La terza serata del Firenze Rocks 2018 ospita come headliner gli IRON MAIDEN, una band su tutto è già  stato scritto e sulla cui qualità  musicale non occorre aggiungere nulla. Mi limiterò quindi a parlare di quello che personalmente ritengo l’ennesimo elemento di novità  di questo fantastico gruppo di artisti da quasi 40 anni protagonisti indiscussi della scena metal mondiale: LO SPETTACOLO.

Indubbiamente l’aspetto scenografico sul palco lascia tutti i 50 mila spettatori della serata sempre a bocca aperta perché ogni brano viene accompagnato da un singolo elementi distintivo: si va da una riproduzione in scala reale di uno Spitfire inglese della seconda guerra mondiale, ad una testa gigante di Edward, a fuochi e fiamme con ambientazioni ecclesiastiche sul classico “The number of the beast”. Edward compare inoltre in una “semplice” versione soldato di 3 mt di altezza che duella con Dickinson (e che alla fine inevitabilmente soccombe).

La musica e la scenografia hanno reso questa serata particolarmente attraente e coinvolgente, a conferma della grande professionalità  e delle capacità  artistiche di questi grandi musicisti e professionisti. Impressionante in particolare quella di Bruce che alla tenera età  di 60 anni corre e salta su è giùper il palco come un ventenne cantando ogni brano con una costante performance vocale straordinaria.

Quello su cui però vorrei mettere l’accento di questa sera è un aspetto per me nuovo e che il gruppo, attraverso Dickinson ha voluto sottolineare fin dall’inizio del concerto. Come Moderni CANTASTORIE, gli IRON MAIDEN sono qui per raccontare STORIE. Guerra, religione, LIBERTà€, sono i principali temi toccati e proprio come nel passato, ogni storia (brano) è accompagnato da un cambio di scenografia. CAMBIO MANUALE perché al termine di ogni brano, anche se al buio, è visibile un addetto che fa scorrere sullo sfondo grandi teloni di sfondo proprio come in un teatro, all’opposto di quello che gli effetti speciali ipertecnologici di oggi mettono a disposizione delle band). Il gruppo, attraverso il “LEGACY OF THE BEAST TOUR” non vuole solo emozionare attraverso i suoi grandi successi (si va da “2 minutes to Midnight” a “Run to the Hills”, da “Fear of the dark” alla riproposta live, dopo 15 anni, di “Where Eagles Dare”), ma anche fare pensare. Da questa impostazione nasce la scelta di fare aprire lo spettacolo al famoso discorso di guerra di Churchill alle camere nel 1939, seguito da “ACES HIGH” come tributo ai giovani assi della Royal Air Force della battaglia di Inghilterra. Se lasciamo da parte per un attimo la musica, ci accorgiamo che tutti testi delle canzoni di Dickinson e soci trattano argomenti impegnativi che invitano alla riflessione (anche se, devo essere sincero, risulta estremamente difficile riuscire ad essere riflessivi ascoltando i ritmi o gli assoli di chitarra di questa musica trascinante).

Quindi non solo musica, non solo effetti speciali, non solo spettacolo, ma anche una briciola per lo spirito, nella speranza che il popolo del rock, da sempre seguace ed esperto della “bella musica”, per una sera in più, per una sera “inusuale”, possa essere ambasciatore di significati profondi e importanti per la vita di ciascuno di noi. COME È STATO IN PASSATO E COME SEMPRE SARÀper i grandi gruppi rock. Ecco perché amo questo grande stile musicale. LONG LIVE ROCK ‘N ROLL.

 

Iron Maiden setlist:
Churchill’s Speech – Aces High – Where Eagles Dare – 2 Minutes to Midnight – The Clansman – The Trooper – Revelations – For the Greater Good of God – The Wicker Man – Sign of the Cross – Flight of Icarus – Fear of the Dark – The Number of the Beast – Iron Maiden

Encore:
The Evil That Men Do – Hallowed Be Thy Name – Run to the Hills

 

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