Gli Iron Mais tornano sul mercato discografico a distanza di tre anni dal precedente lavoro “The Magnificent Six“. A differenza di quel lavoro, composto da un’alternanza quasi perfetta di pezzi inediti e cover, per “Woodcock” sono state registrate tutte cover eccetto per l’inedito “Sole“.
La formazione comasca – nota a molti per una travolgente e fortunata partecipazione in una vecchia edizione di X factor – riesce ancora a fare centro e trasportarci nelle terre piùrurali di qualche stato degli Stati Uniti del Sud. Paladini del bluegrass – genere ancora di nicchia in Italia – riescono a miscelare perfettamente elementi folk, country e in taluni frangenti rock in una particolare e vincente ricetta.
La loro forza principale si scatena in maniera potente con gli infuocati show live, che li hanno portati in giro per i maggiori club italiani e che gli hanno garantito lo slot di opener per autorità bluegrass quali Hayseed Dixie e Steve N’Seagulls.
Si apre con l’inedita e ritmatissima “Sole“, che è un tipico trademark musicale della band capitanata dal carismatico leader Jack Latreena aka Jack Pannocchia. “Woodcock” celebra in un certo senso i 50 anni dell’epocale festival hippie/rock che tutti conosciamo col nome di “Woodstock“.
Tornando a “Sole” , c’è anche un incredibile duello musicale tra il violino della Contessina e tra la chitarra elettrica del Ragazzo Nutria. Un pezzo dedicato alle persone invidiose che passano il tempo a sparlare degli altri, a farsi il fegato amaro e che non sono capaci di viversi una vita propria.
“Jump” è il rifacimento del megabit dei Van Halen ed è cantato dalla Contessina con una personale e convincente interpretazione. Inizialmente irriconoscibile e lenta, carbura giri dopo un po’ e diventa proprio una canzone da puro party con un bel bicchiere di whisky a farti compagnia.
Subito dopo c’è un pezzo che immediatamente incuriosito, “Kings of Metal“. Sì, ragazzi, proprio la cover dei Manowar! Non so se Joey Di Maio possa apprezzarla o meno, ma sinceramente a me non frega letteralmente nulla e devo dire che è davvero divertente e ben fatta, con Il Ragazzo Nutria e il batterista Burrito davvero sugli scudi.
La bellezza di questo lavoro è la varietà degli artisti tributati e subito dopo “Kings of Metal” si va a tributare il “King of Pop”, Michael Jackson con una cover di “Thriller” assai convincente ed eseguita alla grande dalla voce della Contessina.
Il ritmo non si abbasserà mai per tutto il lavoro, a partire da una feroce versione di “I fought the law” (canzone che tantissimi ricordano per la cover dei The Clash), urlata con rabbia punk da Jack Latreena.
Se invece avete mai immaginato il Diavolo e splendide ballerine seminude, danzare sulle note dell’immortale e classico “The Final Countdown“ degli Europe, la vostra visione diventerà reale con questa cover che ha svariati cambi di tempo. Un disco che consumerai alla grande nei tuoi viaggi in macchina e quando vuoi sorridere delle avversità della vita.
La produzione del lavoro è curata sotto ogni aspetto. Suoni puliti, bellissima artwork.
Da segnalare anche “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin, che inizialmente tributa anche un’altra hit della band capitanata da Robert Plant “Thank You” e costruisce un mix riuscitissimo tra le due canzoni. Alla voce c’è ancora la Contessina e i suoi compagni di band sanno regalarci momenti di estasi sonora. Vedo molto bene tale versione come immaginario pezzo per qualche colonna sonora di qualche film di Quentin Tarantino e chissà mai che un giorno questa band lombarda possa essere notata dal geniale regista.
Da sottolineare anche l’eccellente lavoro al contrabbasso de “Il Mitraglia” , davvero un valore aggiunto e fondamentale per questo divertentissimo lavoro. L’ esempio di quello che ho appena detto è nella cover di Tina Turner, “Proud Mary”.
L’unico momento in cui il ritmo cala di molto è con la cover dei Pennywise “Bro Hymn”, che ci trasporta quasi in territori Dropkick Murphys e con un ritornello comunque da cantare a squarciagola.
Chiudono il lavoro due altri megaclassici delle vostre serate piùalcooliche ,ballando dj set infuocati a volte (nda magari del sottoscritto recensore): “Come out and play” degli Offspring e “Smoke on the Water ” dei Deep Purple.
La prima conserva la struttura originale del brano rifatta ed adattata allo stile rurale della band con le voci di Jack e La Contessina che si dividono un po’ le parti, mentre “Smoke on the water” viene rallentata ed esplode pienamente con un ritornello al fulmicotone.
In sostanza un disco che sono sicuro che si apprezzerà alla grande in chiave live. Il tour dovrebbe partire a breve , salvo nuovi aggiornamenti sulle chiusure di locali live causa coronavirus. Gli alfieri italiani del cow/punk agro italiano sono tornati.
Recensione di Mauro Brebbia
Tracklist:
01. Sole(inedito)
02. Jump
03. King Of Metal
04. Thriller
05. I Fought The Law
06. The Final Countdown
07. Whole Lotta Love
08. Proud Mary
09. Bro Hymn
10. Come Out And Play
11. Smoke On The Water
Line-Up:
Jack Latreena ”“ Voce Banjo, chitarra acustica, chitarra slide
La Contessina ”“ Voce,Violino
Ragazzo Nutria ”“ Chitarra elettrica
Il Mitraglia ”“ Contrabasso
Burrito ”“ Batteria
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