica dei ragazzi, quando ogni attimo viene vissuto come fosse l’ultimo e si sogna di scappare dalla realtà per essere liberi. Cosa sognano oggi gli HungryHeart dopo 3 album e tutti questi anni insieme?
We got tomorrow
We got tonight
Two hungry hearts
Out on the run
We’ll always be forever Young
Mario: (ndr ride perplesso) la verità è che ci piace pensare che sia così; sai in quel periodo, ormai secoli fa, ascoltavamo un casino quell’album…
Josh: e bevevamo un casino…(Ndr ridono tutti) beh dal mio punto di vista il sogno è quello di continuare ad avere questo feeling nel produrre musica. La cosa bella di quando ci si trova in sala prove magari dopo un tour e mille serate è ritrovare sempre la stessa magia delle vecchie amicizie, i bei ricordi….Mario è un vecchio amico, siamo praticamente cresciuti insieme,  io e lui ci conosciamo così bene che basta una sola espressione del viso per capirsi, sia nella vita sia sul palco, basta un nonnulla per entrare in sintonia, se fosse stato una donna l’avrei sposato! (Ndr ridono tutti)
Mario: Io spero in futuro di riuscire a suonare tanto, soprattutto all’estero. Non per denigrare l’Italia, ma quanto piuttosto per far girare il piùpossibile la nostra musica e farla conoscere anche ad altri target di ascoltatori.
Josh: questa voglio raccontartela (Ndr si fa serissimo) poco tempo fa abbiamo fatto questa esperienza, ci hanno chiamato a suonare in un carcere. (Ndr ridiamo tutti perché Mario ha capito male “chiamato”- lascio a voi le ipotesi interpretative – e dopo qualche secondo in cui fatico a respirare cercando di ricompormi lasciamo che Josh continui solenne) E’ stato bello vedere la reazione di queste persone. Criticabili o meno per quello che hanno commesso, avevano tutti un gran sorriso, ci hanno dato entusiasmo e collaborazione, davvero una bella emozione suonare davanti a una sessantina di detenuti con qualche secondino a vigilare sullo svolgimento del tutto. (Ndr i ragazzi hanno suonato al Carcere delle Novate di Piacenza).
Paolo: si, ma il nostro sogno non è quello di tornare in galera eh… (Ndr nel frattempo Mario e Josh si beccano per ragioni non meglio specificate)
Josh: no, ma ti fa capire che la musica non ha barriere, e arriva a chiunque abbia la sensibilità per poterla percepire.
LongLiveRock’n’Roll:
E come siete entrati in contatto con loro per suonare?
Josh: (Ndr serissimo) Perché Stefano è stato arrestato per prostituzione in un locale gay di Milano. (Ndr non so davvero come continuare, stiamo ridendo tutti al punto da non riuscire a parlare) Insomma si è messo in contatto con un secondino (Ndr fa l’occhiolino) e ci ha procurato l’ingaggio…
Stefano: è stato bellissimo.
Josh: no, lo scopo era molto piùnobile, si trattava di far vivere un’ esperienza nuova ai detenuti proponendo una band dal vivo.
Mario: tra l’altro ci hanno regalato un riscontro davvero caloroso, dopo due canzoni erano tutti in piedi a cantare con noi.
LongLiveRock’n’Roll:
Su questo album come sui due precedenti troviamo una cover; si tratta di “Bad Love” di Clapton. Ma come chiamarla cover? La definirei piùuna re interpretazione appassionata, come la bellissima e originalissima “Gina” di Michael Bolton nel primo album e quella di “Man in the mirror” di Michael Jackson nel secondo. Qual è il pezzo che piùin assoluto vi piacerebbe aver scritto e quale la prossima cover che vi piacerebbe realizzare?
Mario: “Man in the mirror”. E’ un pezzo meraviglioso, avrei voluto scriverlo eccome. E poi in realtà abbiamo già la cover per il prossimo album, l’abbiamo anche suonata una volta in Olanda!
Josh: Diciamo che è di un cantante americano che si discosta dal nostro genere. Anni 80/90, capelli brizzolati, dinoccolato, alto…. (Ndr ridono tutti ma non riesco ad estorcergli il titolo)
LongLiveRock’n’Roll:
La produzione dell’album è tutta farina del vostro sacco, credo sia motivo d’orgoglio come musicisti, oggi non è semplice nè economico andare per la propria strada senza affidarsi ad altri, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Nasce da qui l’idea del titolo “Dirty italian job”?
Josh: Beh sai in termini di costi produrre un album in Italia è sempre un po’ come avere una pistola carica puntata alla testa. Mario (Ndr è anche il produttore dell’album) ha fatto una scelta di business ma soprattutto di cuore.
Mario: Produrre un album vuol dire mesi e mesi di lavoro,  è un lavoro che inizia molto prima di schiacciare REC sul mixer, e oggi non è facile rientrare, almeno nell’immediato, con le vendite. Sono album che comportano investimenti di tempo e denaro davvero notevoli. Fortunatamente avendo un’etichetta e uno studio è un album che è nato cresciuto e finito qui, a parte la fase finale del mastering che è stata fatta da Brad Vance in California.
Josh: Il titolo dell’album però è relativo alla situazione Italiana, al nostro paese e alla condizione che viviamo oggi. Sai ci è capitato tante volte all’estero di sentirci fare le solite battute, tipo “ah, in Italia solo pizza, mafia e mandolino, i soliti luoghi comuni sugli italiani che sanno fare solo questo…
Stefano: Si per noi italiani portare un prodotto del genere all’estero, cantato in inglese, con delle caratteristiche non proprio tipiche della nostra tradizione è difficile. Ma facciamo questo “sporco lavoro” e lo diciamo in senso autoironico.
LongLiveRock’n’Roll:
La band è un calderone di grandi talenti a cominciare da Mario Percudani, cantante e musicista con importanti collaborazioni italiane e internazionali alle spalle, – Steve Lukather (Toto), Vinny Appice (Black Sabbath, Dio), Roger Glover (Deep Purple), Mitch Malloy, Ted Poley… so che gran parte delle idee dei pezzi nascono proprio dalla sua creatività , ma che poi in fase di scrittura tutti contribuiscono attivamente col proprio talento. Se dovessimo scegliere un pezzo degli Hungry Heart da far ascoltare a qualcuno che non vi ha mai sentiti nominare, uno dal quale vi sentite tutti rappresentati e che rispecchia la vostra identità , quale potremmo consigliare?
Paolo: “There is a reason for everything”
Josh, Mario, Stefano: “Shoreline” c’è anche il video, lo abbiamo girato su Po, il nostro Mississipi, il posto dove hanno preso forma le nostre canzoni.
LongLiveRock’n’Roll:
So che avete molte date live in programma, una in particolare vi vedrà aprire il concerto degli svedesi Eclipse il 30 settembre al Blue Rose Saloon di Bresso (MI). Volete ricordarci le altre date italiane ed europee che vi aspettano?
Mario:
26 Settembre 2015 – Expo 2015 Estonia Pavilion Milano
30 Settembre 2015 – Blue Rose Saloon with Eclipse(Swe)Â + Reach(Swe) Via Carolina Romani 1/11 Bresso (MI)
2 Ottobre 2015 – Bellott’s Pub Via Marconi 8 Cappella Cantone (CR) con Giulio Garghentini
3 Novembre 2015Â – Jonnys Lion Cave Hauptstrasse 79, Trübbach (CH)
27 Febbraio 2016 – Km 298 Lodi
Saluto e ringrazio questa banda di matti che non può non entrare nel cuore di chi li ascolta. L’amore per la musica è contagioso, ma è una magia che accade solo quando la passione e il talento vanno di pari passo col rispetto per la propria arte, e alcuni amici degli HungryHeart hanno tenuto particolarmente a dire la loro su questa band e sulla stima fraterna e professionale che li lega.
Alessandro Del Vecchio (Musicista, cantante, produttore, vocal coach) Conosco Josh dal 98 circa. Ci siamo incontrati la prima volta al concerto di Hughes-Turner e da lì siam diventati amici. Mi si presentò introducendosi come “Josh Bon Josh” e così salvai il suo nome sul telefono LOL! Quindi in quel fragente pensai che magari proprio un grande cantante non potesse esserlo. E invece quando sentii la prima volta la sua voce rimasi di stucco e gli urlai (letteralmente): “Ma dove hai tenuto nascosta sta voce????!!!”…penso di aver condito la frase con qualche offesa anche! Grazie a Josh ho conosciuto Mario e quando con Shining Line, stavamo cercando il chitarrista perfetto per le registrazioni, mi ricordai del “chitarrista di Josh” e lo chiamai. Da lì è nata una collaborazione artistica e un’amicizia fraterna che mi lega a loro. Mario nel 2010 mi ha chiesto di mixare il loro secondo disco e mi ci son ritrovato nei cori e a suonare le tastiere. Sono ancora fiero di quel disco, non tanto per quanto sia uscito bene, ma per il motivo per cui ci trovammo tutti assieme in studio. Tutto tra di noi è sempre nato dal rispetto, dall’amicizia, dall’amore e dalla passione per la musica. Ho perso sinceramente il conto dei dischi, delle date e delle collaborazioni con Mario e delle notti da cani stanchi in giro per i peggiori locali del Nord Italia a suonare con Josh, ma non dimentircherò mai quel concerto dove per una sera sono stato “il” tastierista degli Hungryheart. Se ricordo bene, fùil lontano 2008. Per il terzo disco si parlò per un periodo di una mia probabile produzione ma il tutto non quagliò e oggi mi ritrovo ad aver suonato qualche hammond e parti di piano. Penso sia stata la scelta migliore per mantenere l’integrità della band. Mario è un produttore magnifico, Che se ne sarebbe fatto di me? Ottimo lavoro Marietto (voce di chi sai tu!). Penso si sia capito….LI AMO!
Giulio Garghentini (Cantante, musicista, vocal coach) Che dire degli HungryHeart? Una band fenomenale, composta da musicisti veri che amano davvero la musica che fanno. Passare del tempo con loro è la cosa piùnaturale del mondo. Suono con ¾ della band.. E siamo talmente amici che credo che se non suonassimo lo stesso strumento, farei qualcosa anche con Josh. La loro musica non può non piacere.. Impossibile!! Ricordo quando Mario mi ha chiesto di registrare dei cori nel disco.. Ho annullato due lezioni e sono corso in studio.. Bellissimo esserci.. Anche se solo per un piccolo pezzettino. Grazie ragazzi!!!
Gli HUNGRYHEART sono:
JOSH ZIGHETTI ”“ voce e cori
MARIO PERCUDANI ”“ chitarre, cori e voce principale nei pezzi #04 / #07
STEFANO SCOLA ”“ basso
PAOLO BOTTESCHI ”“ batteria e percussioni
Guarda i saluti della band ai lettori di www.longliverocknroll.it