La polizia del West Yorkshire ha formalmente accusato due detenuti: Rashid Gedel (25 anni) e Samuel Dodsworth (43 anni) per l’omicidio di Ian Watkins.

I due imputati sono comparsi davanti al tribunale di Leeds questa mattina e sono stati stati trattenuti in custodia, in attesa delle successiva fasi processuali.

Le dinamiche esatte dell’aggressione non sono state pienamente rese note: alcune fonti parlano di taglio alla gola e ferite al collo, forse con arma bianca, ma le autorità stanno ancora indagando.

Intanto anche l’ex compagna di Watkins, Joanne Mjadzelics si esprime sulla vicenda:

È stato uno shock enorme, anche se, a dire la verità, mi sorprende che non sia successo prima. Mi aspettavo quella telefonata da un momento all’altro. Fin dal primo giorno in cui è entrato in prigione, sapevo che aveva un bersaglio sulla schiena. Ho sempre avuto paura che, una volta uscito, potesse infastidirmi o farmi del male. Per questo, in un certo senso, mi sento sollevata.

Mjadzelics, che in passato aveva lottato contro il disturbo da stress post-traumatico e l’autolesionismo a causa della relazione con Watkins, ha raccontato:

“Per anni ho desiderato che morisse, dopo tutto ciò che mi ha fatto. Oggi mi sento finalmente sollevata, come se mi avessero tolto un enorme peso dalla testa.”

 

Redazione
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